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FTC vs Microsoft: le testimonianze di due esperti di economia

di: Luca Saati

Oltre alla testimonianza di Jim Ryan, boss di Playstation, e Phil Eisler, capo del team di GeForce Now di Nvidia, il terzo giorno in tribunale in cui si sta discutendo sull’approvazione o meno dell’approvazione di Activision da parte di Xbox ha visto la testimonianza di due esperti di economia: il dottor Robin Lee e la dottoresa Elizabeth Bailey. Quanto dichiarato dai due esperti non è sempre stato semplicissimo da seguire, ma cerchiamo di fare un recap così da mettere un punto sul Day 3.

A parlare per primo è stato l’economista e professore dell’università di Harvard, il dottor Robin Lee, che ha preso posizione per la FTC. Il dottor Lee aveva già presentato la sua testimonianza per iscritto, di conseguenza il procedimento giudiziario è passato direttamente al controinterrogatorio con l’avvocato di Microsoft Beth Wilkinson che ha cercato di mettere in difficoltà l’esperto riuscendoci almeno in parte.

Il primo argomento trattato è quello solito riguardante Nintendo Switch. Secondo Lee, Nintendo Switch non rientra nel mercato delle console ad “alte prestazioni” di cui fanno parte PS5 e Xbox Series X|S andando così a supportare quanto dichiarato da Jim Ryan, capo di Playstation.

L’avvocato di Microsoft ha portato alla luce documenti di Sony in cui descrive Nintendo Switch come un concorrente, ma Lee è stato piuttosto evasivo nelle sue risposte. Una discussione questa piuttosto noiosa in questi tre giorni, poiché appare chiaro come PlayStation e Xbox competono con Nintendo Switch, ma non nello stesso modo in cui competono tra loro.

Il dottor Lee ha presentato due modelli (condivisione e preclusione) per analizzare l’impatto che potrebbe avere l’accordo tra Xbox e Activision sulla concorrenza partendo dal presupposto che Call of Duty diventi esclusiva dell’ecosistema di Microsoft.

Il modello di condivisione misura le vendite complessive della console gen 8 in Nord America (Xbox One / PS4) e quindi applica un risultato probabile se Call of Duty fosse rimosso da PlayStation. Prevede che nel mercato delle console ci sarebbe uno spostamento della quota di 8,9 punti percentuali, sulla base dei dati di vendita passati delle console Xbox One e PS4. Questo modello azionario utilizza solo i dati del mercato nordamericano e nessun tasso di conversione presunto. Il modello di condivisione non prevede lo spostamento della condivisione della libreria dei contenuti, né il cloud gaming.

Il modello di preclusione misura le vendite globali delle console della gen 9 (Xbox Series S/X e PS5) per prevedere il futuro. Gli input nel modello di preclusione non sono gli stessi del modello di condivisione, poiché ha un tasso di conversione che presuppone che il 20% dei giocatori di Call of Duty si converta a Xbox. In questo modello di preclusione prevede uno spostamento della quota di 5,5 punti percentuali. Il modello è progettato per capire a che punto i vantaggi supererebbero il costo se Microsoft dovesse togliere Call of Duty alla concorrenza. Il modello di preclusione non prevede lo spostamento della condivisione della libreria dei contenuti, né il cloud gaming. L’avvocato di Microsoft sostiene che se il Dr. Lee si sbaglia sul tasso di conversione del 20 percento nel modello di preclusione, e che se fosse del 15 percento allora “Xbox non avrebbe un netto positivo per essere incentivata o una ragione” per trattenere Call of Duty.

Successivamente c’è stato un botta e risposta tra il Dr. Lee e l’avvocato Wilkinson con l’esclusività o meno di Call of Duty che ha continuato a tenere banco. Il primo ha sottolineato che l’eventuale esclusiva di Call of Duty nei servizi in abbonamento possa rappresentare un vero pericolo e con l’avvocato che di pronta risposta ha fatto notare che così si ammette che l’esclusiva non rappresenti un vero pericolo per le vendite console. L’avvocato ha poi menzionato anche l’analisi dell’antitrust britannico che ricordiamo ha espresso preoccupazioni solo sul cloud ed ha convenuto che Microsoft trarrebbe solo svantaggi dall’esclusiva console di Call of Duty.

