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TOP & FLOP 2017

di: Luca Saati

Come ogni anno, arriva quel momento in cui dobbiamo tirare le fila di quello che abbiamo fatto e provato e tentare di fare un bilancio delle nostre esperienze.
E’ quel periodo in cui, mentre allentiamo la cintura per i pranzi e le cene gargantueschi che già si susseguono con cadenza inquietante, dovremmo sentirci più buoni. Noi da bravi giocatori appassionati, come da tradizione, approfittiamo di questo periodo, sì per ringraziare quei videogiochi che ci hanno fatto sognare e hanno reso migliore questo anno che sta volgendo al termine, ma, soprattutto, per toglierci qualche sassolino verso quelli che invece ci hanno profondamente deluso.
Benvenuti anche quest’anno al Top & Flop di Console Tribe.
Una nota prima di scatenarci, vi ricordo che non stiamo parlando di capolavori o ciofeche in senso universale, ma bensì di personali delusioni o grandissime soddisfazioni che ogni redattore ha provato per via di aspettative alte o basse o per generi più o meno affini. Fatto questo doveroso chiarimento, buona lettura.

Luca “LucaS93” Saati

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Andrea “Macchiaiolo” Barbàra

Top

The Legend of Zelda – Breath of the Wild

Questo titolo è scontato come uno strizzotto dopo il caffellatte, ma non posso che iniziare dal mio personalissimo Game of The Year. Breath of the Wild è stato capace di rapirmi per più di 100 ore senza che nemmeno me ne accorgessi. Riscrivendo le regole degli open world ha creato un mondo vivo e partecipe da cui è stato impossibile staccarsi per lungo tempo. Complice la natura ibrida di Nintendo Switch, ho potuto perdermi nelle lande di Hyrule, ogni volta che volevo anche se per poco tempo.
Con moglie e figliolo ormai i tempi di gioco sono risicati e tutti calcolati. Il fatto di aver passato così tante ore in poco più di un mese dà l’idea sia del senso di rapimento che della grande versatilità di Nintendo Switch e questo ci porta all’ovvio secondo mio Top.

Nintendo Switch

La nuova macchina Nintendo è la realizzazione di qualcosa che desidero da più di 10 anni. Come spiegavo prima, tra lavoro e famiglia, ormai i tempi di gioco sono risicati e devono essere calcolati a dovere, inoltre la TV è condivisa tra 3 persone. Finora l’unica soluzione era rifugiarsi nelle portatili. Nintendo Switch unisce i 2 mondi in modo tremendamente intelligente, per quanto banale. Inutile dire che ad oggi è la mia macchina da gioco principale.

Nier: Automata

Potevo da fan sfegatato dei prodotti Platinum non citare quella piccola opera d’arte che è Nier: Automata?
Protagonista sexy – Presente
Sistema di combattimento tecnico e spettacolare – Presente
Storia interessante e intrigante – Presente
Rigiocabilità intelligente – Presente
Check completo e top 2017 assicurato.

Xenoblade Chronicles 2

La serie Xenoblade è una delle mie serie di jrpg moderni preferite. Il primo capitolo non mi sconvolse come fece con la critica specializzata, a differenza dell’X che invece mi rapì totalmente. Xenoblade Chronicles 2 si presenta come seguito spirituale del primo capitolo e va secondo me a correggere proprio le cose che mi avevano convinto di meno. Intanto presenta un cast finalmente variegato, caratterizzato e molto interessante sul lungo periodo. Il sistema di combattimento è stato rivisto, risultando più user friendly e allo stesso tempo profondo e da studiare per ottenere dei risultati decenti. La storia parte leggera me subisce un’accelerata sia in termini di ritmo che di contenuti. E finalmente ritornano le gag! Alcune mi hanno fatto sbellicare, adoro le nuove animazioni dei visi.

Farpoint

Sentirsi e vedersi realmente su un pianeta sconosciuto, popolato da insettoni che bramano la nostra carne, impugnando un fucile che sentiamo fisicamente nelle nostre mani. Farpoint è un biglietto di sola andata verso un mondo futuro, un modo di giocare che ci farà provare sensazioni così forti che ci troveremo a pensare di fare retrogaming mentre giochiamo ai giochi classici. Il VR dopo un 2016 un po’ in sordina riesce finalmente nel 2017 ad avere la sua killer application. L’Aim Controller, l’ennesimo plasticone che ci riporta all’imbarazzante periodo Nintendo Wii, parlando di accessori, regala quella componente tattile aggiuntiva che esalta maggiormente l’immersione.

