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LEGO: Lo Hobbit

Durante tutto il corso della precedente generazioni di console, i titoli della serie LEGO hanno saputo divertire la platea di giocatori, creando spesso una corrispondenza tra il solido sistema di gioco, talvolta più open-world e altre volte maggiormente incentrato sulla dicotomia azione-enigmi e umorismo spensierato, conquistandosi un posto tra le serie più fortunate del panorama videoludico attuale. E’ pertanto con piacere, e con una buona dose di aspettative, che abbiamo partecipato alla presentazione di LEGO: Lo Hobbit, tenutasi in una Milano ormai cronicamente plumbea. Ringraziamo Warner Bros. Interactive Entertainment Tim Wileman di TT Games, editore rispettivamente e sviluppatore del titolo, per il cordiale invito. Ma passiamo subito a LEGO: Lo Hobbit.

di: Pablo "PabloB" Bernocchi

Durante tutto il corso della precedente generazioni di console, i titoli della serie LEGO hanno saputo divertire la platea di giocatori, creando spesso una corrispondenza tra il solido sistema di gioco, talvolta più open-world e altre volte maggiormente incentrato sulla dicotomia azione-enigmi e umorismo spensierato, conquistandosi un posto tra le serie più fortunate del panorama videoludico attuale. E’ pertanto con piacere, e con una buona dose di aspettative, che abbiamo partecipato alla presentazione di LEGO: Lo Hobbit, tenutasi in una Milano ormai cronicamente plumbea. Ringraziamo Warner Bros. Interactive Entertainment Tim Wileman di TT Games, editore rispettivamente e sviluppatore del titolo, per il cordiale invito. Ma passiamo subito a LEGO: Lo Hobbit.

Una grafica inaspettata

LEGO: Il Signore degli Anelli è stato vero trionfo. E data la nuova trilogia dei film Lo Hobbit era lecito aspettarsi che TT Games avesse in mente di realizzare una serie di giochi ispirati al primo libro di J.R.R. Tolkien, già adattato per il cinema da Peter Jackson. E infatti, forti dell’esperienza acquisita, eccoci già seduti davanti ad un maxi schermo dove, agganciata una PlayStation 4 riconoscibile delle forme isometriche e dal DualShock 4 in bella mostra, siamo accordi da Bilbo e Tim Wileman che, senza perdere troppo tempo in convenevoli, viene subito al sodo mostrandoci due livelli di gioco di LEGO: The Hobbit.

Quello del titolo TT Games è un progetto ambizioso, cronologicamente ambientato durante gli avvenimenti narrati nei primi due film della trilogia dello Hobbit, quelli che avete già visto al cinema insomma. Il titolo non rappresenterà uno stravolgimento se siete abitudinari di LEGO: Il signore degli Anelli, quanto una conferma, un’evoluzione, il potenziamento del brand sotto ogni aspetto, primo fra tutti quello dell’impatto visivo. Infatti, ciò che ci ha colpito di più di quest’anteprima, il comparto tecnico visivo è già ottimo e il motore grafico solidissimo, tanto che in un’unica occasione abbiamo riscontrato un piccolo trascurabile glitch, cioè una fiammella di una candela fuori posto. Tutto il resto una vera meraviglia per gli occhi. L’alta definizione, la solidità generale degli scenari, i personaggi assai riconoscibili che riproducono in chiave LEGO tutti i nani della compagnia, Gandalf e Bilbo Baggins scassinatore, e finalmente molti più elementi interattivi costruiti utilizzando numerosi mattoncini assemblabili, nella loro controparte digitale. E’ già possibile affermare che LEGO: Lo Hobbit sembra potere superare la critica rivolta ai precedenti titoli della serie, cioè quello di non avere poi tutti questi elementi in LEGO. I ponti, certe costruzioni, praticamente tutti i mobili della casa di Bilbo, staccionate, barriere, arieti, barili, sono tutti realizzati come fossero composti da pezzi dei famosi mattoncini di Billund. E la possibilità di distruggere tutto, ri-assemblare, collezionare pezzi utili per il prosieguo dell’avventura, sembra essere aumentata esponenzialmente. Certo per merito della PlayStation 4 utilizzata per la presentazione del titolo, ma poco importa. Gli stessi personaggi, gli effetti di luce, la quantità di nemici su schermo aumentata nel numero, contribuiscono a rendere il salto generazionale più che evidente. Se tecnicamente l’obiettivo è già centrato, passiamo ora ad analizzare i due livelli del gioco mostrati durante l’evento.

