TV Recensione

Sei nell’Anima

di: Andy Reevieny

O bene bene o male male si dice dalle nostre parti in questi casi. Dico nostre, non a caso, perchè straordinariamente, per l’occasione, scrivo senza ombra di dubbio della mia più celebre concittadina a livello internazionale: Gianna Nannini.

Per visualizzare i video di terze parti è necessario
accettare i cookie con finalità di marketing.

Morta per autoprocurato aborto

Non è un titolo clicbait, tranquilli, ma una dichiarazione di intenti questo primissimo singolo dell’album eponimo d’esordio di Gianna Nannini per la casa discografica Ricordi nel 1976. In Sei nell’Anima, dal titolo di un singolo di successo scritto dalla nostra insieme a Gino Pacifico, di produzione Netflix, regia di Cinzia TH Torrini, facciamo un passo indietro ormai a 70 anni fa quando a Siena, la più bella delle città come recita il più noto stornello popolare, per la precisione in Fontebranda nella Nobile Contrada dell’Oca, tra le lastre come si suol dire qui, nasce la nostra protagonista, secondogenita figlia dell’illustre senese Danilo Nannini (Maurizio Lombardi) e di Giovanna Cellesi (Teresa Tanini), sorella di Guido, non pervenuto nel film, primogenito e Alessandro (Lorenzo Aloi) che, come noto diviene pilota automobilistico professionista la cui carriera viene bruscamente interrotta da uno spaventoso incidente sul finire degli anni ottanta. La vicenda ovviamente è nota, almeno per gli aspetti pubblici, e si sposta da subito a Milano dove Gianna, intrepretata qui da Letizia Toni, la cui ambizione è quella di diventare cantautrice, gira più case discografiche per approdare ed essere prodotta inizialmente per la Ricordi dalla ormai celebre discografica Mara Maionchi (Andrea Delogu). Il tutto poi si sposta nel tempo anche in Germania e racconta gli esordi difficili della rocker senese, sul finire degli anni settanta, per poi arrivare al successo nazionale e in parte internazionale negli anni ottanta fino ai giorni d’oggi.

America

Il singolo di apertura del terzo disco del 1979 California, dalla copertina emblematica e per allora scandalosa con la Statua della Libertà che al posto della fiaccola impugna un vibratore, rappresenta  il primo vero successo commerciale di Gianna Nannini che, ricapitolando brevemente, dopo una infanzia anche agiata, essendo babbo Danilo il detentore del celebre marchio omonimo di pasticcerie locali, nonchè per molti anni dirigente della sua Priora Contrada della Civetta e anche del Siena Calcio o Robur che dir si voglia, dopo peraltro esserne stato anche giocatore in gioventù, insomma a casa era pane quotidiano oltre a quello lavorato a bottega anche lo  sport a livello agonistico. Vediamo Gianna compiere gli studi di pianoforte (nella realtà conseguendo il diploma di solfeggio in conservatorio pur subendo al lavoro nell’azienda di famiglia l’amputazione di ben due falangi della mano sinistra) ma, per stessa ammissione della nostra, con un rapporto un po’ controverso diciamo con la voce e col canto, che poi sarà invece il suo forte, ciò per cui è ancora universalmente riconosciuta. Vediamo dunque, tra la cronaca e il (foto o fotto in alcuni casi) romanzo, la vita artistica e personale di Gianna, tra la città d’origine che lascia per cercare fortuna, insieme alla famiglia col rapporto inizialmente difficile anzitutto col babbo, e poi con i comprimari che segnano tappe fondamentali nel percorso come la summenzionata Mara Maionchi nonchè lo scomparso produttore Conny Plank, responsabile in gran parte del successo, non solo teutonico, della nostra.

Lat(r)in Lover

Con gli anni ottanta i primi nodi vengono al petting, più che al pettine, nel senso che la voglia di libertà, non solo economica dalla pur avviata attività di famiglia in provincia, l’amore per la nostra città, insomma l’emancipazione anche sessuale di Gianna che ha come riferimento dichiarato Janis Joplin, la mostrano innamorata, inizialmente bisex, poi palesemente attratta da donne, una in particolare, Carla Accardi (Serena Caramazza) cui pare siano dedicati gli ultimi 2 singoli ai titoli dei paragrafi di cui sopra per arrivare alla gravidanza di Gianna che nel 2010 l’ha vista diventare mamma di Penelope, come riportano le cronache rosa. Sei nell’anima è questo, un racconto dove più, dove meno, parziale.

Non compromettere te stesso

“…sei tutto ciò che hai” citando la summenzionata Janis Joplin, riferimento anche in questa produzione Netflix che Gianna per mano di Letizia Toni scrive ossessivamente col rossetto sugli specchi, a mò di promemoria. Sei nell’anima, con la supervisione della vera Nannini, tanto da far sfruttare veri materiali di archivio, oltre alle location, in effetti non si compromette, nel senso che osa fino a un certo punto, e questo si deve qui interamente a Letizia Toni che, toscana anche lei, pistoiese per la precisione, riesce a rendere una Gianna ribelle, sensuale, passionale, irriverente, insomma quella vera che o si ama o si odia. Il problema sono i comprimari, a partire da Maurizio Lombardi che è fiorentino, come a quanto pare anche in ruolo minore, Aloi che interpreta Alessandro Nannini e si sente in più di un’occasione con espressioni che un senese non direbbe mai. Per non parlare della Delogu completamente fuori parti nel ruolo, ormai noto anche al grande pubblico, della Maionchi.

Più in generale ancora, i comprimari sono appena abbozzati e Siena e il suo circondario è sullo sfondo e poco più. Per chi conosce la carriera di Gianna Nannini, in alcuni casi proprio non pervenuti, e penso anzitutto al talentuoso altro nostro concittadino Fabio Pianigiani, collaboratore di lunga data di Gianna. Comparto tecnico, trucco parrucco sufficienti, ma non si va oltre, compreso il sentir rammentata una bandiera (che dovrebbe nel caso di Gianna essere quella col Paperone come appellata dai Contradaioli dell’Oca come Gianna), che si vede, non si spoilera che i personaggi sono tutti veri ed è cronaca, ahinoi nera in questo caso, quella della Civetta sul feretro di Danilo Nannini, personalità senese oltremodo illustre, qui veramente resa in maniera abbastanza anonima, e lo stesso dicasi per Alessandro, allora ancora in attività come pilota da corsa. Sufficienza nell’insieme, ma da concittadino che l’ha anche vista giocare in casa in Piazza del Campo a inizio millennio voluta proprio dal vero M° Mauro Pagani che l’ha voluta per la serata finale dell’edizione 2002 della Città Aromatica, atletica, stornellante ai limiti dell’ottava rima, insomma si può e si deve pretendere di più come ad es. è riuscito a Susanna Nicchiarelli che con Nico1988  ha realizzato una delle migliori biopic di sempre, non solo musicali. Ascoltiamo e guardiamo il materiale d’archivio degli originali anzitutto, specie se in vita e in ancora in piena attività come la Nannini, che notoriamente porta sempre la nostra Siena nel cuore e su palmo di mano, con pudore. Arrivare secondi non conta, si dice qui, allegoricamente e metaforicamente.