PlayStation 5: come non svelare una console
di: Simone CantiniConfesso che avrei voluto scrivere subito, proprio ieri attorno alle 18, ma poi ho pensato che non sarei stato così lucido da poter ragionare con pacatezza ed un po’ di oggettività (o presunta tale). Ho ritenuto che, forse, sarebbe stato meglio dormirci sopra un altro po’, dato che il sonnellino stimolato da Mark Cerny durante la tanto chiacchierata presentazione di PS5 non poteva di certo bastare a riordinare i pensieri. Perché, diciamocelo, sarebbe stato facilissimo buttare giù un pezzo in cui vomitare una serie di improperi nei confronti di Sony, per il modo davvero bizzarro (per non dire disastroso per le masse) con cui sta gestendo la diffusione delle informazioni relative alla sua prossima console da gioco. Ecco perché l’articoletto che vi apprestate a leggere non contiene solo tre lettere ed un paio di segni di interpunzione: WTF?!
accettare i cookie con finalità di marketing.
La malinconoia
E alla fine, tanto tuonò che piovve, anche se più che ad un robusto acquazzone abbiamo assistito ad una leggera pioggerellina. In effetti dopo il reveal ufficiale delle specifiche di Xbox Series X, asciutto e diretto, senza troppi fronzoli e con una manciata di video in gradi di esplicare più di mille parole, ci saremmo aspettati una risposta di Sony degna di tale nome, così da far entrare finalmente nel vivo la prossima console war. Anche perché il colosso nipponico ha dimostrato di saper montare e sfruttare l’hype, visto il modo in cui riesce (quasi) sempre a presentarsi sulla scena nel modo ed al momento giusto. Basta pensare al reveal di PS4, che poi si sarebbe rivelato soltanto la presentazione del controller, ma che grazie ai filmati in cui alcuni dei futuri titoli della console facevano bella mostra di sé (no Deep Down, te no!), fu in grado di catalizzare le attenzioni ed i desideri della platea. Oppure che dire della geniale mossa con cui venne annunciato il prezzo di PS1? Ne sono passati di anni da allora, sicché credo sia il caso di rinfrescare la memoria ai più giovani, ma anche a chi perde colpi a causa dell’età avanzata.
accettare i cookie con finalità di marketing.
Pochi fronzoli e tanta sostanza, una lezione che dopo la debacle vissuta con Xbox One sembra aver appreso anche Microsoft, che dalla fine dello scorso anno non ha fatto altro che distribuire poco alla volta le informazioni essenziali relative alla sua prossima console. Con la situazione che si è sublimata solo un paio di giorni fa, con una serie di post in cui le caratteristiche della macchina sono state messe semplicemente nero su bianco, senza tanti giri di parole. Un mondo alla rovescia, stando al tristissimo spettacolo di cui ieri è stato protagonista Mark Cerny che, in una location che faceva tanto sit-com scrausa anni ’70, ha ammorbato le quattro sagome posticce messe a simulare un pubblico assente. Come assente è stata la platea da casa, sommersa da fiumi di tecnicismi oscuri alla massa di player, i veri interessati a capire cosa troveranno nei negozi verso la fine dell’anno in corso. A dirla tutta, è sembrato quasi che Sony abbia voluto rispolverare in fretta e furia il cancellato evento in programma alla GDC 2020, un raffazzonato modo per rispondere agilmente alla mossa dei rivali, come se fossero stati presi davvero in contropiede. Trovo davvero difficile credere che fosse un’azione calcolata, visto anche il modo prolisso, e a tratti vicino ai toni delle supercazzole (parlando da profano di hardware nudo e crudo) con cui Cerny ha ciurlato nel manico, evitando di spiattellare in modo evidente il valore di quei teraflops attorno a cui, piaccia o no, ruoterà l’imminente console war. Si è parlato di SSD, audio 3D ed altri aspetti, lasciando quasi in disparte i bruti dati, tra l’altro minimizzati in un paio di interventi e bollati come non determinanti. Insomma, come quando un’amica ti voleva convincere ad uscire con una tipa bruttina, parlando di tutte le sue doti che esulavano dalla mera estetica. Un’ora in cui è sembrato di assistere ad un estremo tentativo di mirror climbing, per giustificare quella che sulla carta sembra una macchina inferiore alla concorrenza, con l’aggravante di aver affidato alle parole di cui sopra solo delle tristissime slide, che sono sembrate preparate in tutta fretta dall’ultimo degli stagisti. E dire che sarebbe bastato un video, anche breve, così da giustificare visivamente la bontà di quanto sostenuto. L’idea che mi sono fatto è che Sony sia stata presa davvero alla sprovvista da Xbox Series X, e che sia ancora in alto mare con la propria console, come evidenzia anche l’imbarazzante intervento sulla futura retrocompatibilità: sentire di un team che sta provando uno ad uno i giochi per vedere se funzionano senza intoppi, non so voi, ma ha un che di comico, soprattutto alla luce di quanto annunciato da Microsoft. Non dico che mi sarei aspettato una retro in grado di coprire dall’Atari 2600 ad oggi, ma un paio di generazioni le avrei date per coperte.
Ci ho dormito sopra, due volte, ma alla fine non sono riuscito a trovare il senso di quell’ora che ieri ho buttato nel gabinetto. Certo, si tratta solo della prima mossa in quella che si prospetta una lunga partita, ma spesso chi ben comincia è a metà dell’opera. Però è anche vero che mogli e buoi dei paesi tuoi, e che se can che abbia non morde magari tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. Ecco, giusto per adeguarmi ai toni di Cerny mi sono messo pure io a sproloquiare. È sicuramente presto, anzi prematuro, tirare le somme, visto che ancora non si sono viste le due prossime belve in azione, ma sarebbe anche sciocco negare l’attuale vantaggio Microsoft nei confronti di Sony. Noi restiamo in attesa di sviluppi, e nel mentre ci siamo premuniti di una buona scorta di caffè, tanto per non correre il rischio di addormentarsi di nuovo.