Hands-On

Hokuto ga Gotoku

di: Simone Cantini

Non si può resistere al fascino di Kenshiro. Inutile lottare quando davanti ti si presenta il maestro della Divina Scuola di Hokuto, soprattutto se lo troviamo (finalmente) calato all’interno di un contesto videoludico degno della sua leggendaria caratura. Già, perché Hokuto ga Gotoku sembra intenzionato a lasciarsi brutalmente alle spalle anni ed anni di mediocri videogame, grazie ad un team che, nel corso del tempo, ha dimostrato di sapere il fatto suo. Poi, vabbè, c’è sempre il meraviglioso Hokuto no Ken di Arc System Works, ma nel caso del lavoro del Team Yakuza la carne al fuoco sembra molta di più.

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Omae wa mou shindeiru!

Ancora non abbiamo certezze in merito ad un arrivo di Hokuto ga Gotoku al di fuori dell’arcipelago nipponico, ma visti i recenti sforzi compiuti da SEGA con la saga di Kazuma Kiryu, il vedere confinato il buon Kenshiro all’interno della terra del sol levante la vedo come una improbabile evenienza. Soprattutto se consideriamo il discreto successo che hanno riscosso in occidente i due orridi musou usciti nel corso della passata generazione di console. Era però davvero difficile resistere alla tentazione di provare con mano il lavoro del Team Yakuza, pertanto quale migliore occasione della demo comparsa da poco sul PSN giapponese per titillare le nostre speranze? Divisa in due distinti tronconi, questa versione di prova ha permesso di dare uno sguardo ravvicinato al titolo, presentandoci innanzitutto una prima parte utile a prendere confidenza con il combat system, e che si conclude con lo scontro con Shin. Se avete già giocato un qualsiasi titolo della saga di Nagoshi-san, non farete certo fatica a prendere confidenza con il set di comandi, visto che tutto ricalca alla perfezione quanto già sperimentato nei panni di Kazuma e soci: ai due pulsanti per gli attacchi (legati alla pressione di Quadrato e Triangolo), si accompagna lo scarto laterale, la parata ed un pulsante dedicato all’esecuzione delle varie finisher, disponibili una volta stordito l’avversario e che, legate anche ad alcuni quick time event, ripropongono in maniera decisamente spettacolare i colpi più celebri dell’opera firmata dal duo Bronson/Hara. Non manca, ovviamente, la possibilità di accrescere la nostra potenza (una volta riempito un apposito indicatore), così come quella di accrescere il nostro parco mosse ad ogni passaggio di livello, in una maniera che ricalca la celebre Sferografia tanto cara a Final Fantasy X e che avevamo già ritrovato nei due Yakuza recentemente arrivati sul territorio nostrano. Tutto, pad alla mano, scorre liscio come l’olio, con una fluidità ed una reattività che ricorda molto da vicino (ed in meglio) il Rush Style di Kazuma. Insomma, è sufficiente inquadrare il tutto come una versione super potenziata e migliorata dei combattimenti più rapidi che è possibile affrontare per le strade di Kamurocho.

Mai, mai scorderai…

Il secondo troncone della demo ci ha, invece, permesso di intraprendere una delle missioni che caratterizzeranno l’inedito arco narrativo presente in Hokuto ga Gotoku. Qua, in compagnia del fido Bart, dovremo rimettere in sesto un fuoristrada, il cui sblocco ci ha permesso di dare una fuggevole occhiata ad alcune delle attività collaterali che andranno ad infarcire il titolo. Lo svolgimento della sortita riprende in maniera marcata, anche in questo caso, lo schema già apprezzato in Yakuza, quindi siate pronti a lunghi dialoghi, passeggiate in giro per la mappa e alla solita dose di incontri casuali. Una volta portata a termine la richiesta, avremo la possibilità di cimentarci in una serie di gare su circuito (uno quello disponibile nella demo), oppure utilizzare il veicolo per lanciarci nell’esplorazione di una porzione di mappa, così da recuperare oggetti e fronteggiare le bande di disperati che infestano il deserto. Difficile, in assenza di un linguaggio sufficientemente comprensibile, esprimersi in merito alla qualità della narrazione, ma almeno lato gameplay i dubbi sono veramente pochi. Ovviamente a patto di essere avvezzi al tipico gameplay dei lavori di Nagoshi-san. Poche anche le riserve relative al comparto tecnico, dato che l’impatto grafico è decisamente convincente, grazie ad animazioni molto curate e spettacolari, a cui si accompagna una ricchezza di dettagli invidiabile: le tristi arene made in Koei Tecmo sono davvero un ricordo. Certo, lato audio fa strano non sentire la voce di Akira Kamiya (storica voce di Kenshiro), ma è davvero difficile rimanere insensibili al cospetto della solita ed impeccabile prova di Takaya Kuroda (Kazuma Kiryu).

Mancano pochissimi giorni alla release nipponica di Hokuto ga Gotoku e, se non fosse per una piccola vocina che mi suggerisce con insistenza di attendere il prossimo E3, resistere alla tentazione di affidarsi al mercato import sarebbe davvero difficile. Questo primo assaggio del nuovo lavoro del Team Yakuza, per quanto condensato e ovviamente influenzato dall’affetto che nutro nei confronti di Kenshiro Kasumi, è servito unicamente a confermare tutte le mie positive aspettative. Dai SEGA, facci questo regalo…

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