Cinema Recensione

Megalopolis

di: Andy Reevieny

Ordunque, siamo a metà ottobre, il clima sempre più impazzito flagella ahinoi le nostre terre comprese quelle non lambite da acque, i conflitti imperversano, ogni cosa in pratica sembra esserci contro, insomma, si direbbe proprio una congiura.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

Quosque tandem abutere?

“Fino a quando abuserai?”, tradotto alla lettera dal latino. Anticipo subito che, memore degli studi di giurisprudenza se non anche della materia studiata a modo alla superiori, approfitterò io qui del latino e financo del cosìddetto latinorum. Sì perchè con Megalopolis  di tal Francis Ford Coppola, che esce il 16 ottobre 2024 anche nelle sale nostrane, di indove anche il Maestro è originario, dopo una gestazione che si temeva non avesse fine, non si puote facere altrimenti.

Non è casuale questa citazione perchè dal titolo e già dalle prime indiscrezioni trapelate tempo fa si sa che ci troviamo di fronte ad un film sci-fi o una favola se si preferisce come da sottotitolo, sostanzialmente con una ambientazione neo-classica, che pesca a piene mani dalla letteratura e storia romana in particolare, (da cui il latino) e protagonista della nostra storia ambientata nella immaginaria metropoli, anzi come da titolo megalopoli, New Rome è per l’appunto Cesar Catilina (Adam Driver), architetto, anzi proprio Archistar addirittura Premio Nobel, creatore del Megalon©™® un materiale dalle potenzialità immense per rivoluzionare la metropoli e la vita delle persone, con il potere di fermare e riavviare il tempo con la volontà a mò di Stand della famiglia Joestar di Arakiana memoria, ma senza limiti, se non indotti dalle circostanze.

Alla visione progressista del nostro, rimasto vedovo apparentemente inconsolabile di moglie suicidatasi, si contrappone quella conservatrice di Franklyn Cicero (GianCarlo Esposito) procuratore e dall’inizio Sindaco di New Rome nonchè babbo della divina Julia (Nathalie Emmanuel). Oltre a loro troviamo un cast pazzesco tra cui Aubrey Plaza nel ruolo di Wow Platinum, una spregiudicata femme fatale, Shia LaBeauf nel ruolo di Clodio Pulcher altrettanto ambizioso ed arrivista personaggio, rampollo di famiglia aristocratica di cui è parte anche il nostro Catilina, gens che fa capo ad Hamilton Crassus III (John Voight), anziano uomo d’affari con ancora una passione sfrenata per la fi…lantropia, diciamo. Ritroviamo anche Lawrence Fishburne sempre doppiato dal mitico Massimo Corvo anche voce fuoricampo narrante nel ruolo di Fundi Romaine, autista e fac-totum di Catilina, nonchè, sempre tra gli innumerevoli altri, Talia Shire del clan Coppola nel ruolo della matrona del protagonista, addirittura di Dustin Hoffman e della cantautrice Grace VanderWaal, una vestale moderna. Intrighi, visioni soprattutto indotte da abusi, sesso, potere, apparizioni, sparizioni, citazioni oltremodo alte, scenari onirici che si confondono con quelli più avveneristici: pensate a qualcosa e in Megalopolis  la troverete.

Consuetudo est altera natura

“La consuetudine è un’altra natura”, tradotto alla lettera e restando sempre in tema, quando mai mi ricapita di poter citare anche qui uno degli autori più tradotti nelle versioni di ogni tempo quale appunto Cicerone, che è poi anche uno dei protagonisti di Megalopolis per l’appunto che vanta, ribadisco, una gestazione oltremodo lunga e travagliata, ma può contare su un budget imponente in buona parte messo di tasca propria dal regista stesso (!) che serve non soltanto per garantirsi un cast di primissimo livello, stavolta compreso addirittura LaBeauf anch’egli perfettamente in parte, ma la libertà, la possibilità di dar sfogo alle fantasie più sfrenate di un Maestro quale è, non ci si deve mai stancare di ribadirlo, Francis Ford Coppola, la cui filmografia non ha certo bisogno di presentazioni: un 85enne (!) che pare un ragazzino e finalmente torna in sala a ben 13 anni da Twixt (disponibile su Raiplay.it), altro film consigliato specie a chi sia appassionato di gotico a la E.A. Poe per intenderci.

Corse di bighe che richiamano apertamente i peplum, anfiteatri, lo stesso Colosseo ricreato e riadattato in questa distopica New Rome, dove aristocratici e popolo convivono e si e ci proiettano nel futuro, con riflessioni filosofico-esistenziali che storicamente non hanno (spazio)tempo, in un susseguirsi di idee, visive e narrative pazzesche in questo soggetto originale di Coppola.

Universum mutatio est

Che l’universo sia mutazione avevo già fatto cenno a proposito di The Holdovers , ma stavolta essendo menzionato direttamente in Megalopolis completo la citazione da Marco Aurelio in latino aggiungendo appunto vita nostra est quod cogitationes nostra facere est (la nostra vita è il prodotto dei nostri pensieri). A questa, tra le altre presenti nel film si aggiunge anche “quando ci lanciamo nell’ignoto, dimostriamo che siamo liberi”.

Grazie a questo ennesimo gioiello per messa in scena a partire da una fotografia e un comparto visivo tutto ammalianti, magici, con idee visive tra neo-classico e post moderno iper avveneristico da guardare e riguardare, riscopriamo la vera essenza della settima arte con quello che speriamo non sia il testamento artistico di un Maestro che all’Italia è legatissimo non solo per discendenza cui possiamo solo inchinarci. Grazie Francis Ford Coppola, e chiunque si involi nel cinema più vicino a sè perchè questa è veramente l’ennesima offerta che non si può rifiutare.