Hardware-Test

Arlo Audio Doorbell e Chime

di: Ivan Caregnato

Mai successo di aspettare con impazienza una consegna di un prodotto ordinato online e poi, giunto il fatidico giorno, una volta giunti a casa trovarvi il simpatico bigliettino del “mancato recapito: destinatario assente” al posto del pacco? Beh, questo come tanti altri problemi li potrete risolvere con Arlo Doorbell.

Arlo Doorbell, prodotto uscito più di un anno fa negli USA ma arrivato in Italia solamente qualche mese fa, fa parte dell’omonimo ecosistema Arlo, azienda una volta facente parte di Netgear e dall’anno scorso distaccatasi dalla stessa, noto ai più per il sistema di videosorveglianza basato su telecamere totalmente wireless, quindi senza bisogno di alcuna connessione fisica.

Fondamentalmente trattasi di un oggetto nero, di forma ovale, pensato per essere posto al di fuori dell’abitazione per sostituire in toto il vostro pre-esistente campanello: Arlo Doorbell infatti è progettato per interfacciarsi elettronicamente con i classici campanelli a due fili e ovviamente anche con una base Arlo. Può anche lavorare in maniera autonoma, se non volete investire nel sistema di videosorveglianza, grazie all’abbinamento molto più economico con Arlo Chime. Di questo prodotto però parleremo un po’ più avanti.

L’installazione è molto semplice e con i due tasselli presenti nella confezione eviterete pure di vedervelo rubare da malintenzionati. Nel caso più semplice (base Arlo già in possesso e configurata) si tratterà di fare due buchi sul muro, inserire le due batterie AA (anch’esse già in dotazione) e tramite l’app Arlo aggiungere il dispositivo. Niente di più facile. Se dovete invece sostituire un campanello due fili già esistente, in più ci sarà da collegare i due fili del collegamento elettrico, poi la procedura sarà la medesima.

Una volta installato e configurato (ci ho messo in tutto credo 15 minuti, la maggior parte dei quali mi è servita per fare i buchi con il trapano), Arlo Doorbell e pronto per funzionare.

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Iniziamo quindi a scrivere di come funziona, smarcandoci subito la classica patata bollente dei sistemi wireless: ogni quanto devo cambiare la batteria? Questo ovviamente dipende dall’uso che ne viene fatto e da quante chiamate vengono impartite al sistema, ma nel mio caso dopo un mesetto abbondante di test, mi ritrovo ancora con un buon 65% di batteria. In media credo si debbano sostituire (o ricaricare, strada che ho scelto io) 3/4 volte in un anno al massimo.

Parte di questo consumo parsimonioso di batteria è dovuto al fatto che Arlo Doorbell, a differenza di alcuni suoi competitor, non include alcuna videocamera. Include però un sensore di movimento sempre attivo, che di fatto “accende” Doorbell solo quando vede qualcuno muoversi davanti a lui. Se questo accade, il cerchio attorno all’unico tasto che serve per “suonarlo” si accende. Una volta premuto, parte subito una chiamata verso tutti i cellulari associati allo stesso (quindi fondamentalmente verso tutti i cellulari sui quali è installata l’app di Arlo e dove si è entrati con l’account al quale è registrato il sistema).

Chi riceve la chiamata può rispondere come farebbe con una normale telefonata, può rifiutare la stessa (in questo caso, come in quello di una telefonata senza risposta, chi suona può lasciare un messaggio che viene registrato sul cloud) o può rispondere tramite alcuni messaggi pre-registrati che dovrebbero assolvere a buona parte delle situazioni che si possono presentare quando qualcuno suona il campanello di casa vostra (esempi: “lasci pure il pacco fuori dalla porta”, “non sono interessato” etc.)

Dal momento in cui si preme il tasto a quando si riceve la chiamata sul cellulare passano circa 5 secondi, mentre la conversazione ha un leggero ritardo dovuto unicamente alla rete. Nulla di fastidioso, sia chiaro.

Valore aggiunto poi dell’interfacciamento all’ecosistema Arlo è che nel momento in cui vengono attivati dei trigger (movimento, pressione del tasto chiamata etc.) è possibile scatenare altre azioni, tra cui ad esempio quella “obbligatoria” di attivare la videocamera che punta verso dove abbiamo installato Doorbell, permettendoci quindi di vedere chi ha “suonato” al nostro campanello. Se invece non aveste questo sistema presente all’interno della vostra abitazione, vi potrebbe tornare utile Arlo Chime che altro non è che una base che comunica con Doorbell e che si prende carico di trasformare in suono la pressione del tasto chiamata. Ci sono moltissime melodie tra le quali scegliere, troverete di sicuro la vostra preferita, così come potrete regolarne il volume dato che l’output massimo è di parecchi decibel (potrebbe anche essere usata come sirena aggiuntiva per l’allarme di Arlo).

Nella mia configurazione di test ho associato entrambi i prodotti ad una base Arlo esistente ed anche in questo caso ho notato un leggerlo ritardo (2/3 secondi) tra quando si preme il tasto chiamata a quando Chime inizia a suonare. Proprio per questa mia configurazione, ho trovato molto comodo usare Chime come un cicalino da attivare quando, ad esempio, di notte viene rilevato un movimento esterno, senza dover usare la sirena presente sulla base di Arlo. Il risultato è molto più discreto, preferisco che la vera sirena scatti quando non sono presente a casa.

Riepilogando l’esperienza di questo mese abbondante con Arlo Doorbell e Chime, posso ritenermi complessivamente soddisfatto. Gli unici appunti riguardando questo leggero ritardo che si presenta da quanto viene premuto il tasto a quando arriva la chiamata o inizia a suonare il Chime (cose che avvengono quasi in contemporanea), oppure al fatto che alcuni competitor offrano bene o male lo stesso prodotto ma con una piccola videocamera inclusa all’interno del campanello. Se possedete già Arlo a casa vostra, ad ogni modo, la scelta è quasi obbligata e acquistando il solo Doorbell sarà pure quella più economica in ogni caso.