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Fitness a casa: addio palestre?

E' vero che e' stato accertato quanto alcuni videogame riescano a stimolare reazioni cerebrali piu' di ogni altra attivita', e' vero che esistono decine di 'attivita' casalinghe' molto piu' sedentarie, ma non possiamo negare che i calli nel sedere e nelle dita delle mani di vecchi videogiocatori siano da guinness dei primati. Il problema, se tale lo vogliamo considerare, non poteva non essere studiato e, ovviamente, sfruttato a proprio vantaggio dalle major piu' scaltre: il business che avrebbe generato un sistema casalingo capace di far interagire il corpo, o parti di esso, con lo schermo. Addio palestre?

di: Giovanni Manca

Get Fit With Mel B

Your Shape non è l’unico a vantare la collaborazione di patner importanti: Get Fit With Mel B di Black Ben si avvale dell’esperienza di Fitness First, la più importante catena di palestre internazionale, forte degli oltre 540 club e 1.5 milioni di iscritti sparsi in tutto il mondo. Mel B? La bella Melanie Janine Brown, ex Spice Girl, è la testimonial del fitness game e la personal trainer delle attività messe a nostra disposizione. Gli esercizi sono oltre duecento e sono suddivisi in sei differenti categorie: Step, Danza, Aerobox, Cardio, Cardio avanzato e Fletti/Rassoda; non manca anche una sezione dedicata all’importante aspetto dietetico, dal momento che sono previste oltre 140 ricette.
Mel B, all’inizio, ci accompagna un passo alla volta nella creazione del profilo giocatore: sesso, età, statura, corporatura, preferenze alimentari, location di allenamento (Maldive, piscina, Central Park, appartamento, yacht, radura), obiettivo da raggiungere attraverso gli esercizi. Get Fit ci permette in fatti di mirare la programmazione dell’attività in relazione all’obiettivo che intendiamo raggiungere: esercizi salutari, ginnastica per migliorare la vita quotidiana, attività mirata a zone specifiche del corpo e obiettivi per migliorare prestazioni sportive. Negli ultimi step della configurazione iniziale, Get Fit si informa circa il peso del giocatore e se verranno utilizzati degli accessori durante l’attività fisica, come pesi, palle mediche o la fascia elastica fornita con il gioco. La configurazione del profilo giocatore dimostra subito di non essere all’altezza di quanto proposto dal concorrente Your Shape che, come analizzato, registra in modo molto accurato tutte le informazioni morfologiche grazie ad un eccellente utilizzo del Kinect: Get Fit in questa circostanza non utilizza in alcun momento la periferica Microsoft.
In relazione al profilo creato e all’obiettivo selezionato, Get Fit genera, nel menù principale, un allenamento diverso ogni giorno, mirato ovviamente al raggiungimento dell’obiettivo stesso, una feature sicuramente molto interessante che da al titolo un carattere quasi professionale; non manca ovviamente la possibilità di personalizzare l’attività, selezionando gli esercizi a noi, più congeniali, piuttosto che analizzare le nostre prestazioni e valutare quanto manca al raggiungimento dell’obiettivo.
Avviata l’attività, ecco apparire al fianco di Mel B la nostra immagine, poggiata su una stuoia, pronta ad emulare le gesta e a seguire i consigli dell’ex pop star; dopo i primi movimenti, appare chiaro che il software non sfrutta in modo adeguato l’hardware del Kinect, dal momento che sembra rilevare in modo superficiale la silhouette del giocatore e non lo scheletro, come invece fa in ottimamente Your Shape: il tutto si traduce in una scansione dei movimenti piuttosto grossolana e in valutazioni che non tengono conto di errori nell’esecuzione degli esercizi piuttosto palesi. Immaginate di essere davanti allo schermo, sudati perché si fatica davvero, consapevoli di muovervi male, con Mel B (doppiata in modo davvero poco credibile) che vi incita a continuare così! Ora, non vogliamo dire che l’esperienza di gioco non sia divertente (almeno per chi abbia voglia di faticare), ma le premesse offerte da una programmazione scientifica dell’allenamento sono frustrate da questi gravi problemi strutturali, visto e considerato che non parliamo di un programma di TV ma di un software la cui interattività è fondamentale.
Al termine della sessione dell’allenamento viene mostrata la percentuale di completamento, le eventuali medaglie conquistate, e viene chiesto al giocatore se è stato troppo difficile o facile, in modo che il programma giornaliero successivo possa essere meglio equilibrato.
La realizzazione grafica, in un titolo del genere, passa sicuramente in secondo piano, ma comunque non possiamo non sottolineare dei menù certamente intuitivi ma piuttosto scialbi, fondali suggestivi ma decisamente piatti e slegati sia da Mel B che, soprattutto, dall’immagine del giocatore. Il punto dolente della produzione, dal punto di vista tecnico, è però l’aver limitato fortemente le capacità del Kinect che, in Get Fit, funziona più da web cam che da motion sensing. Mel B perde nettamente il confronto con Your Shape e Sports Active 2, sia come realizzazione tecnica generale sia come esperienza di fitness e, da questo unto di vista, l’implementazione di esercizi non previsti dai concorrenti (flessioni e addominali) non basta a far raggiungere la sufficienza al titolo targato Black Bean.

