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Beat’em up – Annientali tutti!

Il PlayStation Store del PSN e il Marketplace di Xbox Live si arricchiscono ormai sempre piu' spesso di giochi divertenti e originali, ma talvolta ripropongono anche remake in alta definizione di vecchie glorie o titoli citazionisti per andare incontro ai gusti di piu' giocatori possibili. Questa volta quindi Console-Tribe vi propone un pezzo sui Beat'em up, genere che si sta affermando come quello con una proposta maggiore. Ecco a voi percio' le recensioni di tre grandi videogame: Earthworm Jim HD, Scott Pilgrim vs The World e Shank.

di: Redazione

Sangue, lame, proiettili e una donzella da salvare!

Scritto da Marianne Krawczyk, sceneggiatrice di God of War, e sviluppato da Klei Entertaiment, Shank si presenta come un classico beat’em up a cui sono state aggiunte fasi di gameplay riprese dagli action di nuova generazione. L’impostazione è quella che tanti cabinati ci hanno aiutato a conoscere: una lunga cavalcata attraverso livelli bidimensionali gremiti di orde di nemici agguerriti. Shank, questo il nome del protagonista, non è però tipo da farsi spaventare. Né il numero né la ferocia dei suoi avversari lo faranno desistere dal suo triste proposito: assassinare crudelmente The Butcher, il macellaio, che gli ha sottratto la donna e con esso l’onore. Con l’aiuto di un arsenale costituito principalmente da una coppia di coltelli, una motosega e due pistole, il nostro eroe si lancerà in combo spettacolari fino all’ultima morte semplicemente alternando e concatenando la pressione dei tasti d’attacco. A condire con una spruzzata d’innovazione una danza della morte ben conosciuta c’è l’introduzione di una spettacolare presa con salto attivabile con la pressione del grilletto destro: Shank si librerà nell’aria atterrando sul petto del povero malcapitato e tempestandolo con una cascata di coltellate.
Alla fine della sgroppata assassina troveremo come da copione un boss: scontri non epocali ma che spesso ci metteranno in difficoltà, complice anche un sistema di schivata non efficientissimo e reattivo.
Gore, ferocia e rapidità caratterizzano questo titolo che non risparmia al giocatore una buona dose di sangue senza chiedere in cambio un reale impegno. Gli scontri si fanno ancora più frenetici e sanguinolenti quando entrano in campo le armi da fuoco.

Oltre a disporre di un buon numero di bombe, indispensabili nelle fasi più concitate, Shank si potrà fregiare di un buon arsenale che, sebbene non cambi sostanzialmente le meccaniche di gioco, concorre comunque a variare leggermente un gameplay non estremamente diversificato. Infatti proprio la ripetitività di ambienti e situazioni sono la pecca maggiore di questo picchiaduro a scorrimento fin troppo old school. Il tuffo nel passato è completo, con conseguente eredità anche dei difetti congeniti. Non si può dire lo stesso per l’artwork che invece gode di una sua spiccata personalità: Shank sembra quasi un Rambo proiettato nell’universo di El Mariachi, un Messico pulp, caldo e polveroso. Le splendide tinte arancio e ocra dei fondali riescono a restituire un’atmosfera particolare e calzante che aggiunge qualcosa ad una storia non certo brillantissima che passa per alcuni luoghi comuni del genere dispensando un citazionismo a volte eccessivo. L’assenza di un doppiaggio italiano e di qualsivoglia sottotitoli toglie partecipazione emotiva alle vicende per i non anglofoni disperdendo il lavoro fatto con l’ottimo taglio cinematografico della narrazione.

In generale…

Shank è un titolo senza eccessive pretese, votato ad un divertimento scanzonato ed immediato. Chi si è goduto nei bei tempi andati Double Dragon e recentemente Final Fight riuscirà agevolmente a passare sopra alla ripetitività delle situazioni di gioco, comunque condite da timide sezioni platform che spezzano le azioni più concitate. Tutti gli altri, invece, farebbero meglio a ponderare l’acquisto con maggiore coscienza per evitare di trovarsi davanti ad un titolo che, nonostante la sua brevità, potrebbe risultare eccessivamente pesante da digerire.

 

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