News

Bungie: retroscena sui licenziamenti, sul futuro di Destiny 2 e sull’ormai cancellato Payback

di: Luca Saati

Il noto giornalista Jason Schreier ha scritto un report su Bloomberg in cui ha parlato dei recenti licenziamenti che hanno colpito Bungie.

Per fare un piccolo recap, qualche giorno fa Bungie è passata da 1.300 a circa 850 dipendenti. Nell’annuncio si parla di 22o dipendenti licenziati, tra cui abbiamo scoperto esserci anche dirigenti senior.

Inoltre l’azienda spera di trasferire altri 155 dipendenti all’interno di Sony per creare un nuovo team che farà parte dei Playstation Studios. Questo nuovo studio lavorare su un progetto che era in sviluppo presso Bungie appartenente al genere action sci-fi che oggi, grazie a Schreier, scopriamo avere il nome in codice Gummybears.

Il giornalista afferma nel suo report di aver sentito circa una decina di fonti tra attuali e ex dipendenti di Bungie che spiegano cosa ha portato a questa seconda ondata di licenziamenti in meno di un anno. Molte delle critiche si sono concentrate sul capo dell’azienda, Pete Parsons, che è stato accusato di non assumersi la responsabilità degli errori commessi e di essere stato troppo ottimista nella comunicazione con il personale.

Si sostiene che l’azienda sia cresciuta troppo rapidamente e che abbia cercato di sviluppare troppi progetti contemporaneamente, anziché focalizzarsi sulla principale fonte di denaro, ovvero Destiny 2. Alcuni dipendenti hanno descritto l’approccio di Bungie come la “magia Bungie”, un mantra fiducioso che implica che l’azienda può far funzionare qualsiasi cosa. In sintesi, la combinazione di una crescita ambiziosa e una gestione errata ha portato a problemi finanziari e licenziamenti in Bungie.

Nel 2014, Bungie ha pubblicato il primo Destiny in collaborazione con Activision Blizzard secondo un contratto che prevedeva di rilasciare nuovi prodotti ogni anno, più precisamente un gioco completo alternato a espansioni. Un calendario insostenibile per lo sviluppatore che ha deciso di separarsi da Activision nel 2019 per poter continuare ad aggiornare Destiny 2 anziché creare un nuovo sequel. Da allora, Destiny 2 è stato trasformato in un live service con regolari aggiornamenti e espansioni. Nel 2022, Sony ha acquistato Bungie per 3,6 miliardi di dollari, interessata a Destiny 2 come modello per espandersi nel mondo dei live service. Grazie a questa acquisizione che ha portato nuova liquidità, Bungie ha assunto molti nuovi dipendenti e ha avviato diversi progetti, tra cui versioni mobili di Destiny, remaster di vecchi giochi e nuovi franchise. La società si trovava in una fase di grande crescita e espansione.

Nel 2023, Bungie ha affrontato diversi problemi, tra cui l’insoddisfazione dei fan per l’espansione Lightfall e le difficoltà nello sviluppo di Marathon. Anche l’espansione successiva di Destiny 2, chiamata The Final Shape, aveva bisogno di tempo extra. Si arriva così alla fine del 2023 in cui, durante una riunione, il CEO di Bungie aveva dichiarato che la società aveva mancato gli obiettivi di guadagno del 45% e stava perdendo denaro. Questo ha portato al licenziamento di un centinaio di dipendenti e al posticipo di The Final Shape e Marathon.

La società madre, Sony, ha nominato un nuovo CEO e ha licenziato 900 persone, mettendo ulteriormente pressione su Bungie per aumentare la redditività. Il presidente di Sony Interactive Entertainment ha criticato pubblicamente Bungie, chiedendo una maggiore “responsabilità”. Neanche il successo di critica di The Final Shape ha risollevato Bungie, con l’espansione che ha venduto meno di Lightfall e lo studio che nel mentre si preparava già ad effettuare i tagli annunciati questa settimana.

Tra i progetti cancellati dallo studio troviamo Payback, un nuovo progetto ambientato nel mondo di Destiny. Non si trattava di un terzo capitolo, ma di uno spin-off che avrebbe sconvolto la formula della serie in modo significativo. Secondo le fonti, il ioco sarebbe passato da una prospettiva in prima persona a una in terza persona e avrebbe permesso ai giocatori di utilizzare i personaggi del franchise per esplorare un mondo vasto, collaborando per combattere mostri e risolvere enigmi. Il progetto ha preso elementi da giochi popolari come Warframe e Genshin Impact.

La cancellazione di Payback dovrebbe servire allo studio per dare priorità a progetti più imminenti come Marathon, la cui uscita è prevista per il 2025. Anche Destiny 2 continuerà a ricevere nuovi contenuti, anche se, secondo le fonti, lo studio non si occuperà più di espansioni regolari a pagamento viste le vendite calate di anno in anno.

Il nuovo direttore di Destiny 2, Tyson Green, ha suscitato ottimismo tra i membri dello staff, che sperano di trattenere e attirare i giocatori tramite contenuti su scala ridotta e gratuiti. Bungie, infatti, punta a offrire nuovi aggiornamenti, come Into the Light, che è stato ben accolto dai giocatori. L’obiettivo è quello di apportare modifiche alle attività per interessare i giocatori più appassionati. Nel lungo termine, Bungie ha in programma di sviluppare una trama che esplorerà nuovi personaggi e mondi. Nonostante le speculazioni su un possibile Destiny 3, non ci sono progetti attualmente in corso. Invece, Bungie sta lavorando per rendere l’ingresso a Destiny 2 più agevole, magari tramite un rebranding, al fine di attrarre nuovi giocatori che potrebbero essere intimiditi dalla complessità del gioco.

I dipendenti di Bungie che hanno perso il lavoro stanno ricevendo pacchetti che includono almeno tre mesi di indennità di licenziamento e benefici per la salute, hanno detto le persone che hanno familiarità. Ma proprio come nel caso dei licenziamenti dell’anno scorso, tutti coloro che hanno ricevuto azioni dall’acquisto di Sony non ancora maturate le vedranno sparire – un altro doloroso colpo di scena per la turbolenta acquisizione.