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Game Key Card, Capcom le considera come prodotti digitali e non fisici

di: Donato Marchisiello

C’è sicuramente aria di tempesta sulle recenti Game Key Card, rivelate da Nintendo nei mesi scorsi. Per chi ignorasse l’argomento, si tratta di “schede fisiche” di gioco che però, contrariamente al passato, fungono da “attivatore” di un download e non contengono nessun dato di gioco. Sulla controversa questione ci sono le più disparate opinioni ma… cosa ne pensano le grandi case di distribuzione? Proprio a questo proposito, Capcom ha rivelato che i titoli distribuiti tramite Game-Key Card saranno conteggiati come vendite digitali ai fini della sua contabilità. L’azienda ha rivelato questo durante il suo recente report finanziario, rispondendo a una domanda su se Street Fighter 6 per Switch 2 (venduto tramite Game-Key Card) sarebbe considerato una vendita fisica o digitale.

La domanda è stata probabilmente posta perché le copie fisiche dei giochi tendono ad avere costi di gestione più elevati rispetto alle copie digitali. Mentre le copie digitali possono essere vendute direttamente tramite lo store del proprietario della piattaforma – in questo caso l’eShop – le copie fisiche, d’altro canto, comportano spesso costi aggiuntivi, come i costi di produzione, trasporto e persino perdite. In generale, le copie fisiche tendono a offrire un margine di profitto inferiore rispetto alle copie digitali, dove l’editore ricava il 70% del prezzo di vendita del gioco, a seconda degli accordi stipulati con il proprietario della piattaforma.

Il sistema ha ricevuto parecchie critiche, soprattutto da parte di coloro che nel settore hanno a cuore la conservazione dei videogiochi. Tra i critici più noti delle Game-Key Cards c’è Stephen Kick, CEO di Nightdive Studios, che ha definito il nuovo sistema “scoraggiante”, perché rischia di far perdere i giochi pubblicati tramite il sistema nel caso in cui Nintendo dovesse mai chiudere i suoi server.