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Fumetto Dante’s Inferno

Capita sempre piu' spesso che un videogame ancora lontano dagli scaffali venga anticipato da una serie di cortometraggi, romanzi o fumetti. Ecco quindi che dopo Metal Gear Solid, Silent Hill ed i piu' recenti esperimenti di Gears of War e Prototype, vediamo arrivare sul mercato italiano l'adattamento fumettistico del tanto controverso quanto atteso Dante's Inferno, ultima opera dei truculenti quanto abili Visceral Games. Il viaggio di Dante non e' mai stato tanto allucinante.

di: REdeiDESIDERI

Inferno, magnifico Inferno

Già nota ai videogamer di tutto il mondo per l’ottima trasposizione fumettistica dell’amatissimo Gears of War, Wildstorm sa bene come, per un fan, sia tanto importante avere una qualche sorta di continuità narrativa tra videogioco e fumetto, quanto una costante grafica o, se proprio vogliamo essere precisi, artistica. È infatti indubbio come molti videogame siano padroni di caratteristiche estetiche che trascendono la mera conta poligonale, pregiandosi piuttosto di un vero e proprio tratto artistico. Talvolta sottilmente nascosto tra righe di codice e sessioni di motion capture, altre volte magistralmente ostentato attraverso le più diverse metodologie. Non abbiamo, ad ora, la presunzione di poter giudicare la qualità del comparto grafico del Dante’s Inferno videoludico nella sua totalità, ma avendone comunque saggiato la bontà, seppur in minima parte, ci siamo resi conto di qualcosa di lampante. Dante’s Inferno si rifà ai canoni con cui Dante (poeta) ha scolpito la sua “divina” opera e non li sovverte, ma li amplifica, li realizza, li manifesta in un’opera visivamente potente e disturbante. Non uno specchietto per i benpensanti, ma qualcosa di osceno, malato, sporco, perfettamente in grado di terrorizzare ed al contempo stupire il videogiocatore. Un Inferno degno di questo nome insomma! È forse proprio per questo che la casa fumettistica americana ha scelto, per ciò che concerne la caratterizzazione dei disegni, un autore dal tratto innovativo, veloce, ed assolutamente affascinate: lo spagnolo Diego Latorre (classe 1974). Questi, profondamente influenzato da autori come Dave McKean, i cui pregi erano quelli di saper fondere egregiamente tecniche come la pittura, la fotografia, il disegno ed il collage, confeziona tavole potenti, apparentemente rozze, ma ricchissime di dettagli.

Come splendidi patchwork di chine e grafica elaborata al computer, il disegnatore ci regala un Inferno tanto disturbato e disturbante quanto la relativa controparte videoludica, dove i personaggi sembrano talvolta delle mere macchie di colore. Largo quindi ad una colorazione tetra e ad effetti capaci di rendere certe scene eteree, altre ancora guizzanti, quasi fossero scaturite da un rapido movimento di matita. Evocativo e spiazzante, Dante’s Inferno si propone come qualcosa assolutamente sopra le righe, forse difficilmente digeribile da gran parte dell’utenza fumettistica, ma non per questo privo di validità. Complesso ed audace il fumetto scorre rapido sotto gli occhi di chi lo osserva, senza dispensare qualche saltuario passo indietro tra le pagine, fosse anche solo per apprezzare i dettagli che ad una prima occhiata erano sfuggiti. Tanto cupo e incerto, chiaro e definito. Qualcosa pensato per restare impresso nelle menti di chi scruta le pagine, colpito nel bene o nel male.

6(66): Il numero del Diavolo

Pubblicato da Panini Comics, Dante’s Inferno ha già fatto il suo debutto cartaceo il 28 Gennaio con un volume spillato di 48 pagine, disponibile al modico prezzo di 3 €. Praticamente già terminata nella sua pubblicazione oltreoceano, la trasposizione fumettistica del titolo Visceral Games si comporrà, nella sua forma completa, di sei numeri, la cui cadenza di uscite sarà mensile. Il fumetto, a rigor del vero, ci è piaciuto non poco. Sebbene la trama sia quanto meno etichettabile come “trash”, il comparto grafico dell’opera è un lavoro certamente degno di lode. Artisticamente all’avanguardia, piacevolmente confuso, il tratto di Latorre vale, già da solo, l’acquisto del fumetto. Se siete in fervente attesa per l’uscita del gioco (ormai pressoché imminente) o se vi sentite già fan sin nel midollo, l’acquisto di questo piccolo tributo all’opera EA è praticamente d’obbligo. E che l’Inferno trascini a sé tutti quelli che non concederanno una chance almeno al neo-pubblicato numero uno. Fosse solo per saggiare la qualità di questo esperimento, da molti già probabilmente macchiato come pura “commercialata”. E a questo punto diciamolo: non siete stanchi di cadere in errore?!

 

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