Retrodip
di: Ivan CaregnatoPossiamo affermare, senza paura di essere smentiti, che le due riedizioni in versione Mini delle sue due console più famose, prima NES e poi SNES, da parte di Nintendo ha riacceso l’interesse della comunità videoludica verso il retrogaming. Più che riacceso, dato che l’amore verso questa disciplina è sempre stato molto presente, diciamo che ha sicuramente portato visibilità verso questa pratica che ha sempre camminato sopra il sottile filo che divide una pratica lecita da una illecita.
Queste due riedizioni, accompagnate anche dall’offerta decisamente più “sfigatella” da parte di SEGA (che da anni offre la sua riedizione del Genesis/Megadrive con in bundle qualche decina di titoli, vendendo però solo il marchio e non gestendo il progetto), offrono invece un ottimo compromesso per chi cerca un retrogaming che non comporti troppo “sbattimento” tecnico, tra flash vari di schedine di memoria e comandi in SSH da impartire alla macchina.
Proprio per venire incontro a queste problematiche, molti gruppi attivi soprattutto su Facebook hanno iniziato a presentare varie offerte, dalla vendita di SD pre-programmate a devi veri a proprio bundle con l’onnipresente Raspberry Pi, al fine di fornire all’utente finale una specie di console pronta “out-of-the-box” per essere semplicemente collegata alla TV e all’alimentazione. Alla fine si tratta di una normalissima distribuzione di Retropie (o affini), senza alcun tipo di valore aggiunto. Della serie: pagami per farti avere la pappa pronta.
Retrodip, progetto tutto italiano presentato a Lucca Comics qualche settimana fa, si colloca invece a metà strada tra quanto discusso finora, ovvero tra l’offerta ufficiale di Nintendo e SEGA e quella della SD già pronta. Pur non offrendo alcuna licenza ufficiale, Riccardo e Francesco (i due ragazzi in capo al progetto) hanno messo in piedi un progetto basato su Retrorangepi (basato a sua volta su ARMbian e Retropie) fortemente personalizzato da punto di vista grafico e di contenuti. Siamo riusciti ad ottenere una delle prime versioni prodotte, eccovi quindi le nostre impressioni.
Hardware e dotazione
Retrodip arriva all’interno di una scatola che richiama il packaging usato da Nintendo negli anni del SNES, scelta dettata più dall’esigenza di avere un prodotto che avesse maggiore appeal durante i giorni della fiera toscana che per reale scelta stilistica. Il risultato finale appare un po’ pacchiano ma quello che ci interessa è il contenuto.
All’interno troviamo l’alimentatore, caratterizzato da un utilissimo switch ON-OFF, un pad USB fac-simile rispetto a quelli del SNES come layout (la qualità, soprattutto per quanto riguarda il DPAD, non è assolutamente la stessa purtroppo, neppure se paragonata ai prodotti più blasonati come 8bitdo, ma si assesta comunque sulla sufficienza). La lunghezza del cavo è nella norma (attorno al metro).
La console invece si presenta all’interno di un case chiuso che non lascia alcuna possibilità di apertura. Il case del campione da noi provato sembra realizzato con una stampante 3D più che “stampato” con le tradizionali presse per materiali plastici, il risultato finale non è comunque malvagio anche se a livello estetico direi che non ci siamo proprio.
All’interno troviamo comunque una board OrangePi Lite, quindi un piccolo concentrato di potenza dotato di processore di tipo ARM Cortex7 quad-core, GPU Mali e 512MB di RAM (condivisa comunque tra GPU e CPU). Il Cortex7 ricordo essere compatibile via hardware con il decoding del nuovo standard H.265, quindi in ottica 4K con questo sistema potete già andarvi a gestire i flussi video codificati con questo standard (cosa che ad esempio il Raspberry Pi 3 non è in grado di fare). A corredo di queste componenti, abbiamo 2 porte USB 2.0 ed una scheda WI-FI.
Lo spazio di archiviazione messo a disposizione è pari a circa 16GB ma presumo usciranno modelli con capacità superiore. Restano sempre compatibili le classiche penne USB che se formattate come richiesto possono ospitare altre ROM ed estendere la capacità complessiva del sistema.
A livello tecnico è stata quindi fatta una scelta mirata che unisce una scheda dalle dimensioni micro ma dotata di tutta la potenza necessaria per emulare perfettamente i sistemi fino a, potenzialmente, la PS1 (anche se ad esempio Crazy Taxy e Shenmue per Dreamcast girano in maniera comunque dignitosa, così come qualche titolo per PSP). Come inizio non c’è male!