Menzioni speciali

Volevo citare qualche altro gioco che mi ha regalato grandi emozioni e soddisfazioni in questo fantastico 2017, uno dei migliori anni a livello videoludico. Il primo è Super Mario Odyssey, ennesima dimostrazione della genialità di Nintendo, che non si tira indietro quando si deve osare. Come non citare poi Stardew Valley, simulatore bucolico sviluppato da Eric Barone e Chuckelfish, in cui ho smarrito me stesso e molte delle mie ore di vita, una valvola di sfogo dove rilassarmi e dimenticarmi per un momento del lavoro e delle rotture quotidiane. Chiudo con un gioco che viene regolarmente massacrato ad ogni occasione, spesso anche gratuitamente, ma che invece è il secondo gioco che mi ha portato a passare quasi 100 ore senza che me ne accorgessi, ossia Final Fantasy XV. L’ultima fatica di Square Enix non è il capolavoro che tutti si aspettavano, io in primis, ma è stato capace di rapirmi e affascinarmi, arrivando ad accumulare ore e ore. Peccato per il confronto finale che non ha reso giustizia ad un viaggio così piacevole.

Flop

Arms

La nuova IP di Nintendo a base di scazzottate, mi aveva convinto quasi da subito.
Lo stile mi ricordava quella perla di Powerstone e la giocabilità sembrava essere sia immediata che allo stesso tempo tecnica e da padroneggiare. Queste impressioni si sono rivelate corrette sin dai primi istanti. Cosa porta Arms quindi tra i Flop di questo 2017? Semplicemente che esaurito l’entusiasmo iniziale, Arms si è rivelato quello che è, ossia un picchiaduro ad incontri, senza storia, senza progressione, senza segreti e votato anima e corpo alla competizione online. Mondo per me da tenere il più lontano possibile. Peccato perché con una campagna curata a dovere, un background dei personaggi più accurato (cosa fatta via Twitter ma non presente nel gioco), non sarebbe sicuramente in questa lista.

Horizon: Zero Dawn

I dinobot di Guerrilla Games non mi avevano convinto molto durante gli annunci, mentre Aloy e i gameplay, mostrati nei vari video diari, piano piano si stavano creando una sacca di resistenza nel mio animo. Ho volutamente atteso che il prezzo si abbassasse e che la maggior parte dei giocatori di cui mi fido lo giocassero, così da avere il loro parere. Alla fine la sacca di resistenza esaltata dai pareri galvanizzanti che si susseguivano è esplosa e Horizon: Zero Dawn è arrivato nella mia PS4 Pro, pronto a regalarmi emozioni. Ero così convinto da averlo comprato anche in digitale. Dopo una manciata di ore iniziavo ad intravedere delle crepe in quel quadro idilliaco che mi ero creato. La storia faticava ad ingranare e le meccaniche di gioco non mi convincevano a pieno. Le ore si sommavano, ma la sensazione rimaneva sempre la solita, anzi più andavo avanti più peggiorava. Arrivato quasi a metà gioco, mi chiedevo quale fosse la motivazione che mi portava a giocare questa avventura. La risposta che mi sono dato mi ha convinto a non giocarci più: nessuna. Horizon: Zero Dawn non mi dava nessuna emozione, nessuna voglia di scoprire, visivamente abbacinante, soprattutto su Pro con un pannello a 4K con HDR, rimaneva solo un bel quadro da guardare e nient’altro. Comunque è sempre lì, forse un giorno lo finirò, forse, probabilmente no.

Super Bomberman  R

Chi ha qualche annetto sulle spalle come me non può non aver passato le ore davanti al bombarolo per eccellenza.
Konami si presenta all’uscita di Nintendo Switch con un gioco che vuole rievocare quei ricordi, ma che fallisce fin dalla partenza, ossia dall’aspetto estetico. Bomberman è un gioco da sempre colorato e caotico, in cui la lettura del livello deve essere immediata e di facile utilizzo. Il nuovo capitolo sfrutta una visuale isometrica e una palette cromatica tendente al realismo, che rendono difficoltoso il movimento e la comprensione della situazione di gioco. Inutile dire che il gioco è stato una delusione su tutta linea. Mettiamoci anche un prezzo non adeguato all’offerta e avremo un quadro completo.

