Un report di Stephen Totilo su Game File ha svelato alcuni retroscena sulla recente ondata di licenziamenti in Bungie che ha colpito 220 persone.

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Secondo quanto riportato, la causa principale dei problemi di Bungie sembra essere stata la sopravvalutazione delle prospettive finanziarie da parte dei dirigenti dello studio. Una fonte ha dichiarato:

“Credo che Sony abbia pagato troppo per Bungie. Credo che Bungie abbia venduto cose che non era in grado di realizzare”.

Si sostiene che Bungie abbia venduto idee che non è stata in grado di realizzare e abbia ripetutamente mancato gli obiettivi finanziari fissati da Sony. Inoltre, sembra che lo studio stia subendo perdite finanziarie costanti da quando è stato lanciato Destiny 2: Lightfall nel 2023. I suddetti tagli di posti di lavoro di ottobre sarebbero stati effettuati nel tentativo di dimostrare ai dirigenti di Sony che lo studio stava prendendo seri provvedimenti per correggere la propria situazione finanziaria, ma il rapporto sostiene che anche la dirigenza di Bungie si sia resa conto che i tagli non erano sufficienti.

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Si sostiene che la dirigenza di Bungie avesse già pianificato la recente ondata di licenziamenti fin dai primi mesi del 2024, indicando che il successo commerciale di Destiny 2: The Final Shape non sarebbe stato sufficiente a evitare i licenziamenti di massa.

A prescindere da tutto, la recente espansione di Destiny 2 non ha rispettato le aspettative di vendite dello studio: The Final Shape sembra aver registrato vendite inferiori a Lightfall al momento del lancio. Non sono bastati neanche gli elogi della critica a spingere le vendite di The Final Shape. Quest’ultima ha un punteggio Metacritic di 89 contro il 69 di Lightfall.

Il sentimento generale di ex e attuali dipendenti sembra essere che la leadership di Bungie sia stata responsabile della cattiva gestione dello studio, e che nemmeno la vendita a Sony sarebbe stata un’alternativa migliore.

“La storia alternativa è l’insolvenza.”

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Intanto sembra che la roadmap di Destiny 2 non subirà cambiamenti nonostante i licenziamenti.

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