Software
Una volta acceso il Retrodip, possiamo notare come sia stato fatto un forte lavoro di personalizzazione all’interno del sistema operativo: EmulationStation è caratterizzato da una grafica molto curata con tanto di musichette in background ed effetti sonori specifici per sistema. Caratteristica di default è anche lo scraper che consentirà di raccogliere info e copertine dei giochi presenti all’interno di Retrodip che, faccio notare, vi arriva senza alcuna ROM installata. L’azienda produttrice ha scelto in questo caso un approccio molto particolare: piuttosto che demandare tutto all’utilizzatore finale, mette a disposizione in un’area riservata alcuni link di romset completi hostati su altri siti, bypassando del tutto qualsiasi aspetto legale legato al possesso degli stessi. Mossa sicuramente astuta questa da parte loro.
Abbiamo passato un po’ di tempo a provare vari titoli su quasi tutti i sistemi supportati, non notando alcuna problematica e prestazioni complessivamente ottime. L’unico grosso problema è che tutti i sistemi che utilizzano controller con leve analogiche risultano inutilizzabili con il controller a corredo, mi riferisco soprattutto al Nintendo64 e alla PS1.
Sempre sul fronte controller, tutti quelli basati su protocollo Bluetooth non potranno essere utilizzati in quanto non presente all’interno della scheda OrangePi Lite. Sarà comunque possibile installare un dongle USB Bluetooth, ma non vi garantiamo nulla in tal senso.
Ad accompagnare l’aspetto videoludico c’è l’onnipresente KODI (qui in versione 17) che trasforma Retrodip in un ottimo centro multimediale in grado di riprodurre video, musica e foto. L’azienda anche in questo caso mette a disposizione alcuni add-on per estendere le funzionalità di base di KODI, materiale comunque da noi non testato.
Molto utile è anche l’ambiente Desktop basato su ARMbian che, se pur minimale, presenta la compatibilità con tutta la repository di Debian, quindi con la possibilità di installare i vari Firefox, Transmission e LibreOffice tanto per citarne alcuni. anche qui l’assenza di Bluetooth si fa sentire, vincolando l’input unicamente all’accoppiata tastiera+mouse USB. L’ambiente Desktop è poi l’unica maniera possibile, in questo momento, per interfacciare il Retrodip ad una rete WIFI (che è, sempre per ora, a sua volta l’unico modo per trasferire le ROM dato che il case, come facevamo notare, è sigillato); la procedura è illustrata in una guida all’interno dell’area riservata del loro sito. Si poteva magari inserire un menù all’interno di EmulationStation, per rendere le cose più semplici, magari usando una tastiera a video per inserire la password della rete usando il Pad. Non sappiamo a livello tecnico cosa comporti questa aggiunta, facciamo comunque notare come anche in Retropie (uno dei più famosi OS dedicati alla emulazione su RaspberryPi) l’interfacciamento alla rete WIFI sia tutt’altro che semplice e necessiti comunque quantomeno di una tastiera o di un PC da poter interfacciare al sistema via SSH).
Lato aggiornamento software non abbiamo trovato nulla che facesse intendere un supporto in tal senso, cosa che invece noi riteniamo fondamentale date le continue evoluzioni software degli emulatori disponibili sulla scena, così come di KODI.
La sensazione generale è che comunque a livello software sia stato fatto un lavoro curato nei minimi dettagli, con molta passione.
Impressioni Generali
Retrodip è un bel prodotto, molto curato dal punto di vista software. È un oggetto che comunque chiunque potrebbe realizzare, con il dovuto know-how e un bel po’ di tempo libero da dedicargli (entrambe le cose non dovrebbero in teoria appartenere al target di riferimento del prodotto). Fa in maniera egregia il lavoro per il quale è stato pensato.
Avendo poi avuto modo di parlare con i due responsabili di questo progetto, abbiamo avuto l’impressione (e da loro anche la conferma) che questo Retrodip fosse solamente l’inizio di un qualcosa di più ambizioso, un progetto di retrogaming più esteso rispetto a questa sua prima incarnazione.
Retrodip forse rappresenta una specie di chiave di volta per la realizzazione di tutto questo, un progetto atto al raccogliere i fondi necessari per dare vita al loro sogno. Il prezzo non propriamente concorrenziale con cui viene proposto questo sistema deve anche essere visto in quest’ottica, oltre a quella di avere comunque a disposizione costantemente il team dietro a Retrodip per ogni tipo di problematica inerente all’articolo. Si andranno a pagare insomma il prodotto ed il servizio post-vendita e si contribuirà a sostenere il progetto di Riccardo e Francesco ai quali vanno i nostri più sinceri auguri affinché possano realizzare tutto quello che hanno in mente.
Vi segnaliamo che solo per oggi è possibile acquistare RetroDip sul sito ufficiale con un forte sconto che porta il prezzo a €99.