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L.A. Noire: le prime impressioni

Console tribe news - L.A. Noire: le prime impressioni

di: Luca "lycenhol" Trevisson

Cresce sempre di più l’entusiasmo verso L.A. Noire, il nuovo prodotto di Team Bondi nato sotto l’ala protettiva di Rockstar, e i pochi fortunati che hanno avuto il piacere di provarlo hanno già espresso i loro entusiastici pareri nei siti specializzati.

Matt Helgeson di Gameinformer ci illustra l’ambientazione introduttiva.

Rockstar ci ha guidato velocemente attraverso un breve preludio che mostra il protagonista Cole Phelps arrivare al suo nuovo lavoro nella squadra detective del Los Angele Police Department. […] Phelps è introdotto come il rimpiazzo del detective Floyd Rose che si è ritirato, ed è accoppiato al vecchio partner di Rose, Rusty Galloway. Durante la nostra sessione, ci è apparso chiaramente che Galloway non è molto contento di essere messo in coppia con il novellino che impersoniamo.

Jake Gaskill di G4TV prosegue.

Come forse sapete già, tutti i casi in L.A. Noire sono basati su reali rapporti di crimini della Los Angeles del 1947. Ovviamente questo non significa che il caso su cui state investigando faccia parte necessariamente di questi casi famosi. Per esempio il primo omicidio su cui Phelps e Galloway devono investigare ha la firma dell’assassino della Dalia Nera, ma potrebbe anche essere un emulatore.

La tanto discussa modalità per gli interrogatori è pazientemente narrata da Hilary Goldstein di IGN.

Ogni interrogatorio in L.A. Noire segue il solito schema, sia che si tratti di una persona sospetta o di un potenziale testimone. Si sceglie tra una lista di possibili domande, si ascoltano le risposte (guardando attentamente l’interrogato), e alla fine si decide se stanno dicendo la verità, se ci hanno nascosto qualcosa o se stanno mentendo spudoratamente.

Scoprire le menzogne ci regala una soddisfazione immediata che raramente siamo riusciti a provare in una conversazione videoludica.

La buona notizia è che anche se foste dei pessimi lettori di espressioni facciali, non sarete costretti a ripetere il capitolo. Probabilmente il vostro lavoro sarà più duro – avrete problemi ad eliminare nomi dalla lista dei sospetti, perderete qualche indizio che vi evita di dover percorrere la città – ma niente di impossibile.

A questo proposito Nik Taylor di MSN Games non può non citare MotionScan: l’innovativa tecnica di motion capture usata per acquisire volti ed espressioni con il massimo del realismo.

Fare domande ai sospetti e ai testimoni è il cuore di LA Noire. La tanto sbandierata tecnologia MotionScan è capace di associare una faccia quasi foto-realistica ad ogni personaggio, dandoci la possibilità di capire quanto le nostre domande riescano ad influenzare le loro reazioni.

A quanto pare un altro tassello fondamentale per il gioco è la raccolta delle prove, sia sul luogo del crimine sia in giro per la città, è ancora Gameinformer a dircelo.

La scena del crimine è a dir poco macabra. Iniziamo l’nvestigazione sul posto, che è una delle meccaniche principali del gioco. In generale, procediamo come faremmo nella vita reale: qualcosa vi colpisce e vi chinate a raccoglierlo.

Paul Davies di Yahoo Games ci spiega nel dettaglio come funziona il tutto.

Le musiche di sottofondo atte a creare tensione sottolineano quando siamo vicini a qualcosa di importante. Il suono di un pianoforte ci informa che praticamente ci siamo sopra. Il procedimento di afferrare oggetti attraverso la mano di Phelps e di esaminarli accuratamente è ciò che di solito conduce alle prove – il contenuto di una borsetta, una scarpa spaiata sporca di sangue, carte per un divorzio… Alcuni oggetti hanno la funzione di puzzle, come un accendino a forma di mappamondo che deve essere ruotato per allineare tutti i continenti.

Ancora Nik Taylor ci delucida sugli ultimi aspetti riguardanti la parte investigativa del gioco.

Ogni indizio viene segnato nel taccuino di Phelps: il fulcro organizzativo dove sono contenute tutte le informazioni sul caso. Tornerete spesso su queste annotazioni , in particolare quando dovrete interrogare i sospetti.

Se avete fretta potete usare i Punti Intuizione, che aiutano il giocatore semplificando le parti più complesse, o almeno questo è il loro scopo. I punti si guadagnano durante il gioco e si possono usare per rivelare la posizione di tutti gli indizi, o per rimuovere una domanda sbagliata dagli interrogatori.

Non mancano ovviamente le meccaniche tipiche del free roaming come ci informa Nathan Irvine di GamesRadar

Seguiamo Galloway fuori dell’edificio e per le strade di LA dove il loro mezzo ci aspetta. Il tutto ci ricorda chiaramente GTA visto che le macchine hanno un peso simile e offrono anche il reattivo modello di guida tipicamente arcade, perfetto per gli inseguimenti a tutta velocità

MSN Games ci insinua quindi il dubbio che forse ci troviamo davanti a qualcosa di diverso dal solito.

Questo dà anche un’indicazione di quanto LA Noire sia differente dagli altri sandbox games della Rockstar. Mentre l’ultra violenza fa parte della quotidianità dell’universo di Grand Theft Auto (e, per certi aspetti, di Red Dead Redemption), in LA Noire ogni uccisione è uno shock. Non passerete molto tempo impugnando la pistola; qui avrete bisogni di usare la testa più spesso della vostra arma.

Si fa strada poco a poco l’idea che L.A. Noire sia molto di più di un buon prodotto, probabilmente è il primo esperimento in un genere che potrebbe avere un discreto successo, ecco cosa ne pensa IGN.

Questo rende L.A. Noire un gioco speciale. Non è il fatto che Team Bondi sia riuscita a ricreare una credibile Los Angeles del 1947 o il fatto che Rockstar li abbia aiutati a creare un mondo intero in cui immergersi. Non sono le missioni aggiuntive, la storia o l’altruismo di Cole Phelps. Quello che rende unico il titolo è il fatto che, per la prima volta in un videogioco, dovrete guardare i personaggi del videogioco come se fossero persone reali.

Chiude Paul Davies in maniera imperativa.

Possiamo considerare “L.A. Noire” al livello di un set di DVD di un telefilm con l’unica eccezione che qui il protagonista è il giocatore. Il gioco comprende più di 20 episodi della durata di circa un’ora ciascuno per l’esperienza base, ogni “episodio” è un caso da risolvere per il detective Phelps, mentre la trama principale prende forma. Sono anni che i giochi su console ci promettono vere opere interattive, finalmente questa sembra la risposta alle nostre preghiere e, a quanto pare, con un ottima enfasi dedicata alla parte drammatica.

L.A. Noire è puro intrattenimento, ad essere franchi. La combinazione di dialoghi brillanti, recitazione fuori dalle righe e sicuramente la nuova stupefacente tecnologia MotionScan ci offrono qualcosa di unico. Un vero esordiente che mancava da tempo nella scena videoludica, è non è tanto per dire, piuttosto una direzione nuova e matura che ci accompagna verso nuove opportunità per il dramma interattivo di tutti i tipi.