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Fumetto Dante’s Inferno

Capita sempre piu' spesso che un videogame ancora lontano dagli scaffali venga anticipato da una serie di cortometraggi, romanzi o fumetti. Ecco quindi che dopo Metal Gear Solid, Silent Hill ed i piu' recenti esperimenti di Gears of War e Prototype, vediamo arrivare sul mercato italiano l'adattamento fumettistico del tanto controverso quanto atteso Dante's Inferno, ultima opera dei truculenti quanto abili Visceral Games. Il viaggio di Dante non e' mai stato tanto allucinante.

di: REdeiDESIDERI

Nel corso degli ultimi anni è capitato di assistere ad un fenomeno tanto curioso quanto crescente: quello dei tie-in. È infatti ormai uso e costume che alcune produzioni videoludiche, siano indissolubilmente legate a brand cinematografici o fumettistici, il più delle volte, a rigor del vero, per meri scopi di lucro. Largo allora a videogame tratti dai più disparati blockbuster, o lunghe avventure dalle meccaniche – più eventuali che varie – incentrate sui più celebri supereroi fumettistici. Questa è la consuetudine, ma meno spesso accade qualcosa di simmetricamente opposto e, dunque, di profondamente diverso. Capita infatti che un videogame, magari ancora lontano dagli scaffali, venga anticipato da una serie di cortometraggi, romanzi o fumetti. Ecco quindi che dopo Metal Gear Solid, Silent Hill ed i più recenti esperimenti di Gears of War e Prototype, si appresta ad arrivare sul mercato italiano l’adattamento fumettistico del tanto controverso quanto atteso Dante’s Inferno, ultima opera dei truculenti quanto abili Visceral Games, edita dall’etichetta indipendente Wildstorm. Abbiamo avuto la possibilità di leggere i primi capitoli della storia in anteprima per voi e, proprio in virtù dell’imminenteuscita videoludica, non potevamo esimerci dallo spendere due parole in merito. Seguiteci attraverso questa fittissima selva oscura di carta e chine, ma teniamoci stretti, perché il viaggio di Dante non è mai stato tanto allucinante.

Nel mezzo dell’assassin di vostra vita…

Allontanandosi prepotentemente dall’immagine classica che comunemente si ha del sommo poeta fiorentino, Dante’s Inferno propone una figura di Dante Alighieri violenta, truce, profondamente tormentata dai peccati commessi nel corso delle sanguinose crociate in Oriente. Non un poeta quindi, ma un cavaliere. Intimamente legato alla propria fede e all’amore per la donna che vorrà sposare alla fine della sua missione (parliamo ovviamente di Beatrice), il nostro si vedrà vittima di un tiro mancino orchestrato nientemeno che da sua Maestà il Re degli Inferi in persona: Lucifero. Il Demonio, dopo aver mostrato a Beatrice (appena defunta) l’efferatezza del promesso sposo, la convincerà a discendere negli Inferi ove, sposandosi con il patriarca infernale, eviterà che per i suoi peccati Dante venga condannato alle eterne pene dell’Oltretomba. Il cavaliere ovviamente non apprezzerà le intenzioni del Re infernale e, dopo aver sconfitto addirittura la Morte (nella sua fisica incarnazione di Cupa Mietitrice), partirà alla volta delle cerchie infernali per recuperare l’anima della sua bella e sconfiggere, di persona, il male che la attanaglia.

Sceneggiato dall’abile Christos Gage (recentemente noto per collaborazioni Marvel del calibro di Secret Invasion e House of M), Dante’s Inferno segue un trend recente, utile tanto ad aumentare l’attesa quanto l’interesse per la sua controparte videoludica. L’opera non vuole quindi gettare le basi per un prequel né tanto meno presentarsi come un possibile seguito alla storia narrata nel videogame, quanto piuttosto proporsi come una semplice trasposizione illustrata della medesima avventura che l’utente vivrà giocando il titolo EA. Ecco che quindi le storie del fumetto e del videogioco viaggiano di pari passo risultando praticamente identiche, seppur con architetture narrative diverse. Infatti chi avrà fruito anche solo della demo del gioco, non avrà alcuna difficoltà a rendersi conto come le due storie siano abbastanza sovrapponibili, sebbene, a rigor di cronaca, la versione fumettistica si prenda la briga di ridimensionare degnamente alcuni passaggi enormemente allungati dal gameplay del gioco. Insomma, onde non poter rappresentare tutte le mazzate visibili a schermo, la narrazione prende binari diversi, più esplicativi, potentemente immaginifici grazie alle splendide vignette. Che sia un bene o un male non è un dato di fatto, quanto una mera questione di gusti personali. In ogni caso possiamo dirvi questo: complici le splendide tavole confezionate dal disegnatore della serie (che a breve vi presenteremo), quasi non occorre apprezzare la trama per risultare rapiti dalla potenza visiva di questo particolarissimo comic book.