Il discorso si è quindi spostato sul cloud gaming con il dr. Lee che ha paragonato Xbox Game Pass a Netflix con Microsoft che potrebbe essere incentivata ad aumentare i prezzi essendo in possesso di contenuti chiave come i giochi di Activision e se i consumatori passerebbero a un altro abbonamento o acquisterebbero i giochi individualmente. La FTC afferma che è difficile giudicare i danni in un mercato nascente come il cloud in quanto è un mercato che sta ancora accogliendo nuovi competitor. Inoltre è stato ribadito che quello del cloud gaming è un mercato separato, mentre Microsoft dall’altra parte ribadisce che si tratta di una funzionalità aggiuntiva.

L’acquisizione di contenuti di Activision da parte di Microsoft potrebbe avere un impatto sui servizi di cloud gaming più piccoli e su quelli emergenti. Il dr. Lee afferma che chi entra ora nel mercato del cloud gaming può avere più possibilità di successo rispetto ad altri mercati più maturi (come quello console, ndr) poiché avrebbe a disposizione più contenuti da offrire. Per questo l’eventuale acquisizione potrebbe precludere quei contenuti ai nuovi arrivati con danni significativi nel futuro di questo mercato. Anche se viene fatto notare che i giochi di Activision Blizzard non sono mai stati disponibili nei servizi ad abbonamento e con l’eventuale acquisizione arriverebbero non solo in Xbox Game Pass ma anche in altri servizi come GeForce Now.

Proprio per questo la Commissione europea ha concordato una licenza gratuita per i consumatori nei paesi dell’UE che consentirebbe loro di giocare in cloud i giochi di Activision Blizzard su qualsiasi servizio di streaming a patto di aver acquistato almeno una volta la licenza. Ai fornitori di servizi cloud verrà inoltre offerta una licenza gratuita per lo streaming di questi giochi nei mercati dell’UE. Detto in parole povere: acquisto Call of Duty: Modern Warfare II su Xbox e automaticamente posso utilizzare la sua versione cloud su qualsiasi servizio a partire da GeForce Now e compagnia. Microsoft ha già affermato che applicherà questa offerta automatica a livello globale, ma la FTC ha ampiamente respinto i potenziali accordi cloud di Microsoft.

A chiudere la giornata in tribunale è stata l’esperta di economia di Microsoft. La dottoressa Elizabeth Bailey ha aperto la testimonianza affermando di non ritenere essenziale una serie come quella di Call of Duty andando contro il pensiero di Lee e di tutta l’FTC, così come del giudice Corley, che in precedenza hanno descritto la serie FPS come un unicorno. Il dottor Bailey ha affermato che i mercati del dottor Lee sono “troppo ristretti” e che la fusione amplierà la portata dei contenuti.

Successivamente ci si è spostati sul mercato mobile che, come dichiarato più volte, è la motivazione principale che ha spinto Microsoft ad acquisire Activision. Bailey afferma che il mercato mobile rappresenta il 70% del mercato complessivo del gaming per un valore di 150 miliardi di dollari. Il PC Gaming ha un valore da 33 miliardi, il gaming su console di 28 miliardi.

“Xbox rappresenta meno della metà delle entrate del gioco mobile. Anche Activision Blizzard è molto piccola nei giochi per dispositivi mobili. Quindi, insieme, avranno il 3,8 percento del mercato mobile.”

Bailey ha poi criticato i modelli di Lee poiché si limitano solo al mercato nord americano e non a livello globale. Bailey, che aveva i medesimi dati di Lee, ha analizzato i dati di gioco per determinare la popolarità dei giochi negli USA e nel resto del mondo scoprendo che non c’è molta differenza tra i giochi più giocati in Nord America e quelli in altri paesi del mondo.

Bailey ha concluso sottolineando come Call of Duty sia un franchise importante, ma non così tanto come tutti vogliono far credere, basti vedere Nintendo Switch che senza la serie FPS è cresciuta del 35%.