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Hideo Kojima ha lasciato una chiavetta USB con idee per i giochi da sviluppare dopo la sua morte

di: Luca Saati

Hideo Kojima, celebre creatore della saga Metal Gear e Death Stranding, ha rivelato di aver riflettuto profondamente sul futuro della sua carriera e della sua casa di sviluppo, Kojima Productions, dopo una grave malattia avuta durante la pandemia. In un’intervista concessa a Edge Magazine, il game designer giapponese ha raccontato di aver lasciato ai suoi collaboratori una chiavetta USB contenente idee per futuri progetti, da utilizzare anche dopo la sua scomparsa.

Il momento di svolta, ha spiegato Kojima, non è stato tanto il compimento dei 60 anni — avvenuto durante lo sviluppo di Death Stranding 2 — quanto l’esperienza personale vissuta durante la pandemia. Colpito da una grave malattia e sottoposto a un intervento chirurgico agli occhi, il creatore ha dovuto affrontare il pensiero della mortalità.

“Fino ad allora non mi sentivo vecchio. Pensavo che avrei potuto creare per sempre. Ma poi mi sono ammalato, e non riuscivo a creare nulla. Ho visto molte persone intorno a me andarsene. Sono stato costretto a confrontarmi con la morte.”

Da questa consapevolezza è nata l’urgenza di sfruttare al massimo il tempo rimasto, e di garantire un futuro creativo alla sua azienda. Kojima ha così deciso di dedicarsi a più progetti contemporaneamente, come il misterioso OD sostenuto da Xbox, l’action spionistico Physint in collaborazione con Sony, e, naturalmente, l’imminente Death Stranding 2.

Durante la malattia, ha anche percepito chiaramente il desiderio del pubblico di vederlo tornare a un’esperienza simile a Metal Gear, da cui è nata l’idea di sviluppare Physint, una nuova IP incentrata sull’infiltrazione e l’azione, ispirata al genere che lo ha reso celebre.

Kojima ha infine raccontato di aver pensato anche a un possibile passaggio al cinema, ma amici registi come Guillermo del Toro e Nicolas Winding Refn — entrambi apparsi in Death Stranding — gli hanno consigliato di rimanere fedele ai videogiochi. La sua priorità resta quella di continuare a creare, ma anche di costruire basi solide per un futuro in cui Kojima Productions possa sopravvivere alla sua figura.

“Ho lasciato una chiavetta USB con tutte le mie idee alla mia assistente personale, una sorta di testamento. Spero che possano continuare a creare cose anche quando io non ci sarò più. È una mia grande preoccupazione: cosa ne sarà di Kojima Productions dopo di me? Non voglio che si limitino solo a gestire le IP esistenti.”