
Ghost of Yotei, Sucker Punch: “Breath of the Wild ed Elden Ring sono lo standard per gli open world”
di: Donato MarchisielloIn un’intervista con GamesRadar+, i direttori creativi di Ghost of Yotei, Nate Fox e Jason Connell, rispondono alla domanda su quali giochi, a loro avviso, catturino al meglio la magia degli open-world, quella stessa magia che permette ai fan di perdersi in ciò a cui stanno giocando. I due citano rapidamente due icone del genere: The Legend of Zelda: Breath of the Wild ed Elden Ring. “Sono un punto di riferimento”, afferma Connell, con Fox che aggiunge che i giochi citati sono “squisiti”.
La forte enfasi sulla scoperta presente in Breath of the Wild, Elden Ring e, naturalmente, Ghost of Tsushima, è un elemento a cui Sucker Punch ha dato priorità durante lo sviluppo di Ghost of Yotei. Il sequel open-world di Tsushima è stata l’occasione per “continuare a spingere” in questo senso, come spiega Connell. “L’obiettivo è mantenere le persone coinvolte e immerse nel mondo, e ci piace molto questo design.”
Nel nuovo gioco, mercanti e quest givers possono visitare i giocatori mentre sono accampati, evitando loro di dover cercare le icone sulla mappa. Durante le avventure, gli utenti potranno anche usare un cannocchiale per individuare attività o punti di interesse. “Cose come i giganteschi diari delle missioni esistono da molto tempo, vero? Questa lista gigantesca di tutte le cose che hai fatto, che puoi fare e che farai… è quasi opprimente”, descrive Connell.
“Abbiamo scelto di provare a trovare nuovi modi per presentare le informazioni pur rimanendo accessibili, perché le persone vogliono esplorare e giocare in modi diversi”, continua. “Alcuni vogliono davvero sapere dove si trova il sentiero d’oro e impegnarsi. Altri forse hanno una maggiore propensione all’esplorazione.” Il responsabile del gioco fa una giusta osservazione: si tratta di trovare un equilibrio, e Ghost of Yotei fa proprio questo.