Rainbow Six: Siege – Closed Beta
Quando abbiamo ricevuto un codice per partecipare alla closed beta di Rainbow Six: Siege ci siamo fiondati immediatamente a scaricare il client curiosi di provare, a pochi mesi dal lancio del prodotto completo che ricordiamo è fissato al 1° Dicembre, il videogioco che all'E3 2014 fu la bomba di fine conferenza di Ubisoft. Prima di procedere è doveroso fare un piccolo disclaimer: i server di questa closed beta sono tutto tranne che stabili a causa del gran numero di utenti che hanno ottenuto un codice d'accesso. Il risultato quindi è un netcode da rivedere e un matchmaking che ci porta a lunghe attese. Trattandosi di una beta si tratta di problematiche normali che ovviamente speriamo non si presenteranno nel prodotto finale. Nonostante tutto siamo riusciti a giocare un buon numero di partite che ci hanno permesso di farci un'idea di ciò che questo Rainbow Six: Siege ha da offrire.
di: Luca SaatiQuando abbiamo ricevuto un codice per partecipare alla closed beta di Rainbow Six: Siege ci siamo fiondati immediatamente a scaricare il client curiosi di provare, a pochi mesi dal lancio del prodotto completo che ricordiamo è fissato al 1° Dicembre, il videogioco che all’E3 2014 fu la bomba di fine conferenza di Ubisoft. Prima di procedere è doveroso fare un piccolo disclaimer: i server di questa closed beta sono tutto tranne che stabili a causa del gran numero di utenti che hanno ottenuto un codice d’accesso. Il risultato quindi è un netcode da rivedere e un matchmaking che ci porta a lunghe attese. Trattandosi di una beta si tratta di problematiche normali che ovviamente speriamo non si presenteranno nel prodotto finale. Nonostante tutto siamo riusciti a giocare un buon numero di partite che ci hanno permesso di farci un’idea di ciò che questo Rainbow Six: Siege ha da offrire.
All’assalto!
Rainbow Six: Siege riesce a offrire match di gioco veloci e frenetici senza però abbandonare l’intelligenza tattica e la pianificazione, due elementi questi fondamentali per avere la meglio sugli avversari. I match vedono scontrarsi due squadre composte ciascuna da cinque giocatori, da una parte i difensori e dall’altra gli attaccanti. Prima dell’inizio vero e proprio della partita le due squadre devono scegliere rispettivamente dove posizionare l’obiettivo da difendere e dove iniziare la manovra d’attacco. La squadra votata all’offensiva ha trenta secondi di tempo per mandare dei droni in giro per la mappa e raccogliere quante più informazioni possibili come la locazione dell’obiettivo e la posizione dei nemici. Dall’altra parte ci sono i difensori che sfrutteranno questi trenta secondi per organizzarsi imbastendo barricate, trappole e così via. Questa fase di pianificazione risulta importantissima, ad esempio gli attaccanti se non riescono a trovare l’obiettivo si troveranno a vagare per la mappa perdendo preziosi minuti mentre i difensori invece senza la giusta organizzazione rischiano di trovarsi in poco tempo sotto il fuoco incrociato.
Altri elementi fondamentali sono il gioco di squadra, la tattica e la creatività. Fare il solitario infatti è controproducente e danneggia il vostro team che in men che non si dica rischia di trovarsi con un elemento in meno dalla propria parte. Ricordiamo infatti che in Rainbow Six: Siege non c’è il respawn e in caso di morte l’unica cosa che potete fare è aspettare l’inizio del round successivo. Nell’attesa potete osservare tramite delle telecamere ciò che accade sul campo di battaglia e supportare i vostri compagni segnalandogli la posizione dei nemici. Abbiamo citato anche la tattica e la creatività, due fattori che nella produzione Ubisoft vanno a braccetto. Le mappe di Rainbow Six: Siege sono infatti completamente distruttibili e permettono ogni volta di utilizzare nuovi schemi di attacco creando percorsi alternativi per sorprendere gli avversari.
Parlavamo anche di velocità e frenesia degli scontri. Una partita è infatti divisa in più round dalla durata di pochi minuti rendendo il ritmo di gioco tutt’altro che lento nonostante la fasi di pianificazione. Gli attaccanti quindi non possono girare troppo attorno all’obiettivo e prima o poi devono passare all’assalto. È proprio qui che gli scontri a fuoco si fanno frenetici, per morire bastano pochissimi colpi. Ogni round è quindi piuttosto veloce e dopo i primi trenta secondi per la pianificazione la tensione è sempre alle stelle visto che un nemico può spuntare in qualsiasi momento da qualsiasi angolo della mappa. Per vincere ogni round bisogna uccidere tutti gli avversari o completare l’obiettivo proposto.
