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Cyberpunk 2077, CD Projekt RED risponde alle accuse sulla falsa demo e non solo

di: Luca Saati

Vi abbiamo segnalato del report di Jason Schreier su Bloomberg riguardanti i retroscena sullo sviluppo travagliato di Cyberpunk 2077. Il report ha attirato l’attenzione di CD Projekt RED con il capo dello studio Adam Badowski che ha risposto a una serie di punti.

Cyberpunk 2077: gli sviluppatori credevano a un’uscita nel 2022, spuntano retroscena sullo sviluppo

Sulla presunta falsa demo del 2018, Badowski ha spiegato che è normale presentare a una fiera, due anni prima del lancio, una demo che rappresenta la visione del team, ma questo non vuol dire che sia falsa. Chi non conosce l’ambiente, non sa che i videogiochi non sono realizzati in modo lineare che iniziano a sembrare al prodotto finale solo pochi mesi prima del lancio:

“Se guardi quella demo ora, è diversa sì, ma è a questo che serve la filigrana “lavori in corso”. Il nostro gioco finale sembra e funziona molto meglio di quanto fosse mai stata la demo.”

Sulla mancanza di alcune feature, Badowski sottolinea che fa parte del processo di creazione aggiungere o togliere delle funzionalità in base a se queste funzionano o meno. Badowski continua spiegando che la visione del team presentata in quella demo si è evoluta in un videogioco che ha preso voti eccelsi nelle recensioni dell’edizione PC con molti 9 e 10.

“Per quanto riguarda le console di vecchia generazione, sì, questo è un caso diverso, ma stiamo lavorando duramente per eliminare i bug (anche su PC – sappiamo che non è nemmeno una versione perfetta) e siamo orgogliosi di Cyberpunk 2077 come gioco e visione artistica. Non è tutto ciò che chiamerei disastro.”

Il gioco non era pronto nel 2020 e il team si aspettava un lancio nel 2022? Badowski si difende affermando che nel report vengono prese in considerazioni le dichiarazioni di solo 20 persone, alcune delle quali ex-dipendenti, tutti anonimi ad eccezione di uno. 20 persone, a detta del boss di CD Projekt RED, rappresentano solo una goccia in un oceano composto da ben 500 dipendenti.

Nel report di Schreier si parla anche di casi di emarginazione nei confronti di persone di nazionalità straniera. Badowski ha smentito categoricamente, affermando che CD Projekt RED è un’azienda multietnica e multiculturale composta da persone di 44 nazionalità:

“Tutti qui parlano inglese durante le riunioni, tutte le e-mail e gli annunci a livello aziendale sono in inglese: tutto ciò è obbligatorio. La regola pratica è passare all’inglese quando c’è una persona che non parla una determinata lingua in una conversazione casuale. Tuttavia, è abbastanza normale per i tedeschi parlare tra di loro in tedesco, i polacchi in polacco, gli spagnoli in spagnolo ecc. quando non c’è nessun altro in giro. Sì, è difficile trasferirsi in un altro paese, in un’altra cultura, e lavorare e vivere lì. Ma è un problema universale affrontato dalla compagnie di tutto il mondo, e facciamo del nostro meglio per facilitare la transizione.”

È arrivata poi la risposta di Jason Schreier:

“Adam, apprezzo la tua risposta. Come sono sicuro che tu sappia, il team si è rifiutato di rispondere alle mie domande specifiche o concedere un’intervista prima che il mio articolo venisse pubblicato. Ma, se lo gradisci, mi piacerebbe conoscere il tuo parere in merito agli argomenti che non hai chiarito qui, sarei felice di parlare con te in qualsiasi momento.”