
Hideo Kojima spiega perché nei suoi giochi ci sono pochi attori giapponesi
di: Luca SaatiCon l’uscita di Death Stranding 2: On the Beach su PS5, torna a far discutere la scelta di Hideo Kojima di affidare i ruoli principali dei suoi giochi quasi esclusivamente ad attori occidentali. In una recente intervista con IGN Japan, il celebre game designer ha spiegato le ragioni dietro questa decisione, citando difficoltà tecniche e barriere linguistiche.
Anche in Death Stranding 2, come nel primo capitolo, il cast è composto principalmente da volti noti di Hollywood, come Norman Reedus, Léa Seydoux ed Elle Fanning. L’unica attrice giapponese presente tra i protagonisti è Shioli Kutsuna, nel ruolo di Rainy.
Kojima ha spiegato così la sua scelta:
“Le registrazioni avvengono in uno studio a Los Angeles, quindi diventa complicato se gli attori non parlano inglese a livello madrelingua. Ho cercato qualcuno che parlasse giapponese ma anche inglese perfetto, ed è stato difficile. Kutsuna è cresciuta in Australia, parla inglese fluentemente, e quando l’ho conosciuta mi è sembrata una persona splendida, così abbiamo deciso di collaborare”.
Il game director ha poi aggiunto di voler coinvolgere più attori giapponesi, soprattutto giovani, ma ha sottolineato che ci sono sfide tecniche nella riproduzione digitale del loro aspetto rispetto ad attori occidentali o più anziani.
“È difficile far sembrare realistici gli attori asiatici. Le donne e i giovani, in particolare, hanno una pelle bellissima e liscia. Gli asiatici, non solo i giapponesi, sono noti per avere una pelle così perfetta che finisce per sembrare finta, come generata al computer.
Al contrario, è più facile ottenere buoni risultati con persone più anziane o con molte lentiggini, perché i dettagli risaltano meglio. In passato ho cercato di usare attori giapponesi, ma era difficile renderli fedeli alla realtà. Tuttavia, stavolta ho utilizzato una nuova tecnologia e sono abbastanza soddisfatto del risultato. Anche se vorrei fare ancora meglio in futuro”.
Infine, Kojima ha affermato che gli piacerebbe continuare a lavorare con attori giapponesi e ha persino lasciato intendere che un giorno potrebbe ambientare un gioco interamente in Giappone. Una possibilità interessante, considerando che la quasi totalità dei suoi titoli fino ad oggi si è svolta fuori dai confini nipponici.