Questa è una analogia che spesso usiamo: stiamo cercando di creare un gioco che sia pepato. E vogliamo renderlo più pepato possibile. Ma deve essere commestibile e di buon sapore, in modo che vi lasci il desiderio di averne ancora.

Numero uno, la difficoltà non dipende dal livello di abilità dell’utente. Non abbiamo creato un gioco dove i giocatori che reagiscono più velocemente o premono i pulsanti con maggiore rapidità riescano meglio degli altri. Secondo, quando un giocatore muore, noi cerchiamo di lasciargli un senso di “forse se provassi una strategia diversa, potrei farcela”.
Le cose che perdete nella morte possono essere recuperate nel luogo le avevate ottenute provando un’altra volta. Cerchiamo di dare ai giocatori un sacco di libertà per definire il loro proprio stile di gameplay ed abbiamo implementato abbastanza contenuti per permettere agli utenti di continuare a mettersi alla prova e perpetrare nel fare progressi.

Un altro aspetto è la difficoltà basata sulla mancanza di ripetitività. Non vogliamo che gli utenti debbano continuamente intaccare la salute dei nemici. Abbiamo creato tutti i personaggi – inclusi i nemici ed il giocatore – per avere grande potere di attacco ma bassa difesa. Non voglimo che gli utenti feriscano e feriscano e feriscano per sconfiggere il nemico. E’ più strategico. Vogliamo che l’utente pensi “se schivo questo nemico, forse posso superarlo”. Non vogliamo giocatori frustrati dal fare la stessa cosa ancora e ancora.