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Dying Light: The Beast, è uno degli open world “più densi sul mercato”: parola di Techland

di: Donato Marchisiello

Dying Light: The Beast, come altri titoli del franchise Dying Light, presenterà un mondo aperto che i giocatori potranno esplorare liberamente. Parlando del gioco in una recente intervista con GamesRadar, il franchise director Tymon Smektala ha affermato che l’aspetto più divertente di un gioco open world raramente risiede nelle dimensioni del mondo; piuttosto, è il divertimento nell’esplorarlo.

“Gli open world non sono una questione di scala”, ha affermato Smektala. “Sono una questione di sensazione di essere lì. Quindi possiamo creare un open world che forse non è altrettanto esteso, ma se è realizzato a mano, se sembra reale, la soddisfazione del giocatore di trovarsi in quel mondo è molto maggiore”.

Smektala ha sottolineato come altri giochi open world tendano ad avere “centri di attività”, ma raramente ci sia qualcosa di intermedio tra questi centri. Con Dying Light: The Beast, lo sviluppatore Techland sta cercando di evitare questo tipo di struttura di gioco. Smektala ha affermato che “stavamo cercando di realizzare giochi Dying Light open-world in cui si gioca costantemente, si interagisce costantemente con il controller e si premono pulsanti in continuazione”. “Dying Light è probabilmente uno dei giochi open-world più densi sul mercato”, ha affermato, proseguendo dicendo che lo studio vuole creare un mondo “in cui ci si guarda costantemente intorno, in cui ci si sente costantemente immersi, immersi nell’emozione”.