La nostra prova

Il team di Warner Bros. Interactive ha deciso di mostrarci due livelli, il primo, iconico, ambientato durante l’arrivo a singhiozzo dei nani a casa di Bilbo, nella famosa scena della cena prima della partenza verso la Montagna Solitaria alla caccia del crudele Smaug; il secondo durante la fuga dalla Cittadella dei Goblin. Quello che sarà il primo capitolo del gioco, la cena a casa Baggins, è un tutorial ben congegnato, forse non troppo sbrigativo se siete giocatori esperti. Il nostro Bilbo dovrà accogliere in serie ospiti che, distruggendo tutto il mobilio del povero hobbit, organizzeranno quella cena che avete visto nel film, o letto nel libro. Sarà compito dei giocatori portare in tavola le pietanza, dopo avere “edificato” la grande tavola da pranzo dove i nostri si accomoderanno per svuotare l’intera dispensa di casa Baggins. La prima novità del titolo è la possibilità di utilizzare i pezzi di LEGO raccolti distruggendo elementi scenici in modo più complesso, ri-assemblando in punti determinati nuovi elementi che consentiranno di procedere con l’avventura. Sul finire della cena, prima dell’arrivo di Thorin, TT Games ha ben pensato di inserire un quick time event quasi musicale, che ricalca la canzone dei nani del primo film, Un Viaggio Inaspettato, dove premendo i tasti del joypad con il tempismo appropriato aiuteremo Dori, Nori, Dwalin, Balin e tutti gli altri a sparecchiare.

Se all’introduzione al gioco abbiamo potuto solo assistere, abbiamo invece provato la seconda parte della demo, la fuga dalla Città dei Goblin soggiogata dal pachidermicoRe dei Goblin, il primo boss di LEGO: Lo Hobbit. Sessione decisamente più frenetica. Utilizzando di volta in volta tutti i membri della compagnia, Anche in LEGO: Lo Hobbit sarà quindi possibile utilizzare l’intera compagnia di avventurieri, da Bilbo a Thorin a Gandalf, caratterizzati ciascuno dalle proprie abilità speciali e in grado di interagire con determinati elementi dello scenario di gioco, Gandalf con quelli marcati di blu, Kili il nano in grado di sparare le proprie frecce e così via, ci siamo fatti largo attraverso la moltitudine di goblin, una vera turba di mostri, che si paravano tra noi e la salvezza. Circa a metà dello stage poi, il divertente scontro con il pingue Re dei Goblin vi vedrà occupati a fronteggiare il colossale avversario, da sconfiggere utilizzando anche delle casse che il tiranno alzerà sulla propria grassa testa coronata.

Conclusione

LEGO: Lo Hobbit si è rivelato un titolo già solido, anche in questo stato parziale di sviluppo, che sfrutta la potenza bruta delle console di nuova generazione, PlayStation 4 su tutte, e cerca di migliorare il brand LEGO, basato sui film di Peter Jackson a loro volta tratti dal capolavoro di J.R.R. Tolkien, all’ennesima potenza. I ragazzi di TT Games sono ormai esperti e difficilmente il titolo definitivo si rivelerà deludente. Tra l’altro sembra segnare un passo avanti rispetto a tutti i titoli LEGO da qui in poi, che vede l’aggiunta delle sessioni QTE che spezzano il ritmo altrimenti costante dell’azione e che rappresentato una gradita integrazione al sistema di gioco collaudato. Pertanto le aspettative, come detto nell’introduzione sono già alte. Ringraziamo ancora Warner Bros. Interactive Entertaniment per la gentile possibilità offerta alla nostra redazione e vi rimandiamo alla nostra recensione, quando il titolo sarà disponibile, per tirare le somme circa LEGO: Lo Hobbit. Peccato non si sia visto un certo drago rosso.