Doom VFR

La mia sopportazione al VR sta piano piano migliorando e nella mia esperienza complessiva ci sono stati rarissimi casi in cui un gioco si fosse rivelato ingiocabile dal mio fisico. E’ passato più di un anno dalla terribile esperienza a Lucca Comics 2016 con Driveclub VR e mai credevo che avrei riprovato tale malessere. Eppure è successo nuovamente, anzi è successo in modo anche maggiore. Doom VFR mi ha piantato un mal di testa insopportabile per 2 giorni di fila. Questo ovviamente è un limite mio, ma non è questo che rende Doom VFR una delusione. Il gioco è un palese porting a risparmio dalla versione HTC Vive e questo si nota nel fatto che non tiene conto dei limiti del PSVR. Ad esempio il gioco ci impone di girarci fisicamente di 90° sia da una parte che dall’altra, rendendo quindi impossibile giocare seduti. Inoltre il movimento tramite Move è possibile solo tramite teletrasporto, un metodo decisamente inadeguato per il tipo di gioco, che invece con il Vive trova la sua dimensione avendo i controller di movimenti corredati di analogico. Un vero peccato, perché come immersione e resa grafica Doom VFR è uno dei picchi più alti raggiunti dal PSVR.

Menzione di disonore

Oltre i tre giochi citati sopra, in questo 2017, ci sono state altre esperienze negative che vorrei menzionare.
La prima è sicuramente l’intera line up esclusive di Xbox One. La console ormai ricopre il ruolo di semplice lettore bluray 4K in casa mia, non ho nessuna motivazione per accenderla, se non fosse per i film e per la breve parentesi Cuphead, sarebbe sempre spenta. Avete presente il resoconto finale che potete fare con la gamertag grazie a MS? Ecco il mio resoconto riporta 20 ore di gioco in totale in questo 2017 (e 6 sono per la recensione di Sims 4).
Voglio citare anche LEGO Worlds che purtroppo ormai risente paurosamente della stanchezza del sistema di gioco LEGO dei TT Games e che perde occasione di essere veramente il Minecraft definitivo, un laboratorio dove costruire liberamente ciò che ci passa per la mente.

Simone “The_WLF” Cantini

TOP

NiOh

Sarà che forse sono un inguaribile masochista che ama inveire contro ogni divinità conosciuta, ma adoro alla follia i soulslike. Soprattutto quando riescono a stupirmi e a proporre qualcosa di differente rispetto a quanto ricodificato da Miyazaki-san. E l’avventura di Anjin è uno di questi, un titolo in grado di rapirmi per un quantitativo di ore spropositato, grazie a meccaniche decisamente inedite e ad un setting (il Giappone) che riuscirebbe a conquistarmi anche se applicato ad un simulatore di ragioniere.

Nier: Automata

Ti odio e poi ti amo e poi ti apprezzo. Sì, perché la prima run di Nier: Automata mi aveva lasciato basito, non riuscendo a capire il perché dell’entusiasmo globale che l’opera di Yoko Taro era stata in grado di scatenare. Però ho perseverato e sono andato oltre, finendo con lo scoprire un capolavoro assoluto, nato dalla sapiente fusione di generi così differenti tra loro, ma capaci di dare vita ad un sontuoso affresco, incorniciato all’interno di una storia affascinante.

Resident Evil 7: Biohazard

Resident Evil per me era morto con il quarto capitolo, nel momento in cui l’angoscia finì sommersa da un quantitativo spropositato di proiettili. Poi, dopo anni di nausea, arriva il capitolo che non ti aspetti, quello in grado di rimettere in carreggiata le cose dopo averle rivoluzionate in maniera massiccia. Terrore ed impotenza (o quasi), amplificate magistralmente dal supporto alla VR: cosa chiedere di più?

Farpoint

L’ho scritto anche in sede di recensione, ma ci tengo a ribadirlo: impugnare il PlayStation Aim e lanciarsi nell’avventura firmata Impulse Gear è stato come iniziare il nuovo anno zero degli FPS. Emozioni forti, per quanto calate in un contesto ludico non proprio all’ultima moda, unite ad un senso di immersione mai provato prima, sono riuscite a farmi assaporare un piccolo assaggio di futuro. Che non è di certo governato da intelligenze artificiali senzienti che bramano l’annientamento del genere umano.

The Surge

L’ho già detto che mi piacciono i soulslike? E che adoro quando un titolo riesce a rinnovarne un poco le meccaniche? Vabè, allora risparmio il fiato, che tanto di quanto mi sia piaciuta l’avventura di Warren ne ho già parlato in sede di recensione.

