Lost Planet 3
La rivoluzione continua in casa Capcom. Non ha colpito solo la saga di Resident Evil, ma ha coinvolto anche una ben più recente, nata con questa generazione di console: parliamo di Lost Planet, saga fantascientifica che è riuscita a tagliarsi un piccolo spazio in un mercato affollato da sparatutto in prima e terza persona.
L’asso vincente del primo episodio era stata la capacità di amalgamare con perizia un’ambientazione interessante, un pianeta ghiacciato che l’uomo ha provato a colonizzare, una buona varietà di nemici, crudeli predoni e terribili alieni, e un sistema di gioco in grado di fondere sessioni action a piedi con altre ben più frenetiche a bordo di grossi mech, in pieno stile giapponese. E dopo un secondo episodio che ha dato maggior importanza alla modalità cooperativa e alla varietà delle location, è finalmente giunto il momento di un nuovo capitolo, pronto a cambiare ancora una volta le carte in tavola.
Rivoluzionando tutto con Lost Planet 3, appunto.
di: Giorgio "Nadim" Catania
La rivoluzione continua in casa Capcom. Non ha colpito solo la saga di Resident Evil, ma ha coinvolto anche una ben più recente, nata con questa generazione di console: parliamo di Lost Planet, saga fantascientifica che è riuscita a tagliarsi un piccolo spazio in un mercato affollato da sparatutto in prima e terza persona.
L’asso vincente del primo episodio era stata la capacità di amalgamare con perizia un’ambientazione interessante, un pianeta ghiacciato che l’uomo ha provato a colonizzare, una buona varietà di nemici, crudeli predoni e terribili alieni, e un sistema di gioco in grado di fondere sessioni action a piedi con altre ben più frenetiche a bordo di grossi mech, in pieno stile giapponese. E dopo un secondo episodio che ha dato maggior importanza alla modalità cooperativa e alla varietà delle location, è finalmente giunto il momento di un nuovo capitolo, pronto a cambiare ancora una volta le carte in tavola.
Rivoluzionando tutto con Lost Planet 3, appunto.
Ogni storia è unica
In questo nuovo capitolo della serie, un ruolo di primo piano lo rivestirà la trama. Una trama ben più matura e articolata di quanto visto in passato, che racconta la storia di un uomo ritrovatosi ad affrontare problemi più grandi di lui.
Jim Peyton, questo il protagonista del gioco. Mandato sul pianeta E.D.N. III dalla mega corporazione Neo-Venus Construction durante la fase di colonizzazione – che quindi pone il gioco in un periodo precedente agli eventi del primo episodio – Jim deve svolgere faticosi e pericolosi lavori per racimolare più soldi possibili. Soldi che poi deve mandare sulla Terra, alla propria famiglia. Perché, come tutti sanno, senza soldi non si va da nessuna parte e, anzi, si tira avanti per molto poco tempo. E perfino nell’universo di Lost Planet tutto ruota attorno al denaro. Così spetta a lui il compito di guadagnare a sufficienza per mantenere i suoi cari, e un lavoro come quello offertogli dalla compagnia stellare gli sembra letteralmente una manna dal cielo.
Ma scoprirà presto che c’era un motivo per cui quel posto era vacante: micidiali tempeste flagellano la superficie ghiacciata del pianeta, abitata da sconosciute razze aliene tanto numerose quanto mortali. Nemmeno il clima è dei migliori: rigido come non mai, rende spesso le attrezzature inutilizzabili, mantenendo sempre alta la possibilità di congelamento. Il povero Jim, insomma, dovrà affrontare situazioni inattese e pericolose, tutto per la famiglia.
Per una volta la trama di Lost Planet regala qualcosa di differente, presentando personaggi ben più carismatici del passato ed eventi che riescono a rendere il giocatore certamente più partecipe. Insomma, la saga si sta evolvendo, cercando di offrire un background narrativo di maggior spessore e lasciando da parte le missioni folli e suicide, talvolta quasi prive di fondamento, viste in Lost Planet 2. Un’impresa non facile questa, ma da quanto visto fino ad ora Capcom si sta muovendo nella giusta direzione. Il che ci fa molto piacere.