Tre modalità, tre mappe e 14 operatori. Questi sono i contenuti offerti dalla closed beta di Rainbow Six: Siege. Le modaltà sono due PvP (Secure Area e Bomb) e una PvE (Terrorist Hunt Classic). Secure Area vede la squadra di difesa nascondere un’agente biochimico in una stanza della mappa mentre gli attaccanti devono ovviamente conquistare questa zona. Bomb vede invece due bombe posizionate sulla mappa. L’obiettivo della squadra d’attacco è disarmare almeno uno degli ordigni utilizzando un apposito dispositivo che uno dei membri del team deve portare con sé. Inutile dire che l’altra squadra deve ovviamente impedire il disarmo. L’ultima modalità è Terrorist Hunt Classic e vede una squadra formata da cinque giocatori andare all’assalto per uccidere un certo numero di nemici controllati dall’IA. Questa è affrontabile in tre differenti livelli di difficoltà crescenti. Le due modalità PvP proposte in questa closed beta sono piuttosto simili tra loro, per questo motivo avremmo preferito provare Hostage (l’assoluta protagonista all’E3 2014) per avere una maggiore varietà. Nonostante le due similitudini sia Secure Are che Bomb funzionano benissimo e divertono molto. Se poi vi trovate in un team insieme ai vostri amici viene fuori tutto il potenziale di Rainbow Six: Siege. Anche la modalità PvE ci ha tolto qualche bella soffisfazione. Anche in questo caso guai a fare il Rambo della situazione visto che l’IA è capace di mettervi in difficoltà. Ricordiamo ancora le prime partite in Terrorist Hunt Classic in cui non riuscivamo a strappare una vittoria. Solo dopo vari tentativi, giocando con tanta attenzione e con la giusta pianificazione siamo riusciti a sconfiggere l’IA. Insomma il senso di soddisfazione è davvero elevato quando si riesce a padroneggiare al meglio il gameplay di Rainbow Six: Siege.
Ciò che ci ha stupito durante la nostra prova della closed beta è il level design delle mappe. House è una villa situata negli Stati Uniti, Hereford è la casa delle forze britanniche SAS e infine abbiamo il Consolato (Consulate) della capitale economica delle Costa d’Avorio. Ogni mappa è divisa in più piani offrendo così possibilità d’infiltrazione quasi illimitate, ci si può affidare all’entrata principale, scalare le pareti, passare dal tetto oppure sfondare direttamente dal seminterrato. Questi citati da noi sono solo degli esempi, il level design è studiato alla perfezione e offre un numero così elevato di possibilità che a ogni partita scoprirete qualcosa di nuovo.
Infine è doveroso spendere qualche parola anche per gli Operatori che rappresentano le classi del gioco. All’inizio si parte come una semplice recluta, ma basta poco per ottenere i crediti di gioco utili per sbloccare uno dei tanti operatori. Ognuno possiede un equipaggiamento diverso, si va da quelli più corazzati ma lenti a quelli più leggeri e veloci. Non dimentichiamoci poi delle abilità proprie, lo Sledge ad esempio può affidarsi a un possente martello per sfondare le pareti e attaccare così da ogni dove, il Doc può curare i compagni feriti, Blitz può utilizzare uno scudo balistico per proteggersi dai colpi nemici. Da sottolineare che gli operatori si dividono in attacco e difesa, di conseguenza non è possibile utilizzare un operatore specializzato nell’attacco per difendersi e viceversa. Inoltre il gioco si basa su un sistema di scelta unica, questo significa che non possono esserci due operatori dello stesso tipo in squadra. Nel complesso gli operatori possiamo dividerli in cinque classi: gli Apripista che si posizionano in prima linea grazie alle loro corazze e agli scudi utili per proteggere i compagni; gli Arieti possono utilizzare i loro gadget per offrire ai compagni nuove possibilità di sfondamento; i Sabotatori possono posizionare trappole di vario tipo nella mappa; i Baluardi hanno dalla loro dei gadget utili per rallentare i nemici e neutralizzare le loro armi; infine abbiamo gli operatori di Supporto che forniscono corazze extra, munizioni o possono rianimare i compagni feriti. Nel complesso le scelte messe a disposizione sono davvero tante e nel gioco diventa fondamentale conoscere bene gli operatori e il ruolo che questi devono svolgere.
In conclusione…
Ciò che abbiamo provato in questa closed beta di Rainbow Six: Siege ci ha estasiato e catturato. Il suo gameplay e il suo level design richiedono di affrontare ogni partita con la giusta attenzione e la giusta tattica, e possiamo garantirvi che il senso di soddisfazione dopo aver vinto un semplice round grazie a uno schema perfetto è impagabile. I nostri unici dubbi riguardano i contenuti inclusi nel prodotto finale. Ricordiamo infatti che Rainbow Six: Siege non avrà nessuna campagna singleplayer, di conseguenza ci sarà bisogno di un buon numero di contenuti multiplayer capaci di tenere anche lontano l’effetto ripetitività. Questi dubbi li scioglieremo solo una volta messe le mani sul prodotto finale. Noi non vediamo l’ora di andare all’assalto il 1° Dicembre.