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Alone in the Dark si concentra più sull’aspetto psicologico rispetto agli altri survival horror

di: Luca Saati

Il remake di Alone in the Dark avrà molti punti in comune con i remake più recenti come Dead Space e i vari Resident Evil, a partire dalla telecamera in terza persona posizionata sopa le spalle, ma per quanto riguarda la sua essenza horror si concentrerà maggiormente sull’horror psicologico.

Lo ha spiegato il produttore associato di THQ Nordic, Andreas Schmiedecker:

“Come sapete, Alone in the Dark in realtà precede tutti gli altri famosi franchise di survival horror e ha stabilito la maggior parte delle regole e delle tradizioni del genere. Quindi siamo entusiasti di riportarlo sulla scena, e pensiamo che il radicamento nel gioco originale sia anche ciò che rende la nostra reimmaginazione (la nostra ‘lettera d’amore all’originale’) così interessante e unica.

E mentre molti altri giochi si concentrano più sull’elemento di paura del survival horror, noi ci vediamo più nella tradizione dell’horror psicologico, e in questo senso siamo fortunati ad avere a bordo David Harbour e Jodie Comer, le cui affascinanti interpretazioni convinceranno tutti coloro che sono qui per l’esperienza della storia.

Meccanicamente, conserviamo i classici elementi survival horror di esplorazione (spaventosa), enigmi impegnativi, combattimenti intensi e una storia profonda (nella migliore tradizione di Silent Hill e dei precedenti giochi di Resident Evil) con la presentazione di un gioco contemporaneo in terza persona.

Questa modernizzazione va di pari passo con, ad esempio, una telecamera sopra la spalla e uno schema di controllo che è diventato uno standard.”