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L’ex capo di Playstation Studios Shuhei Yoshida elogia Clair Obscur: Expedition 33

di: Luca Saati

Nonostante il lancio di Clair Obscur: Expedition 33 sia avvenuto in concomitanza con l’attesissimo The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered, il JRPG sviluppato da Sandfall Interactive si è rivelato un successo clamoroso. L’accoglienza calorosa da parte di critica e pubblico, unita a ottime performance di vendita, dimostra che nel panorama videoludico c’è spazio per più di un grande RPG alla volta.

Tra i suoi sostenitori più entusiasti figura Shuhei Yoshida, ex presidente dei PlayStation Studios, che in un’intervista a PlayStation Inside ha dichiarato di considerare Clair Obscur un modello ideale per il futuro dello sviluppo videoludico. Yoshida ha evidenziato come il titolo sia riuscito a bilanciare l’ambizione di un gioco tripla A con un budget contenuto e una visione artistica indipendente, il tutto offerto a un prezzo competitivo di circa 50 dollari, contro gli 80 richiesti sempre più spesso per i titoli Nintendo e Xbox.

“Personalmente sto perdendo interesse nei confronti dei giochi AAA troppo lunghi, perché non si arriva mai alla fine. Clair Obscur ha tutta la profondità di un grande gioco, ma anche la libertà creativa che solo una produzione indipendente può offrire. È sviluppato da sole 33 persone, ed è incredibile. Spero che ottenga il successo che merita, perché è tempo che i giochi AA riconquistino il proprio spazio nel mercato.”

Yoshida ha poi posto l’accento sul tema dei costi di sviluppo e dei prezzi al pubblico, sottolineando come sia fondamentale trovare un equilibrio. Se titoli mastodontici come GTA 6, in arrivo nel maggio 2026, continueranno a rappresentare una fascia alta e costosa dell’offerta videoludica, giochi come Clair Obscur dimostrano che è possibile creare esperienze visivamente straordinarie e coinvolgenti anche con team ridotti e budget più contenuti.

“Questo è uno dei percorsi che l’industria dovrebbe seguire. Si possono realizzare giochi eccellenti con team e risorse più snelli, senza dover rinunciare alla qualità.”