Zumba Fitness

Se Your Shape, Sport Active 2 e Get Fit sono prodotti strutturalmente molto simili e chiaramente ispirati al capostipite WiiFit, Zumba Fitness si allontana dagli schemi tipici dei prodotti concorrenti, proponendo un approccio al fitness piuttosto differente. Zumba è un’attività di gruppo nata in Colombia nel corso degli anni ’90 grazie alla fantasia del coreografo Alberto “Beto” Perez, e poi diffusasi nel resto del mondo: in sintesi, può essere definita come un mix di movenze e i ritmi della musica caraibica e gli esercizi aerobici. Le coreografie sono studiate in modo tale che il divertimento e la musica permettano di affrontare in modo ottimale lo sforzo di esercizi che ottimizzano l’attività cardio-vascolare, la tonicità muscolare delle gambe e dei glutei. Sicuramente delle ottime premesse per un videogame in grado di sfruttare una periferica potente e versatile come il Kinect, vediamo che lavora ha fatto 505 Games.
Un incalzante musica latina ci fa muovere ritmicamente i nostri piedi mentre col cervello cerchiamo di capire come muoverci negli arzigogolatissimi menu architettati dai programmatori: siamo davanti al peggior utilizzo del Kinect visto in questi mesi, sia per quanto riguarda il riconoscimento del giocatore sia per la navigazione vera e propria. Pensate ad una miriade di menu e sotto menu, non visibili se non dopo aver selezionato il menu di livello precedente, nei quali è un’impresa arrivarci sia per la struttura assolutamente incomprensibile sia, soprattutto, per un’interfaccia col Kinect da zero in pagella. Senza esagerare, possiamo affermare che la navigazione nei menu è l’aspetto di Zumba che propone il più alto livello di sfida per il giocatore.
Superate le difficoltà, si accede al menu principale di gioco da cui è possibile selezionare le diverse modalità: Party, Class, Single, Multiplayer e Pratica. Qualunque sia la scelta del giocatore si traduce in una festa di salsa, rumba, merengue e aerobica che rischia ben presto di mettere a dura prova la resistenza anche dell’atleta più preparato: il ritmo è quasi sempre alto e la durata media è spesso superiore ai dieci minuti. Siamo davanti al titolo perfetto? Se si trattasse di un corso multimediale, probabilmente la risposta sarebbe affermativa ma, Zumba Fitness, si propone come un videogame, che dovrebbe sempre porre l’interattività del giocatore in primissimo piano. Il titolo 505 Games, da questo punto di vista, mostra delle lacune enormi, amplificate ancor più dalle grandi possibilità offerte dal Kinect; durante i primi minuti di ballo, quando ci si lascia coinvolgere dalla novità e dai ritmi piuttosto serrati, non è facile rendersi conto dei problemi che, comunque, si fanno palesi molto presto: la tolleranza all’errore dei passi e dei vari movimenti è davvero esagerata, tanto da pensare che il software non sia in grado di fare un mapping sufficiente del corpo e, di conseguenza, sia stato tarato in modo da non frustrare il giocatore con rilevazioni di errori non fatti. L’effetto ottenuto non è proprio il massimo dal momento che il giocatore ben presto si accorge di poter sbagliare continuamente senza che questo pregiudichi il risultato ma con effetti davvero negativi se l’obiettivo è quello di imparare qualche passo latino divertendosi. L’unica cosa che rimane è il sudore incollato agli indumenti e l’amaro in bocca per qualcosa che poteva essere e invece non è.

