Netgear R9000
di: Ivan CaregnatoNel 2017 appena conclusosi c’è stato il ventesimo compleanno dello standard 802.11, per tutti comunemente rinominato in WI-FI (che però identificherebbe il circolo di produttori che aderiscono allo standard, certificando i loro prodotti per garantirne l’interoperabilità tra gli stessi). Presentato infatti nel lontano 1997, ha subito una evoluzione tecnica spaventosa che ha permesso di passare dagli originali 1/2 Mb/s della sua prima incarnazione alle reti WiGig (dotate di picco da 7 Gbit/s dichiarati) di ultimissima generazione.
Quali ripercussioni questo avrà per la nostra salute lo scopriremo semmai tra qualche decina di anni, quando la tecnologia lo permetterà, nel frattempo godiamoci la possibilità di trasferire un intero Blu-ray in pochi secondi grazie a router come questo R9000, di cui andremo a parlare in questo articolo.
Abbiamo potuto assistere in questi ultimi 20 anni, di pari passo all’evoluzione del WI-FI, all’evoluzione delle reti domestiche. Nella metà degli anni 90 non aveva alcun senso avere una rete cablata in ambito domestico ed il WIFI era ancora uno standard in divenire. I nostri amati modem 56k US ROBOTICS dal canto loro non avevano di certo bisogno di chissà che: si attaccava la porta COM al PC e si faceva la chiamata ai vari Tiscali e compagnia bella, si aspettava che terminasse e si navigava…finiva tutto lì. I primi LAN party erano gestiti via cavo incrociato o con qualche switch di rete se proprio si voleva fare una cosa più seria, qualche HUB se si era meno fichi. Oggi invece avere una rete WI-FI è il minimo indispensabile per riuscire a collegare svariati dispositivi all’interno della stessa rete, con il fine ultimo di poterli poi far comunicare all’esterno, dando loro l’accesso ad Internet. È proprio la numerosità di questi dispositivi che ad un certo punto ha fatto sì che i produttori di Router iniziassero a far evolvere questi apparati di rete, dotandoli di potenza di calcolo sempre più alta, trasformandoli ad oggi in veri e propri computer, con processori ARM quad-core e RAM sufficiente a farvi girare un sistema operativo Desktop. Del resto per smistare una tale quantità di traffico serve potenza, altrimenti si genererebbero latenze di rete e altre problematiche alquanto fastidiose.
La mera forza bruta per gestire flussi pesanti all’interno della rete non è però sufficiente per garantire una esperienza ottimale per tutte quelle applicazioni che necessitano di tempi di risposta immediati: a tutti è capitato almeno una volta, magari scaricando qualche distribuzione Linux via torrent, di vedersi saturata l’intera banda messa a disposizione dal provider Internet, rendendo quasi impossibile anche una semplice navigazione all’interno di una pagina internet…figuriamoci in quel frangente in cosa potesse trasformarsi una partita multiplayer a FIFA o la visione di un film in ULTRAHD su Netflix! Un incubo!
Netgear, così come tantissimi altri produttori di apparati di rete, ha quindi recepito questa esigenza da parte della sua clientela ed ha studiato una serie di prodotti che, grazie ad una gestione “per priorità” (QoS), riesce a risolvere questo come tanti altri problemi di prestazioni basate sui contesti; Router Gaming o dedicati al gaming, come questo R9000.
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R9000 è il router più impressionante a livello tecnico che ci sia mai capitato di provare: monta per la prima volta in un router una CPU quad-core di Annapurna Labs, modello AL314 (fondamentalmente un ARM Cortex A15 da 1.7 GHz, chip che facciamo presente gestiva qualche anno fa svariati Tablet e cellulari di fascia alta). Completano la configurazione 1 GB di RAM DDR3 e 512MB per la Flash.
A livello di connettività troviamo per la parte WI-FI, riferiti alle 3 radio:
2.4 GHz | – QCA9984 4-stream 802.11ac MU-MIMO radio
– Skyworks SE2623L 2.4 GHz power amp (x4) |
5 GHz | – QCA9984 4-stream 802.11ac MU-MIMO radio
– RFMD RFPA5542 5 GHz power amp (x4) |
60 GHz | – QCA9500 in QCA9008-SBD1 module |
…per una banda complessiva composta da 800 Mbps derivati dalla radio 2.4 GHz, 1733 Mbps da quella 5 GHz e 4600 Mbps da quella 60 GHz, per un totale di 7133 che, arrotondati, portano alla sigla 7200 che identifica il modello in questione (AD7200: AD deriva dalla tecnologia WI-FI 802.11ad, con cui è compatibile). Il supporto al MU-MIMO è presente come da tradizione, anche se in vita nostra non abbiamo mai posseduto device o dongle compatibili con questo standard ed in generale è una tecnologia dedicata agli spazi ampi, come potrebbe essere uno stadio o un auditorium. Resta da capire solo quando inizieranno a non proporlo in ogni router in commercio…questione di tempo!
