Tales from the Borderlands: Atlas Mugged
Dove ci eravamo lasciati? In Zer0 Sum abbiamo fatto la conoscenza dei due protagonisti principali, Fiona e Rhys, e dei loro rispettivi compagni di avventura, Sasha e Vaughn. Una serie di eventi hanno costretto queste due coppie a collaborare insieme fino ad'arrivare al Gortys Project, progetto sviluppato dalla Atlas Corporation con l'obiettivo di trovare tutti i Vault sul pianeta Pandora.
di: Luca SaatiAttenzione: Prima di proseguire alla lettura di questa recensione del secondo episodio di Tales from the Borderlands vi avvisiamo della presenza di spoiler riguardanti il primo episodio nel paragrafo successivo. Gli spoiler su questo secondo episodio sono ridotti al minimo, se però volete evitare completamente qualsiasi tipo di anticipazione vi consigliamo di passare direttamente al commento finale.
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Dove ci eravamo lasciati? In Zer0 Sum abbiamo fatto la conoscenza dei due protagonisti principali, Fiona e Rhys, e dei loro rispettivi compagni di avventura, Sasha e Vaughn. Una serie di eventi hanno costretto queste due coppie a collaborare insieme fino ad’arrivare al Gortys Project, progetto sviluppato dalla Atlas Corporation con l’obiettivo di trovare tutti i Vault sul pianeta Pandora.
Atlas Mugged
Atlas Mugged riprende la struttura narrativa a base di flashback. Ricordiamo infatti che la storia viene narrata da Rhys e Fiona a un losco personaggio che li tiene prigionieri e di cui non abbiamo nessuna informazione. Il loro racconto ricomincia esattamente dal finale dell’episodio precedente. Ritroviamo i due insieme a Vaughn, Sasha e a un fantasma di Jack il Bello. Quest’ultimo, che si mostra solo agli occhi di Rhys, ha il potenziale di aggiungere del pepe all’intera vicenda nel corso dei prossimi episodi.
La prima parte di questo episodio procede benissimo mischiando l’ironia tipica della serie creata da Gearbox, che riesce a strappare più di un sorriso, a una scena d’azione ben orchestrata. Successivamente iniziano i problemi a causa di un ritmo di gioco calato drasticamente. In questa fase si passa a dei momenti più introspettivi dei nostri protagonisti che confermano le già ottime impressioni che ci hanno trasmesso qualche mese fa.
Ritroviamo poi qualche personaggio che i fan della serie Borderlands riconosceranno sicuramente come Scooter o Athena, personaggio giocabile di The Pre-Sequel. Ma soprattutto ritroviamo, o meglio loro ritrovano noi, gli antagonisti che però non riescono a risollevare del tutto le sorti di Atlas Mugged che si presenta come un episodio sottotono rispetto all’ottimo Season Premiere quale è stato Zer0 Sum. Per fortuna a chiudere il tutto troviamo un cliffhanger ben riuscito capace di innestare in noi una grande curiosità per l’episodio successivo.
Purtroppo non ci sono buone notizie riguardanti le due abilità dei protagonisti. Infatti l’Echo-Eye di Rhys e la possibilità di utilizzare il denaro da parte di Fiona non vengono ancora sfruttate come si deve e anzi sono i principali accusati per il drastico calo di ritmo che colpisce l’episodio nel mezzo. Anche in questo caso non ci resta che rinnovare le nostre speranze nel vedere questo aspetto più curato e approfondito in futuro.
Commento finale
Atlas Mugged conferma quella che ormai è una tradizione dei videogiochi di TellTale Games. Ci riferiamo ai secondi episodi un po’ blandi delle sue serie che di solito servono a preparare il terreno per gli episodi successivi e a farci conoscere meglio i protagonisti. Proprio per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, Atlas Mugged funziona bene offrendo alcuni momenti di maggiore introspezione. In questi momenti però troviamo un calo di ritmo nella narrazione che rovina un episodio iniziato benissimo e finito con un cliffhanger capace di svolgere in modo perfetto la sua funzione di innestare curiosità nel giocatore per il prossimo episodio.
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Inizio scoppiettante
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Il cliffhanger finale
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I protagonisti confermano le ottime impressioni del primo episodio
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Drastico calo di ritmo nel mezzo
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Abilità dei personaggi mal sfruttate