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Google Stadia: un report rivela i costi folli dei porting

di: Luca Saati

A inizio Febbraio Google ha annunciato la chiusura dei suoi studi interni dedicati alla produzione dei videogiochi per concentrarsi su altri aspetti riguardanti il progetto Stadia.

In un report dell’insider e giornalista di Bloomberg, Jason Schreier, scopriamo alcune delle ragioni dietro quello che rischia di essere un fallimento del progetto Stadia.

Il primo grande problema di Google è stato quello di voler gareggiare sin da subito con le console senza partire sul basso e senza avere quel background che Sony, Microsoft e Nintendo possono vantare sulle proprie spalle. Se fosse iniziato dal basso ci potevano essere ampi margini di crescita, ma promettere di essere il futuro del gaming e sfidare big come Xbox e Playstation si è rivelato fatale.

Il secondo punto riguarda le enormi cifre che il colosso di Mountain View ha pagato ai publisher per realizzare i porting dei videogiochi per Stadia. Si parla di decine di milioni di dollari per ogni singolo gioco: con i soldi spesi per il porting di Red Dead Redemption 2 Google poteva realizzare un videogioco esclusivo. Altro esempio citato da Schreier sono i 20 milioni pagati a Ubisoft per i porting di Assassin’s Creed e The Division, che magari potevano essere spesi per investire 1 milione su 20 piccoli team di sviluppo per creare progetti davvero interessanti.

Il lancio non è poi stato dei migliori con lo Starter Kit che comprendeva Chromecast Ultra, controller e tre mesi di abbonamento a Google Stadia Pro venduto a oltre 100 dollari e con diverse limitazioni. Google si aspettava vendite migliori.