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PlayStation 4: la nostra prova

Il tempo sembrava davvero non finire mai per tutta la schiera di appassionati che attendevano spasmodicamente l’avvento europeo di PS4. Assai stuzzicati dai commenti entusiastici degli acquirenti americani, ma anche lievemente spaventati dai primi segnali di malfunzionamento, gli utenti del Vecchio Continente sembrano aver accolto bene, al pari dei loro colleghi d’oltreoceano, l’ultima nata di casa Sony. E pure noi baldi redattori di Console Tribe non abbiamo saputo resistere al richiamo suadente della nuova creatura del colosso nipponico: sono passati quasi sette giorni dal nostro incontro e pare proprio giunto il momento di tirare le prime conclusioni in merito a questa relazione. Amore a prima vista, rapporto complicato, oppure semplice cotta passeggera?

di: Simone Cantini

Una poltrona per due

E poi c’è la tanto sbandierata funzione di remote play, una sorta di mantra sul quale Sony ha costruito parte della sua strategia di marketing. Come saprete oramai da mesi, grazie a questa funzionalità è possibile riprodurre in streaming sullo schermo di PS Vita qualsiasi contenuto disponibile su PS4, sfruttando una comune connessione internet. Sorprendentemente e con qualche abbassamento della resa visiva (in termini di frame per secondo), questa sorta di cavallo di battaglia tanto pubblicizzato da Sony si è dimostrato in grado di svolgere in pieno la sua funzione, seppur con tutte le limitazioni insite nel set di comandi disponibili sull’handheld. Se è vero che con titoli comeResogun la resa grafica e, soprattutto, la giocabilità sono risultate pressochè identiche, Killzone: Shadow Fall si è presentato assai più problematico da gestire, complice l’assenza di una seconda coppia di dorsali. Certo, il gioco ha pensato a mappare automaticamente il touch pad posteriore della console, ma in termini di usabilità il classico pad è risultato anni luce avanti. A dispetto di ciò, comunque, il gioco si è comportato in maniera egregia, ripresentando in forma ridotta quanto ammirato sullo schermo TV.

Big brother is watching you

Secondo punto su cui Sony si è più volte soffermata sin dall’annuncio della sua nuova piattaforma, è stata la possibilità di condividere in tempo reale la propria esperienza di gioco, sfruttando le funzionalità di sharing di PS4. In qualunque momento è possibile, difatti, catturare uno screenshot dello schermo e pubblicarlo tramite Twitter oFacebook. In aggiunta è possibile registrare fino a 15 minuti di video, tutto ovviamente in tempo reale, da pubblicare (magari dopo averli editati a dovere), sui già citati social network. Se poi siamo più egocentrici e vogliamo mettere in mostra pubblicamente le nostre azioni, sarà possibile trasmettere in tempo reale ogni nostra attività, tramite i siti di streaming video Twitch Ustream, magari includendo anche la nostra voce (catturata da un qualsiasi microfono) o il video ripreso dalla PlayStation Camera. Passato lo spaesamento iniziale, tutte e tre queste funzioni si sono dimostrate assai rapide nell’esecuzione, anche se abbiamo riscontrato una certa instabilità del flusso video in occasione delle nostre prove di trasmissione effettuate tramite Ustream.

A tal proposito è assai fastidioso notare come sia impossibile organizzare in maniera autonoma le acquisizioni (tutto viene archiviato automaticamente) e, cosa ancor più spiacevole, non venga data la possibilità di esportare su supporti esterni screenshots e video: condividiamo sì, ma al momento solo come vuole Sony. Sempre in ottica evolutiva è interessante il passo avanti compiuto dalla sezione novità, adesso divenuta una sorta di bacheca elettronica virtuale tramite la quale è possibile sbirciare, oltre che le nuove uscite legate all’universo PlayStation, anche l’operato dei propri amici: la pagina, accessibile in ogni momento, difatti riporta le ultime attività svolte dai nostri compari videoludici, siano esse legate allo sblocco di un particolare trofeo, l’acquisto di un gioco o la visualizzazione di un video. Ulteriore invito ad una socializzazione meno digitale e più concreta, è da segnalare la possibilità di legare l’account utente al proprio nome reale, oltre che ad una vera e propria foto. Destinato, ovviamente, a chi se ne fa beffe della tanta abusata privacy.

Finalmente la next gen è arrivata in tutta la sua completezza anche da queste parti, ma ne è valsa davvero la pena? Potremmo stare ore a disquisire sulla reale bontà dell’offerta ludica di PlayStation 4, ma non è certo compito di questo speciale. Con il nostro articolo volevamo solo mettere in luce pregi e difetti della nuova nata di Sony che, seppur presentandosi decisamente acerba sotto alcuni punti di vista, ha comunque dimostrato di avere bene in mente il suo scopo: pochi fronzoli e molta sostanza, con un’attenzione particolare rivolta all’aspetto del puro gaming. Il sistema operativo, per quanto ancora scarno, si è dimostrato all’altezza della situazione e capace di rimuovere tutte le magagne che affliggevano la controparte PS3 in termini di prestazioni ed aggiornamenti. Lo stesso pad, seppur non ancora al top, si è rivelato una degna evoluzione del suo ingombrante passato, mentre le funzionalità di sharing, seppur non focali, si sono rivelate funzionali e comunque non invasive ed esose in termini di risorse. Siamo al cospetto della macchina da gioco perfetta? Assolutamente no, ma la strada tracciata da Sony sembra per lo meno assai chiara. A questo punto non resta che attendere fiduciosi la meritata iniezione di titoli.