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“Create il gioco che volete giocare”, consiglia il director di Clair Obscur: Expedition 33

di: Luca Saati

Il successo di Clair Obscur: Expedition 33 non è stato solo frutto di fortuna o strategia di marketing, ma soprattutto di passione e autenticità. Lo ha spiegato il director Guillaume Broche in una recente intervista al canale YouTube Pirate Software, sottolineando come l’approccio sincero e personale dello studio Sandfall Interactive sia stato alla base dell’apprezzamento riscosso dal GDR a turni.

“Mi ritengo incredibilmente fortunato per come tutte le stelle si sono allineate. Ma il consiglio che posso dare agli sviluppatori è semplice: non fate giochi pensando a quello che la gente vuole. Fate il gioco che voi volete giocare.”

Secondo Broche, questa filosofia è stata determinante in tutte le decisioni creative durante lo sviluppo di Clair Obscur. Ogni elemento inserito nel gioco doveva essere qualcosa che lui stesso avrebbe apprezzato, evitando compromessi dettati da presunte aspettative di mercato.

“Se qualcosa non mi piaceva, non veniva inserita. Non è narcisismo: è solo che, se qualcosa ti colpisce profondamente come giocatore, probabilmente colpirà anche altri.”

Il director ha evidenziato l’importanza dell’onestà creativa, elemento che – a suo parere – ha contraddistinto molti dei successi indie recenti. Giochi originali, autentici, spesso nati proprio dal desiderio degli sviluppatori di realizzare il titolo dei loro sogni, e non quello che pensavano avrebbe venduto di più.

Broche ammette anche che i suoi gusti, per quanto personali, sembrano fortunatamente coincidere con quelli di un vasto pubblico.

“Ero convinto che Expedition 33 sarebbe stato un gioco di nicchia, e forse lo è. Ma quando c’è sincerità, gioia e verità in un progetto, quel gioco riuscirà sempre a toccare qualcuno.”

Infine, il director ha ringraziato il team di Sandfall Interactive, definendolo straordinario:

“Ancora oggi faccio fatica a credere nella fortuna che ho avuto nel lavorare con una squadra così.”