Cinema Recensione

Madame Web

di: Andy Reevieny

Da dove comincio stavolta? Procediamo per esclusione, dai: di sicuro non provo neanche a riassumere a chi è a digiuno di MCU e delle beghe pluriennali di diritti delle storie dell’arrampicamuri tra Marvel (ora Disney) e Sony©™®. Basti sapere che ci sono e fanno sì che Madame Web segua Venom, Venom la furia di Carnage e Morbius. Ciò che accomuna tutti questi titoli è materiale organico, ma non certo tela di ragno come si potrebbe pensare e neanche sangue. Astraete per ora, come direbbe il Maestro Carlo Lucarelli, ci tornermo dopo. Paura eh?

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Nella tela del bagno

Per sommi capi il soggettone, la trama, ma diciamo il filo marrone più che rosso di ciò di cui qui si tratta è che la protagonista Cassandra Webb (per gli amici Cassie), ossia Dakota Johnson, paramedico in servizio a New York, scopre accidentalmente di avere doti medianiche di chiaroveggenza, pre-veggenza, apparizioni, sparizioni. Fa poi un incontro con delle persone collegate anch’esse a lei e a tal Ezekiel Sims, interpretato da Tahar Rahim, che a sua volta arriva dal tragico passato di Cassie. Un passato che tra suda-mericano.

Connessione Web assente

Questo paragrafo lo vorrei chiudere così e passare direttamente alle conclusioni.

Pulp, molto pulp, pure troppo

Ecco, qui riprendo il discorso iniziato nella prefazione di questo abominio, per fare un complimento, visto che dandogli semplicemente di materiale escrementizio si potrebbe offendere il concime naturale e, con le proteste degli agricoltori in corso, non è proprio il caso.

Madame Web è dalla prima uscita sugli albi Marvel un personaggio chiave per i suoi poteri e la sua funzione non solo per l’Uomo Ragno, ma per tutto ciò che ruota intorno. Da anni la cosìddetta continuity fumettistica implica nelle trasposizioni in live action, anche per personaggi nettamente meno importanti, appunto il cosìddetto cinematic (extended per la concorrente DetectiveComics) universe, quindi un intreccio, sempre più intricato.

I personaggi chiave e non qui sono tutti, a partire dalla protagonista, al limite della macchietta, con scene che farebbero pensare ai migliori sketch di Maccio Capatonda per irrealismo e comicità, qui però del tutto involontaria. Si passa dalla tragedia alla scena demenziale, senza vie di mezzo, con delle scelte narrative che, non solo il mio falegname le farebbe meglio, ma credo anche io all’asilo, tra un’impiastricciamento col Didò e l’altro, avrei gestito in maniera più credibile. Non torna alcunchè. Il finale è da barzelletta per come messo in scena e, udite udite, senza fare spoiler manca pure scena post credit! Menomale perchè in una scala da 0 a più infinito della bruttezza, apice che possiamo far coincidere coi summenzionati Morbius e Venom limitandoci al contesto, questo film forse doppia entrambi quanto a soldi buttati nel cesso di cui alla foto sopra, e si spera almeno sia un flop epocale, prima di essere bloccato.V’assicuro che ce ne vuole con chi come il sottoscritto si vede di tutto dacchè ha memoria. Anche solo di stomaco per espellere una robaccia del genere.