A completare il tutto 6 porte Ethernet RJ45 di cui due combinabili per raddoppiare la banda disponibile, 2 porte USB 3.0 (compatibili con servizi di Printer Sharing e Storage USB, simil NAS) ed una porta SFP+ (ai più sconosciuta, tipica comunque dei NAS di fascia alta) da ben 10Gb teorici.
La parte tecnica fa paura, è una configurazione che potrebbe anche risultare per il 95% della popolazione forse superflua ma che al restante 5% farà venire l’acquolina in bocca. Del resto, come ogni prodotto di fascia alta/enthusiast, è un acquisto che va fatto “in prospettiva”.
Dal punto di vista estetico Netgear ha fatto un ottimo lavoro, dopo alcune scelte alquanto discutibili fatte con altri router della serie Nighthawk. Il prodotto è massiccio, pesante…esprime da subito un’idea di robustezza e potenza, restituendo però una linea moderna e accattivante. Sotto la scocca si può notare, tramite la struttura a rete, la presenza di un dissipatore passivo di dimensioni alquanto generose, coadiuvato da una piccola ventola che entra in azione solo quando le temperature superano il livello di guardia.
Le 4 antenne attive in dotazione sono orientabili e illuminate da led azzurri, mentre parlando sempre di led ne troviamo parecchi sulla scocca, ciascuno a dichiarare lo stato delle connessioni disponibili (USB, SFP+, Ethernet e le tre radio WI-FI). L’effetto discoteca può comunque essere disattivato tramite un interruttore posto sul retro, così come configurato all’interno del sistema operativo.
Software
La potenza è nulla senza controllo. È uno slogan che potrebbe andare benissimo per questo R9000, almeno a questo stadio di evoluzione del suo sistema operativo (l’amato/odiato Netgear Genie).
Nonostante le funzionalità rispetto alle sue prime incarnazioni siano state estese e migliorate, resta sempre un ambiente inutilmente complicato, confuso e poco potente da mettere subito l’utente smanettone nelle condizioni di guardarsi attorno, alla ricerca delle alternative open-source che internet propone (LEDE, OpenWRT e DDWRT). Il problema, nel caso dell’R9000 è che la CPU è, come scritto prima, una vera novità per il mondo dei router, supportata solo nei kernel più aggiornati di Linux. Conseguenza è un supporto ancora a singhiozzo e non stabile da parte di questi “brand”. Facendo quindi di necessità virtù, abbiamo comunque speso alcune settimane con Genie e siamo in grado di parlarvene un po’.
C’è la classica suddivisione inutile e ridondante su svariate voci della configurazione BASE e AVANZATA. Il fine sarebbe quello di offrire sulla BASE le configurazioni di livello macro, demandando alla AVANZATA quelle più fini. In realtà è un miscuglio incomprensibile per cui anche dopo mesi di utilizzo un utente ancora non ha chiaro dove andare per modificare quel parametro in particolare. C’è confusione anche all’interno delle stesse sotto voci, ad esempio: se mettiamo il controllo accessi per evitare che intrusi si colleghino alla nostra rete, possiamo aspettarci che l’abilitazione o meno di un device possa avvenire all’interno della voce “ATTACHED DEVICES”. No, in quella voce troviamo solo i dispositivi connessi e quelli non connessi perché bloccati; se vogliamo abilitarne di nuovi o bloccarne di già connessi dobbiamo andare sotto la voce SECURITY (che se ricordiamo bene si trova solo nella configurazione AVANZATA, mentre ATTACHED DEVICES la troviamo anche su quella BASE. Non molto immediato, che dite?
Lato configurazione WI-FI si può abilitare e disabilitare le radio a piacere (anche qui, operazione al limite dell’impossibile capire come fare, ma dopo svariate prove ci si arriva…spesso casualmente), anche se per la portata viene definito un generico UP TO XXX Mbps (tradotto fino a XXX Mbps) che ci permette di impostare la banda massima gestibile. Non è prevista alcuna altra configurazione puntuale sulle 3 radio, se non quella di limitare la potenza del segnale con gradini del 25%.
Tirando in ballo il QoS di cui abbiamo discusso all’interno dell’introduzione di questo articolo, Netgear ha scelto l’approccio più semplice e meno personalizzabile per questo servizio, cosa a nostro avviso assolutamente non compatibile con il posizionamento dell’oggetto in questione. Il tutto viene infatti basato su un database non consultabile, aggiornabile periodicamente dal router, che al suo interno dovrebbe ospitare un concetto di priorità di servizi rispetto ad altri. A noi sarebbe piaciuto molto poter assegnare priorità a tutti i dispositivi collegati così come ai servizi usati (poter ad esempio dare priorità a Xbox Live o Netflix rispetto ad esempio alla navigazione HTTP), mentre Genie ci lascia al massimo definire per ogni dispositivo una condizione di importanza; impostando ALTA su 10 dispositivi, questi saranno messi sullo stesso piano da Genie anche se le singole applicazioni eseguite saranno gestite in maniera differente come priorità.
Per verificare la bontà del tutto, abbiamo impostato su LOW un server NAS con client Torrent attivo (abbiamo provato a scaricare semplicemente una distribuzione Linux con impostazioni di default su Download Station di Synology) e un PC in HIGH: la semplice navigazione internet è risultata un po’ problematica, mentre Netflix ha girato senza troppi problemi.