Menzione d’onore

Giusto perchè vi ho risparmiato un Flop mi prendo un piccolo spazio per le mie personalissime menzioni d’onore, visto che non potevo tener fuori Horizon: Zero Dawn (difficilmente platino un gioco e questo è stata una piacevolissima eccezione), Persona 5, Yakuza 0 ed il suo seguito Kiwami. Che chi non gioca è davvero brutto e non si merita di avere una qualsiasi console giapponese in casa.

FLOP

Zelda: Breath of the Wild

No, non è un 65, ma sono sicuro che vi farò incazzare anche stavolta e non potrete fare a meno di prendermi in giro. Eppure, nonostante sia innegabile la bontà del gioco, non sono riuscito a farmi rapire da quella magia che è stata capace di generare isterismi di massa nelle redazioni di tutto il globo. C’ho provato, ho giocato (e sto continuando a farlo), ma io e Link non siamo proprio fatti l’uno per l’altro.

Cuphead

65. E non dico altro…

Everybody’s Golf

Se guardo le numerose ore spese in compagnia di una delle ultime iterazioni della serie Clap Hanz (PS Vita), mi verrebbe quasi da chiedermi a cosa mi sia servito acquistare la nuova release per PS4. Poi ripercorro mentalmente la strada che da settembre ci ha portato fino ad oggi, e finisco con il trovare un titolo privo del fascino che sin dagli albori ha reso, per me, imprescindibile ogni episodio di golferrimo.

Destiny 2

Ovvero l’esempio di come un titolo su cui ho speso e continuo a spendere molte ore del mio tempo libero non rappresenti l’eccellenza. Sì, perché Destiny 2 è figo, è un bel gioco e offre tante cose da fare. Peccato che quel 2 messo in coda al nome non si possa proprio vedere…

Federico “donFotter” Boarelli

TOP

The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Il 2017 è stato certamente l’anno di Nintendo: presentare la nuova console con uno dei giochi migliori di tutti i tempi disponibile in esclusiva dal day one si è rivelata una mossa decisamente azzeccata. Breath of the Wild non è un open world come tanti altri: è un mix perfetto tra stile grafico, gameplay e un mondo di gioco come mai prima vivo e tutto (nel vero senso della parola) da esplorare. La storia è semplice, ma la cura con cui è stato realizzato ogni aspetto del gioco lo rende, come detto in apertura, uno dei migliori giochi di sempre. Must have, e con lui Nintendo Switch.

Super Mario Odyssey

Sapersi reinventare dopo oltre 30 anni di successi non è semplice, beh Super Mario ce l’ha fatta ancora: Super Mario Odyssey non è solo un gioco, è un viaggio nella storia di uno dei personaggi più famosi di sempre attraverso tutte le sue incarnazioni, portando con sé una dose di novità mai vista prima. Scordatevi i power up, qui ci sono le moltissime (e bellissime) trasformazioni, accompagnate da dei mondi davvero ispiratissimi ed una componente sonora di livello assoluto. Se avete ancora dei dubbi, comprate una Nintendo Switch, comprate Super Mario Odyssey e vi renderete conto che con soli 400€ si può davvero sognare.

Assassin’s Creed: Origins

La serie aveva bisogno di una svolta e così è stato: cestinato il vecchio combat system, ridisegnato praticamente da zero, Assassin’s Creed: Origins comincia lasciando (positivamente) di stucco i fan di vecchia data nelle prime fasi con le moltissime novità che introduce, per poi conquistarli con un mondo di gioco enorme e di elevatissima qualità che riesce a unire con pieno successo le caratteristiche degli open world moderni a quelle a cui ci ha abituato il credo degli assassini. Qualche imperfezione c’è, ma abbiamo tra le mani il ritorno che volevamo per un brand che ormai fa parte della cultura dei videogiocatori.

La Terra di Mezzo: l’Ombra della Guerra

L’open world a tema Signore degli Anelli di Monolith Productions ha saputo davvero stupire, grazie ad una trama notevole (con doppiaggio stellare) un gameplay solidissimo e un mondo di gioco vastissimo e realizzato con cura maniacale. Chi ama il Signore degli Anelli, in particolare le opere cinematografiche, non può non immergersi in questa che probabilmente è la miglior opera videoludica dedicata all’universo di Tolkien.