Addio palestra?

Sudati come grizzly in gita nel deserto del Mojave, ci sediamo finalmente sulle nostre poltrone e ripensiamo alla nostra ginnastica next genaration. Premessa obbligata, sottolineare come tutti i “giochi” provati confidino nella buona volontà del giocatore nel far funzionare il tutto al meglio che, nel caso specifico, il “tutto” è il nostro corpo: in linea di massima, dunque, tutti i titoli analizzati riescono a far faticare. La considerazione sembra piuttosto scontata ma è fondamentale per valutare lo step successivo, ossia analizzare quali software riescano a rendere giustizia all’hardware a disposizione, in questo caso il kinect, in modo che i nostri esercizi possano essere analizzati con credibilità. Questo è essenziale per distinguere un software (fatichiamolo a chiamarlo gioco), per definizione interattivo, da una semplice lezione video. I prodotti più curati, non solo da questo punto di vista, sono senza dubbio Your Shape Fitness e EA Sports Active 2 che, considerati i diversi aspetti, possono integrarsi benissimo tra loro. Tecnicamente, il prodotto Ubisoft è più curato, mostra la tecnologia più avanzata in grado di sfruttare le potenzialità del Kinect e offre un programma di fitness meglio orientato al risultato finale stabilito dal giocatore. Sports Active dal canto suo gioca la carta del cardio-frequenzimetro, che apre le porte a delle valutazioni e analisi fisiche che Your Shape non si può permettere: a prescindere dalla presenza di divertenti mini giochi, EA ha preferito uno stile grafico più comune, sicuramente molto meno cool e accattivante di quello offerto dal virtual (poco virtual a dire il vero) fitness di Ubisoft.
E gli altri? Le premesse per essere un discreto prodotto, Get Fit le aveva tutto, peccato che il risultato finale sia un’esperienza interattiva poco interessante. Ci sarebbero gli esercizi, l’interessate sezione nutrizionale, peccato ci sia anche un pessimo utilizzo del Kinect: se in Your Shape e Sports Active 2 i rimproveri e i consigli dei personal trainer sono coerenti con i nostri movimenti, in Get Fit sembra che questi aspetti siano piuttosto casuali, proprio a causa dell’imperfetta scansione del nostro corpo da parte del Kinect. Lo stesso grave problema tecnico taglia le gambe a Zumba, altro fitness game completamente basato sul ballo latino americano: Zumba, proprio per questo, si ritaglia uno spazio tutto suo nel panorama videoludico e non può non far piacere agli amanti di salsa e rumba, sempre che siano consapevoli di acquistare un prodotto la cui interattività è molto ma molto limitata.
Complessivamente, Your Shape: Fitness Evolved si è dimostrato il prodotto che può dare più soddisfazione a chi cerca un fitness game certamente divertente ma che, soprattutto, sia utile al fine ultimo che è quello dell’allenamento specifico, quasi a livello professionale. Sports Active 2.0 è una valida alternativa che diventa qualcosa di più se si dà priorità agli esercizi cardio.
Ultima considerazione, non per importanza, che non a caso ci riserviamo per le ultime righe: tutti i giochi analizzati hanno esigenze di spazio leggermente superiori a quelle solitamente richieste da altri titoli studiati per il Kinect: soffermandoci in particolare a Your Shape e Sports Active 2.0 (visto e considerato che sono gli unici due che fanno un ottimo uso della periferica), due metri di distanza ci sono sembrati il minimo indispensabile per poter giocare senza problemi “tecnici”.

 

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