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Effetto Revival 002: Mortal Kombat

1992, una piovosa sera d'inverno. Ed Boon, leggendario game designer, cerca nella penombra del suo ufficio il guizzo vincente per riportare la Midway ai fasti di un tempo con un videogioco innovativo e travolgente. Tutto il settore videoludico cerca di replicare il successo di Street Fighter II: nessuno riesce ad avvicinarsi alla qualita' del titolo Capcom. Il televisore acceso dietro Boon trasmette un film splatter di serie B: nella testa del game designer si e' accesa una lampadina. Nasce Mortal Kombat.

di: Riccardo "RATM" Primavera

Un torneo che dura da 10 anni

1992, una piovosa sera d’inverno. Ed Boon, leggendario game designer, cerca nella penombra del suo ufficio il guizzo vincente per riportare la Midway ai fasti di un tempo con un videogioco innovativo e travolgente. Tutto il settore videoludico cerca di replicare il successo di Street Fighter II: nessuno riesce ad avvicinarsi alla qualità del titolo Capcom. Il televisore acceso dietro Boon trasmette un film splatter di serie B: nella testa del game designer si è accesa una lampadina.
Forse un po’ troppo fantasiosa come ipotesi, ma sarebbe bello conoscere il contesto in cui la mente geniale di Ed Boon ha partorito l’idea che in futuro sarebbe diventata Mortal Kombat. Un picchiaduro nudo e crudo, senza troppi tecnicismi e, cosa più importante, un’ode al sangue a alla violenza senza alcun limite. Massacrato dal giudizio popolare, che lo riteneva stracolmo di violenza insensata, il titolo Midway ha tenuto duro ed è riuscito a raccogliere attorno a sé una folta cerchia di fan desiderosi di sangue e botte da orbi, i marchi di fabbrica di Mortal Kombat. Ma come si è evoluto il brand in nove anni? Andiamolo a scoprire insieme!

Ai confini dell’universo MK

Il franchise Mortal Kombat nel corso degli anni si è evoluto e ha iniziato a percorrere piste diverse e sperimentare generi alternativi, senza fermarsi al panorama picchiaduro. Non solo, gli sviluppatori hanno anche implementato all’interno di titoli “classici” modalità che avevano ben poco a che vedere con un “fighting game”.
La prima svolta si ha nel 1997, quando Midway pubblica Mortal Kombat Mythologies: Sub–Zero, sviluppato da Avalanche Software per PlayStation e Nintendo 64. Si trattava di un platform incentrato, come si evince dal titolo, sul ninja del ghiaccio Sub–Zero, con la particolarità di avere delle cutscene interamente girate da attori in carne ed ossa. Non stupitevi se non ne avete mai sentito parlare: non è stato esattamente un successone. Non paghi del semi–fallimento di questo spin off, i ragazzoni Midway nel 2000 hanno regalato un secondo titolo “alternativo” alla PlayStation: Mortal Kombat: Special Forces, un picchiaduro a scorrimento. Il giocatore vestiva i panni di Jax Briggs, agente delle forze speciali intento a sgominare l’ennesimo piano criminale del clan Dragone Nero. Special Forces è ritenuto tuttora, dalla critica e dagli stessi fan, il peggior esponente dei titoli targati Mortal Kombat. Sono serviti la bellezza di cinque anni perché Midway desse vita ad uno spin off in grado di mandare in visibilio i fan: Shaolin Monks[/I]. Uscito per PlayStation 2 nel 2005, narra le imprese di Liu Kang e Kung Lao, che in questo titolo torneranno a lottare per la salvezza della Terra. Un buon comparto grafico e delle meccaniche ben studiate gli consentirono di strappare più di un plauso a giocatori e critici, e si tratta sicuramente dell’unico connubio riuscito tra Mortal Kombat, quello delle origini, e gli elementi tipici di un picchiaduro a scorrimento. Abbandonato il genere, la saga è tornata su binari più “canonici” con il titolo cronologicamente più recente, Mortal Kombat Vs. DC Universe. Crossover tra i due universi citati nel titolo, si tratta forse del gioco più controverso della saga. Nonostante l’ottima realizzazione tecnica, la giocabilità ben studiata ed una storia davvero interessante, la limitazione della violenza voluta da DC per tutelare i propri personaggi è parsa una pugnalata alle spalle dei fan di lunga data. Pur restando un ottimo picchiaduro, infatti, MK Vs. DC è ben lontano dal vero spirito della serie. Vari sono stati gli adattamenti degli episodi “di punta” su console portatili, che hanno riscosso sì un discreto successo di vendite, ma che si sono rivelate decisamente carenti a livello qualitativo: Nintendo in primis insistette per ridurre drasticamente la violenza e la quantità di sangue su schermo.

Un franchise come quello di Mortal Kombat, però, non poteva limitarsi al solo ambiente dei videogame, la saga infatti può vantare diversi adattamenti cinematografici, il più famoso resta sicuramente Mortal Kombat, pellicola del 1995 diretta da Paul W. S. Anderson, che ottenne uno strepitoso successo ai botteghini, tanto da convincere i produttori a rilasciare un seguito, Mortal Kombat – Distruzione Totale, film che però non bissò il successo del primo capitolo. Nel 1998, la saga raggiunge anche il piccolo schermo con la serie Mortal Kombat Conquest: 22 episodi spalmati su un anno di messa in onda la dicono lunga sulla qualità del telefilm, ben presto finito nel dimenticatoio. Per la gioia dei fan, però, è da poco stato avviato un progetto denominato Mortal Kombat: Legacy, ossia una fiction distribuita su Youtube che riprende le vicende della trama principale della serie. Per ora sono disponibili solo due episodi, che ci mostrano la nascita di Jax Briggs, Sonya Blade e Kano. Si tratta di un lavoro davvero di pregevole fattura: gli episodi sono ben recitati, gli ambienti realistici e le sequenze di lotta non ricordano quelle di serie come i Power Rangers, il che è già parecchio. La visione è altamente consigliata ad ogni fan della serie che però possegga un buon livello d’inglese, altrimenti si perdono parecchi intrecci fondamentali della storia.