Xbox One X

Avete una TV 4K (possibilmente con HDR) e giocate principalmente a giochi multipiattaforma (COD e compagnia bella per intenderci)? Ok, questa è la console dei vostri sogni. La resa su schermo non è mai stata così realistica e spettacolare e di certo la concorrenza non raggiunge, forse giusto si avvicina, questi livelli. Sul reparto corse siete coperti alla grande, se cercate qualche esclusiva di peso Halo 5 e Gears of War 4 vi stupiranno senz’altro. Il tutto accompagnato da lettore Blu Ray 4K e Dolby Atmos. Xbox One X rappresenta il miglior hardware (nel mondo console) disponibile sul mercato, senza se e senza ma.

FLOP

GT Sports

Dal primo Gran Turismo su PlayStation 4 ci aspettavamo molto di più che una semplice vetrina per PS4 Pro: carriera assente, fisica di guida e dei danni spaventosamente arretrata rispetto all’agguerrita concorrenza, numero di auto ridotte e praticamente obbligo di essere online per poterlo quantomeno giocare. Bisognerebbe avere la forza di fermare una serie che è ormai in agonia da tempo e magari iniziare con qualcosa di nuovo, anche per mettere da parte nomi che stanno cominciando a rasentare il ridicolo nonostante la loro gloriosa storia.

Star Wars: Battlefront 2

Sembra di essere dentro l’universo di Star Wars per quanto la grafica sia realistica, peccato che il gameplay sia rimasto identico al primo, la campagna sia poco più di una visual novel e soprattutto dà fastidio che il gioco sia stato concepito per far spendere soldi veri ai giocatori per ottenere eroi e ricompense. Con un brand così forte, basterebbe produrre il minimo sindacabile per ottenere successo e fama, in Battlefront 2 invece non funziona nulla, con la colpevolezza che il produttore abbia puntato moltissimo sulle micro transazioni, probabilmente compromettendo il futuro di una serie che avrebbe potuto fare faville.

Splatoon 2

Belli i colori, carine le armi, simpatica la storia. Ma se per giocare ad un tps decisamente originale con i miei amici nella stessa squadra devo prima arrivare ad un livello tale che mi permetta di disputare partite classificate, qualcosa non funziona. Probabilmente in Nintendo non hanno mai giocato ad un qualsiasi gioco multiplayer online negli ultimi 20 anni, perchè è inconcepibile una scelta del genere. E per quanto siano belli i colori su Switch, troppo presto la monotonia dovuta a pochi scenari, una campagna piatta e poche armi davvero valide sopraggiunge compromettendo la longevità del gioco.

Xbox One X

Il miglior hardware disponibile senza una killer app nuova di zecca disponibile o quanto meno annunciata. Ok Forza 7, ma non è proprio un gioco mainstream capace di indurre chiunque all’acquisto della console. Ok Gears of War 4 e Halo 5 che rendono come mai prima, ma noi compriamo le console per i giochi e farne uscire una della madonna praticamente senza puntando sulla fiducia dei consumatori fedeli con una doppia concorrenza accanitissima sembra follia. Se poi pensiamo che l’esclusiva di natale sia PlayerUnknown’s Battlegrounds spero vivamente che presto comincino ad arrivare notizie davvero forti lato software, altrimenti ci guardiamo i film insieme su Xbox e giochiamo insieme principalmente altrove.

Raffaele “Ulell” Fasano

TOP

Blackwood Crossing

Comincio questa mia classifica da un indie che forse non tutti conoscono. Questo gioco, nonostante la brevissima durata, è stato capace di offrirmi una esperienza videoludica avvolgente e sconvolgente, come non mi capitava da tanti anni. La storia raccontata è davvero toccante e viverla da protagonista è stato davvero bello.

Mario+Rabbids

Come già dissi nella recensione di questo gioco, mi ci sono avvicinato con scetticismo, non convinto del connubio Mario e conigli ed il tutto alimentato dal mio odio atavico per i Rabbids. Ma il gioco, mossa dopo mossa, ha saputo farmi cambiare totalmente idea, e il rischio corso da parte di Nintendo di far gestire ad altri i suoi personaggi più famosi è stato ben ripagato.

The Legend of Zelda: Breath of the Wild

Le recensioni entusiastiche per questo gioco sono state il mio stimolo principale all’acquisto della nuova console di casa Nintendo. I motivi per i quali questo gioco rientra nei Top di questo 2017 sono scritti in ogni pagina del web, quindi mi par fin troppo inutile riportarle qui, anche se una cosa devo dirla: questo gioco ha cambiato per sempre i videogame, e negli anni molti copieranno le idee nate in Zelda per svilupparle e portarle oltre ogni previsione.

Assassin’s Creed: Origin.

