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FTC vs Microsoft: l’udienza si è conclusa e adesso aspettiamo solo il verdetto finale

di: Luca Saati

Dopo cinque giorni estenuanti, si è conclusa l’udienza che ha visto la Federal Trade Commission (FTC, ovvero l’antitrust americano) contrapposta a Microsoft per l’acquisizione di Activision Blizzard. Cinque giorni caratterizzati da momenti avvolte assurdi con una FTC che si è mostrata più volte impreparata su alcuni aspetti dell’industria videoludica, momenti divertenti come il meme di Yakuza Phil che potete vedere poco più sopra (Phil Spencer in giacca e cravatta resterà nella memoria per i decenni a venire) o i documenti redatti male da Sony, e tantissime testimonianze che hanno svelato molti retroscena su quella che è a tutti gli effetti l’acquisizione più grande della storia dei videogiochi.

Dopo aver ascoltato le testimonianze, esaminato documenti e dati finanziari, c’è stato ovviamente il momento delle discussioni conclusive tra il giudice, l’FTC e Microsoft.

L’FTC è stata la prima a parlare con il giudice che ha fatto alcune domande per capire l’importanza di Call of Duty. Il giudice Corley vuole sapere qual è il danno per i consumatori se la fusione va avanti e se saremmo qui se Sony avesse un accordo con Microsoft per Call of Duty. L’FTC ci tiene a precisare che si, l’udienza si sarebbe comunque svolta a causa delle preoccupazioni per gli altri mercati (cloud ecc).

La discussione è proseguita con il giudice che ha messo in dubbio le prove della FTC. Il giudice Corley fa riferimento al fatto che il 62% di tutti i possessori di PlayStation non gioca affatto a Call of Duty e che quindi oltre la metà degli utenti della console Sony non sentirebbero la mancanza della saga di Activision in caso di un’eventuale esclusiva. Inoltre non è chiaro come si calcolerebbe la percentuale delle persone che passerebbero a Xbox e se quindi Microsoft ne gioverebbe dall’eventuale esclusiva. Ci sono voluti ben tre avvocati dell’FTC per fare chiarezza (invano) sulla questione dimostrando come l’analisi dell’esperto economista dell’antitrust americano, il dottor Lee, sia stata piuttosto fallace e imprecisa a contrario di quella dell’economista di Microsoft, la dottoressa Bailey.

La discussione si è poi spostata sull’eventuali alternative per il consumatore dato che molti giochi esclusivi Xbox si possono giocare anche su PC e, teoricamente, tutti hanno un PC a casa. Qui magari qualcuno dell’FTC avrebbe dovuto spiegare al giudice che i PC da gaming richiedono una GPU dedicata per giocare aumentando notevolmente il prezzo e la complessità rispetto ai PC che le persone hanno tipicamente a casa o usano per lavorare in smart working così come i dati che mostrano che la stragrande maggioranza delle vendite di PC sono laptop, che non hanno la capacità di giocare a giochi come Call of Duty. E invece l’FTC ha nuovamente dimostrato di non capire il mercato del gaming.

Successivamente, sempre legandosi a Call of Duty, si è passato ad alcuni precedenti come l’esclusiva di Final Fantasy o la mancanza dei dev kit di PS5 per sviluppare l’apposita versione di Minecraft.

L’avvocato di Microsoft ha fatto notare come le esclusive sono una normalità del mercato e che il colosso di Redmond vorrebbe eliminare questo modo di fare, ma Sony è il leader di mercato grazie proprio a questo sistema.

La mancanza di dev kit, afferma l’FTC, potrebbe inoltre portare a una versione di Call of Duty “deficitaria” su Playstation  e che quindi l’eventuale acquisizione rappresenterebbe un danno per Sony. Qui il giudice ha criticato aspramente l’antitrust poiché vanno protetti i consumatori e non Sony. Una precisazione dovuta poiché in più di un’occasione è sembrato che l’antitrust abbia agito più per difendere la casa di Playstation che i consumatori.

L’altro argomento che ha tenuto banco è ovviamente quello del cloud e dei servizi in abbonamento. Appare chiaro come Xbox Game Pass sia la chiave di volta dell’impegno di Microsoft nell’industria del gaming e che Activision Blizzard sia strategico per la crescita del servizio. L’FTC sostiene che approvando l’acquisizione non si permette ad altri competitor di entrare in modo aggressivo nel mercato del cloud gaming danneggiando così i consumatori che non avranno altra scelta aldifuori del servizio di Microsoft.

Il giudice fa notare come la stretta dell’antitrust sul cloud abbia spinto Microsoft a siglare accordi con altre aziende per portare i giochi di Activision su altri servizi e piattaforme al di fuori di Xbox Game Pass, basti pensare a Nvidia, Nintendo e così via. Microsoft fa così notare come senza questi accordi (e quindi senza acquisizione) nessuno avrebbe Call of Duty e gli altri giochi di Activision a disposizione sul cloud. L’FTC si difende sostenendo che Microsoft stia “definendo i termini della concorrenza di mercato da sola” e che Microsoft non ha accordi con Google o Amazon, quindi stanno scegliendo con quale azienda trattare. Effettivamente con Google non ci sono accordi in quanto Stadia è morto, ma è interessante notare che Microsoft non abbia firmato un accordo con Amazon per Luna. L’FTC inoltre afferma di “non avere prove di cosa portino effettivamente questi accordi” e di non poter quindi “dichiarare la vittoria per conto dei consumatori” sulla base di quelli che ritiene siano accordi messi insieme frettolosamente, con alcuni firmati alla vigilia delle decisioni normative.

Il giudice afferma che Call of Duty su Game Pass magari potrebbe fare pressione su Sony per mettere “il gioco di Thor” (riferendosi a God of War) su Playstation Plus, ma l’FTC sostiene che senza la fusione Activision potrebbe fare il proprio accordo Call of Duty per PlayStation Plus, ma questo accordo esclude tale opzione.

L’udienza si è conclusa con un ritorno su Call of Duty che appare chiaro quanto sia centrale per il caso e che sarà l’ago della bilancia che farà prendere la decisione finale al giudice.

Giudice Corley: Non saremmo qui se Microsoft realizzasse Call of Duty. È il diritto di acquisto. Non traiamo vantaggio solo comprandoci l’un l’altro. Traiamo vantaggio dal mantenere le cose separate e quindi incentivare le persone a creare se stesse.

Microsoft: Non è vero. Vogliamo gruppi più piccoli per creare contenuti, giusto? E il fatto che qualcuno abbia acquistato – e non sono più piccoli – Activision… producono contenuti popolari e qualcun altro vuole comprarli per distribuirli, e poi qualcun altro vuole fare più contenuti. E questa è l’arte che va avanti sia che si tratti di film, giochi, televisione, nessuno dice che se non hai questo gioco, o questo programma televisivo o film, non puoi competere.

Con l’udienza terminata, il giudice Corley ora esaminerà le argomentazioni, le prove e le testimonianze presentate e prenderà la sua decisione nei prossimi giorni. L’ordine sarà archiviato sotto sigillo, quindi il pubblico non lo scoprirà immediatamente, anche se sicuramente FTC e Microsoft saranno ansione di far sapere al mondo il verdetto quando verrà trasmesso.