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Fares, “sì all’IA, servono più giochi coop in locale”: le parole del creatore di It Takes Two
di: Donato MarchisielloÈ un Josef Fares incontenibile quello che, nelle scorse ore, si è lanciato in diversi punti di vista, come sempre, “furoreggianti” su argomenti di una certa rilevanza. Il director ha parlato di diverse questioni, a partire dal suo prossimo titolo cooperativo Split Fiction e dei suoi giochi precedenti come It Takes Two. Proprio a questo proposito, Fares, durante un’intervista rilasciata a GamesRadar, si è mostrato incredulo nei riguardi di una atavica carenza di giochi cooperativi in locale.
“Gli altri publisher non lo fanno, e per me è pazzesco”, ha detto Fares. “Così tante persone giocano a questi giochi, e la gente li ama. Voglio dire, sto guardando Ubisoft, che ora è in difficoltà, e spero che qualcuno ascolti questa intervista, ma perché non prendono [il protagonista di Splinter Cell] Sam Fisher e fanno un gioco solo in split-screen?” ha sottolineato Fares.
“Non fatevi scrupoli a fare il single-player; dite che è solo split-screen”, ha continuato Fares. “Boom, ecco fatto. Il successo è assicurato e posso garantirvi che venderanno un’enorme quantità di copie. Non c’è nemmeno bisogno che lo facciano alla maniera di Hazelight; perché non ascoltano questa [intervista] e dicono: ‘Oh, ha ragione’. È un successo garantito per loro; è per voi, Ubisoft”.
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Il creatore di It Takes Two, in un’altra intervista rilasciata questa volta a VGC, si è poi focalizzato sul futuro dello sviluppo videoludico e, in modo particolare, sull’utilizzo delle intelligenze artificiali. Fares ha dichiarato di ritenere che i progressi dell’IA potrebbero avere un impatto sul mondo maggiore di quello di Internet. “Dobbiamo adattarci”, ha detto Fares alla domanda sul rischio dell’IA nello sviluppo. “Se fa parte dell’industria dovremmo vedere come implementarla per ottenere giochi migliori. Posso capire il fatto che alcune persone potrebbero perdere il lavoro, ma questo vale per ogni nuova tecnologia.
“Ne usciranno cose brutte e cose belle. Non si può semplicemente chiudere gli occhi. Credo che l’IA avrà un impatto sul mondo maggiore di quello che ha avuto Internet, alla fine. Ci vorrà ancora molto tempo prima di poterla utilizzare in uno sviluppo effettivo, almeno non da noi, forse altri potranno farlo” ha sottolineato Fares.