Bungie, l’ex director Barrett denuncia lo studio e Sony: “Reputazione distrutta artatamente”
di: Donato MarchisielloL’ex direttore del reboot di Marathon Chris Barrett ha intentato una causa contro Bungie e Sony per aver “deliberatamente distrutto la sua reputazione insinuando falsamente e pubblicamente di aver ‘indagato’ su Barrett e di aver ‘scoperto’ che aveva commesso abusi sessuali”. In aggiunta, in base a quanto dichiarato dall’ex Barrett, per evitare anche di pagargli 45 milioni di dollari che a detta dello stesso gli sarebbero dovuti.
Barrett è stato licenziato da Bungie all’inizio di quest’anno in seguito ad un’indagine interna su comportamenti inappropriati nei confronti di colleghe. Nei documenti del tribunale, gli avvocati di Barrett suggeriscono che il suo ex datore di lavoro “non si preoccupava del fatto che nulla di tutto ciò fosse vero; avevano motivazioni evidenti per il loro sfacciato piano”, volendo solo “spostare la colpa e distogliere l’attenzione dai loro enormi fallimenti aziendali”.
“E per raggiungere questi obiettivi aziendali, erano disposti a sacrificare Barrett”, affermano i documenti redatti dagli avvocati di Barretti (via VentureBeat). “A Barrett non è mai stato chiesto se avesse mai tenuto una condotta sessuale inappropriata, se avesse mai inviato materiale sessuale o pornografico inappropriato a un collega, o se avesse mai compiuto ritorsioni nei confronti di un collega che aveva respinto le sue avances o discriminato una collega sulla base del suo sesso. A Barrett non sono state poste queste domande perché Barrett non si è impegnato e non è stato accusato di alcuna condotta di questo tipo”, aggiungono i documenti redatti dai legali di Barrett. Tre settimane dopo l’indagine, Barrett ha dichiarato di essere stato licenziato tramite Microsoft Teams per cattiva condotta.
“Hanno poi completato la machiavellica tripletta fornendo a Bloomberg dichiarazioni selvaggiamente fuorvianti”, sostengono gli avvocati di Barrett che hanno poi sottolineato come, a loro opinione, l’ex director sia stato vittima di “molestie e ridicolizzazione pubblica”, che avrebbero indotto Barret a perdere, suo malgrado, “amicizie e opportunità professionali” oltre che il “rapporto con la propria famiglia”.