Fucili, mech e stazioni abbandonate
Anche la natura di sparatutto in terza persona ha subito delle modifiche in questo nuovo episodio sotto numerosi aspetti. Partiamo analizzando le sessioni a piedi. Queste risultano fin da subito differenti da quanto visto in passato. I movimenti del protagonista infatti risultano più naturali, quasi incerti fintanto che si esplora qualche stazione di colonizzazione abbandonata. Le armi, numerose e varie, saranno sì potenti, ma non riusciranno mai a far sentire il giocatore al sicuro, vista la forza bruta degli alieni che lo attaccheranno. Per questo bisognerà fare attenzione a dove si metteranno i piedi e a come muoversi. Perché se nelle sessioni all’aperto verrà di sicuro più semplice affrontare gli alieni – chiamati “Akrid”, e i cui punti deboli ancora una volta sono segnalati da delle escrescenze rosse, come la saga ci ha abituati – in quelle che saranno ampie distese di neve, all’interno delle strutture lo spazio vitale sarà sempre minore, e mantenere le distanze risulterà certamente più difficile. Obbligano talvolta a combattimenti fin troppo ravvicinati, che attiveranno dei semplici quick time event in cui accoltellare con foga le bestie fin troppo curiose.
Ecco quindi che i programmatori hanno deciso di dare un taglio decisamente più dark alle avventure di Jim, in ambientazioni sempre cupe e silenziose. I luoghi che si esploreranno avranno l’aspetto selvaggio, se si parla di ambienti naturali, o desolato e in rovina, se si tratterà degli edifici umani. Questo fa sembrare già ora Lost Planet 3 un titolo che prende grande ispirazione tanto dalle pellicole hollywoodiane – Alien in primis – quanto da altri esponenti in ambito videoludico – impossibile non citare Dead Space di Electronic Arts, davvero simile.
Ad alleggerire la sensazione di ansia che si proverà in taluni circostanze ci penserà la presenza di un immenso mech. Utilizzato in circostanze normali per le trivellazioni delle pareti ghiacciate e per i lavori pesanti, Jim non esiterà a trasformarlo in una vera e propria macchina da guerra, sfruttandone le dimensioni per combattere gli Akrid troppo cresciuti. La visuale, una volta all’interno del mezzo, passerà dalla terza alla prima persona, rendendo gli spostamenti e gli scontri ben più spettacolari, aumentando allo stesso tempo l’immedesimazione del giocatore. La sensazione di potenza così tornerà protagonista, rendendo queste sessioni sicuramente più action e molto meno horror.
Paura del congelamento
Ancora si è visto poco riguardo a Lost Planet 3, e di sicuro se ne tornerà a parlare in molte altre occasioni. Per ora, però, possiamo già fornire qualche semplice considerazione a riguardo. La demo presente all’E3 di Los Angeles ha dato modo di provare sia le fasi a bordo del mechche quelle a terra, dopo che quest’ultimo era andato in avaria.
Graficamente il lavoro svolto fino ad ora sembra buono, forte di una certa qualità per i dettagli e in grado di regalare scorci mozzafiato. A livello di contenuti però, per quanto la struttura sembri solida e la proposta in termini di gameplay discretamente varia, il gioco non si è distinto particolarmente dagli altri esponenti del genere. Probabilmente complice la durata della prova, breve e non in grado di mostrare a fondo le potenzialità del titolo.
Ma non per questo noi di Console-Tribe ci perdiamo d’animo. Tutt’altro: siamo ansiosi di poter rimettere le mani sul titolo in questione, per testarlo con maggior calma e per un tempo più lungo. Perché su carta ci sono tutti i numeri per rivoluzionare alla grande la saga e trasformareLost Planet 3 in un degno TPS sci-fi.
Non rimane quindi che attendere fiduciosi, pronti a tornare su E.D.N. III per massacrare un bel po’ di Akrid. A bordo di mech o meno, poco importa.