Quante ore sto passando con Bayek? Innumerevoli. E questo non mi capitava dai tempi di Assassin’s Creed II. Anche in questo caso, Ubisoft ha saputo giocarsi al 100% le sue carte. L’anno di stop è servito agli sviluppatori per tirare fuori, finalmente, un ottimo gameplay e un’ottima storia. Adoro Bayek: il suo personaggio così carico di rabbia e amore, senso del dovere ma anche volontà di godere di piccoli momenti di vita con Aya me ne hanno fatto innamorare, così come accadde con Ezio tanti anni fa. E da fan della saga, ne sono più che felice.

Menzione Speciale: Top

La menzione speciale di quest’anno va senza dubbio a Nintendo Switch. L’idea di unire console portatile e home console si è rivelata azzeccata, e sopratutto ha dimostrato che bastano pochi giochi ma ben fatti per rendere felice il popolo videoludico. Zelda, Mario Odissey, Mario+Rabbids e Mario Kart 8 Deluxe sono giochi fantastici, e poterli giocare continuamente in ogni situazione della vita quotidiana (casa, pausa in ufficio, persino in bagno) è una cosa meravigliosa.

Flop

Troll and I

Recensire questo gioco per me è stato doloroso come un calcolo renale, ve lo assicuro. Ancor’oggi, quando appongo voti bassi ai giochi, il mio metro di paragone rimane lui. Troll and I per me è stata una delusione molto cocente, sopratutto perché durante le varie fiere ci hanno mostrato un gioco che in realtà non corrispondeva affatto al prodotto finale, pieno di bug e glitch da far paura, Troll and I ha disatteso qualsiasi mia aspettativa, e rientra a pieno titolo nei “Worst of” di questo 2017

WWE 2k18

Il wrestling sin da bambino è stata una passione, sin dai tempi di Hulk Hogan VS Ultimate Warrior, o di quando Ric Flair vinse la Royal Rumble… Purtroppo in questo gioco si è partiti da ottime idee (già inserite nella versione del 2016) ma sviluppate da una mandria di scimmie impazzite. Il gioco mi ha fatto davvero male al cuore, sopratutto se paragonato ad illustri predecessori del passato. Peccato; un’occasione sprecata per rilanciare un titolo che avrebbe davvero bisogno, a questo punto, di un totale rinnovamento.

Ark: Survival Evolved

Questo gioco mi ha fatto impazzire. Recensire Ark resistendo all’istinto di dar fuoco al supporto fisico sacrificandolo alle divinità dei videogiochi è stato davvero difficile. Frustante, troppo complesso e poco adatto, dal mio punto di vista, ad un pubblico occidentale poco avvezzo ad essere adepto di un gioco fino allo sfinirsi per ore consecutive davanti ad un monitor. Bocciato senza remore.

Destiny 2

Qui faccio una premessa: amo il mondo di Destiny. Il primo e le sue espansioni li ho divorati fino al giorno precedente l’uscita del secondo capitolo, e tutte le cinematiche di questa nuova versione mi avevano fatto sbavare, tanto da decidere di regalarmelo per il mio compleanno. Ma dopo qualche giorno di gioco, e dopo aver completato la storia principale, la mia reazione è stata questa: “Tutto qui?”. Nessuna innovazione, End Game risicato da farti acquistare i DLC per disperazione e per giustificare l’acquisto di un gioco che poteva essere, alla fin fine, una mera espansione del primo.
Quest’ultimo flop mi fa sanguinare il cuore, ma era doverso per me inserirlo perché è stata, forse, la delusione più cocente di quest’anno che volge al termine nell’ambito videoludico.

Menzione Speciale: Flop

La mia menzione speciale va alla Xbox One X. Non perché la console non valga niente o faccia schifo, anzi, proprio l’opposto. Nel lancio di questa console da parte di Microsoft ci vedo un tentativo, purtroppo vano, di tener testa alle vendite di Sony che stava semplicemente surclassando la casa rivale. Ma anche in questo caso, come in molti altri, si tratta di classica “pezza peggiore del buco”. Una console iperpotente ma priva di una line up decente, senza giochi dedicati e con tanto, troppo, potenziale sprecato. Sarebbe bastato aspettare un’altro annetto per limarne ancor di più le caratteristiche, e lanciarla quasi in contemporanea con la prossima, quasi certa, PS5. Allora si che ne avremmo viste delle belle. Invece questa manovra forse costerà a Microsoft, anche nella prossima gen, il primo gradino del podio di questa infinita gara.