La gestione puntuale del QoS ricordiamo fosse possibile anche svariati anni fa all’interno dei firmware Open-Source di cui si parlava in precedenza, così come all’interno di parecchi router della concorrenza. La ragione che ha spinto Netgear ad usare questo approccio crediamo sia unicamente finalizzata a rendere il più semplice possibile l’utilizzo e la configurazione del prodotto. Questo ci può andare bene se come utenti non vogliamo metterci il naso perché “ignoranti” dei concetti che regolano il QoS, ma da utenti evoluti pretendiamo di poter gestire al meglio un router di fascia alta come R9000.
C’è anche del buono, tuttavia, in Genie: il sistema offre in questo R9000 svariati servizi configurabili in pochi click.
- Basic storage: un servizio di storage dotato di prestazioni fantastiche, il primo all’interno di un router che vediamo superare i 100 MB/s in lettura e scrittura (NTFS), prestazioni degne di un buon NAS dedicato! Possibili ovviamente le condivisioni tramite SMB, FTP, SFTP, HTTP, remoto (ReadyCLOUD) e chi più ne ha ne metta.
- Downloader: un servizio che permette di trasformare R9000 in un serverino dedicato al download tramite i principali protocolli in uso (FTP, HTTP, BitTorrent, eDonkey).
- Media server: come dice il nome è un media server che supporta, tra gli altri, iTunes.
- ReadySHARE Vault: per il backup dei dati PC
- Plex e Cloud Backup: entrambi servizi a titolo gratuito per 30 giorni e poi a pagamento. Plex serve per la transcodifica in tempo reale di contenuti video affinché possano venir letti da qualsiasi dispositivo, mentre il secondo si appoggia ad Amazon Cloud Drive e permette il caricamento e lettura dello stesso.
Le prestazioni a livello di rete sono stabili ed impressionanti per la portata, anche se il nuovo standard AD richiede che dispositivo e router siano posizionati a stretto raggio, a vista e senza alcun impedimento (pena il dimezzamento della banda passante), quindi più una caratteristica di marketing (un “proof of concept”) che una reale risorsa utilizzabile nei contesti ordinari.
Nel complesso il Netgear R9000 è di gran lunga il router più performante sul mercato (il TP-Link Talon, l’altro router ad offrire l’802.11ad, a livello di servizi offerti e potenza di calcolo non è neppure paragonabile) ed offre un pacchetto che tra prestazioni NAS di altissimo livello (di fatto potrebbe tranquillamente rendere superfluo l’acquisto di un apparecchio dedicato che, al netto del disco rigido, andreste a pagare almeno un centinaio di euro ), servizi effettivamente utili come Plex e Amazon Cloud (anche se a pagamento) implementati a dovere ed in generale prestazioni di rete solidissime (test condotti da differenti siti lo collocano al top della categoria) giustificano almeno in parte il prezzo a cui viene proposto.
Fondamentalmente però, se andiamo ad escludere le particolarità che lo rendono così “di nicchia” nel mondo dei router (la porta SFP+, ad esempio, le due ethernet aggregabili, il supporto all’802.11ad) sarebbe tranquillamente sostituibile da qualsiasi AC2600 4X4 venduto a meno della metà del prezzo dell’R9000. Probabilmente questo andrebbe bene per gran parte degli utenti che cercano semplicemente una buona copertura di rete, non però per quelli che cercano un router di prospettiva (della serie: faccio una spesa e porto a casa funzionalità che al momento non mi servono, ma magari più avanti…).
Questi rimarranno sicuramente soddisfatti da quello offerto dal top di gamma Netgear, anche se allo stadio attuale di sviluppo di Genie il prodotto non è accompagnato da un sistema operativo altrettanto premium. Lo sviluppo di firmware Open-Source al momento è purtroppo bloccato dal supporto alla CPU da parte del kernel Linux meno recente, mentre l’Atheros che governa switch e radio è semplicemente una certezza per quanto riguarda il supporto dei principali gruppi (al contrario dei chipset Broadcom che non sono mai completamente “open”).
Il QoS, quello che dovrebbe essere uno dei fiori all’occhiello del prodotto con il quale l’R9000 si approccia al mercato gaming è sì funzionale ed efficace, ma non consente al momento alcun tipo di personalizzazione, andando fortemente a limitarlo nel caso in cui siano presenti molti dispositivi all’interno della rete. La gestione tramite database di priorità scelte da Netgear potrebbe non rispecchiare le esigenze di parecchie persone e a noi le cose imposte non piacciono molto.
In conclusione l’R9000 è un router che potremmo definire bleeding edge, caratterizzato da soluzioni talmente evolute da risultare quasi superflue al momento.
In generale un utente in un router WI-FI cerca fondamentalmente due cose: la copertura e la performance di rete. Questo prodotto unisce entrambe come pochi altri sul mercato (solo Orbi, di cui parleremo più avanti su queste pagine, gli è superiore al momento). Resta solo da capire se quello che offre è quello di cui avete bisogno.