Comic Recensione

The Grocery

di: Federico Lelli

Se al centro del boom dei comic in Italia negli ultimi anni c’è sicuramente Bao Publishing, non c’è dubbio che la punta di diamante della casa editrice sia Zerocalcare.
Dopo i meritati successi del noto fumettista di Rebibbia, Bao ha quindi ben pensato di affidargli una collana che ci facciamo descrivere direttamente dalle sue parole:

Cherry Bomb vuol dire bomba carta. Non conosco un modo migliore e più diretto per attirare l’attenzione in modo plateale su qualcosa. I fumetti di questa collana sono quelli che ho fatto vedere a tutti i miei amici dicendo: Ammazza che bomba!”

Una discreta bomba in effetti è la prima uscita della collana The Grocery che, su stessa ammissione dello sceneggiatore Aurélien Ducoudray e dell’illustratore Guillaume Singelin, si ispira all’ambientazione e alle situazioni della serie The Wire per presentare un’opera corale carica di personaggi interconnessi tra loro mentre vivono, combattono, annaspano e lottano in una Baltimora tra droga e gang, teatro di guerra continua tra diverse fazioni.

Il punto cardine è il minimarket del titolo, all’inizio un punto di ritrovo per i ragazzi del quartiere che presto si trasforma in covo di criminali fino a diventare un luogo per riunioni di resistenza carbonara, il tutto sotto l’occhio a volte anche troppo ignaro del suo proprietario e del figlio che invece si vede già tra le bande della zona.

Una crime story che è strutturata a tutti gli effetti come una serie TV su carta, con i vari capitoli a fare da stagioni e con tanto di cliffhanger in ogni finale, e che ha tra gli attori un crudele boss da cartoni animati sopravvissuto alla sedia elettrica, con i suoi sgherri redneck; i boys dell’angolo che come unica prospettiva nella vita hanno lo spaccio e la delinquenza; militari congedati che cercano di rifarsi una vita; bande di latinos; mercenari con il grilletto facile al servizio dello stato e dei privati e ancora tanti altri personaggi inseriti in una periferia decisamente troppo armata degli USA all’alba della crisi dei subprime del 2008 e nel pieno della  Guerra al terrorismo contro l’Iraq.

Il conflitto è sempre alla base della narrazione: tutti hanno dei nemici con cui eventualmente scontrarsi e, mano a mano che la posta in gioco diventa più alta, lo scontro assumerà toni sempre più da guerriglia urbana tra bande, gang, corpi paramilitari e polizia, a volte con alleanze inedite tra le varie fazioni.

Nel copione pensato da Ducoudray però non ci sono buoni o cattivi e non ci si eleva mai a fare una morale: anche i personaggi con cui possiamo identificarci di più possono compiere atti spregevoli mentre dall’altro lato quelli a cui sembrerebbe riservato un posto da antagonista possono anche cambiare completamente ruolo o avere una piccola parentesi di redenzione. In questo fumetto vedrete tutti i toni del grigio, dai neonazisti che si immolano per amicizia ai fratelli di gang che si ammazzano a vicenda.

Il tratto capace di Singelin disegna una città grigia e marrone abitata da muppet colorati con le sembianze animali e dall’aspetto innocuo che sembrerebbero usciti da un libro di illustrazioni per bambini, è in pieno contrasto con l’iperviolenza e il sangue che scorre a fiumi sin dalle prime pagine, ma evidenzia ancora di più il mondo grottesco e ramificato in cui ci troviamo.

In questa Baltimora non ci sono vincitori ma è pieno di vinti: gente sconfitta prima di tutto dalla società, che li obbliga a sopravvivere ai margini e che li costringe a lottare; e ovviamente sconfitti dagli eventi e dalle scelte fatte, inevitabilmente drammatiche, ma sempre con un fondo di humor nero, perché l’ultima risata spetta sempre al destino avverso.

The Grocery è disponibile in libreria dal 20 settembre 2024.