Hands-On

Battleborn Open Beta

di: Luca Saati

Quando Gearbox annunciò Battleborn la reazione del pubblico non fu delle migliori. Sarà che in molti si aspettavano Borderlands 3 o sarà che la fusione tra un FPS e un MOBA non ha convinto all’epoca i giocatori. Eppure col tempo Battleborn ha cominciato a svelare le sue carte mostrando che c’è del buono in lui. La recente open beta messa a disposizione da Gearbox su PS4 durante lo scorso weekend, e da oggi su Xbox One, ci ha lasciato infatti ottime sensazioni su quella che sarà Battleborn una volta arrivato nei negozi il 3 Maggio.

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Nati per la battaglia

Come dicevamo qualche riga più sopra, Battleborn fonde il gameplay tipico degli FPS a una struttura dei Multiplayer Online Battle Arena, meglio conosciuti come MOBA, che tanto successo stanno avendo negli ultimi anni grazie a fenomeni come League of Legends e DOTA 2. Chi è abituato al multiplayer dei tradizionali shooter in prima persona è avvisato: in Battleborn non conta il numero di uccisioni, o la serie di kill che portate avanti, bensì conta il gioco di squadra. I componenti del team devono agire come un’unica entità per raggiungere il proprio obiettivo ed avere la meglio sugli avversari.

battleborn_ss_01Scordatevi quindi i classici Deathmath dato che modalità di questo tipo non fanno parte dell’essenza di Battleborn. In questa beta abbiamo potuto provare due delle tre modalità PvP incluse nel gioco che vedono due squadre composte da cinque giocatori affrontarsi. In Incursione ogni team deve difendere due robot sentinelle e allo stesso tempo deve attaccare e distruggere quelle degli avversari. Queste sentinelle, ognuna con 50 punti vita più uno scudo ricaricabile, possiedono una discreta potenza di fuoco costringendo i giocatori ad effettuare un attacco simultaneo insieme ai minion controllati dall’intelligenza artificiale esattamente come avviene in un comunissimo MOBA. Altri utili alleati possono essere le postazioni fisse in cui posizionare torrette o stazioni che ripristinano i nostri punti vita. Infine un ulteriore aiuto lo possiamo trovare dai mercenari, degli scagnozzi neutrali posti nelle parti estreme della mappa che possono essere affrontati, sconfitti e reclutati per combattere a nostro favore. Per distruggere le due sentinelle avversarie abbiamo a disposizione 30 minuti. Se non riusciamo nel nostro intento entro lo scadere del tempo vince la squadra che più ha danneggiato le due sentinelle.

In Fusione l’obiettivo è invece quello di scortare quanti più minion possibili attraverso dei portali. I nostri scagnozzi passeranno su delle specie di binari e a noi spetta il compito di difenderli e allo stesso tempo di attaccare quelli degli avversari così da arrestare la loro marcia. A vincere è la squadra che arriva prima a 500 punti o in alternativa chi ottiene il punteggio più alto entro 30 minuti. Anche in questo caso possiamo sfruttare delle postazioni fisse a supportarci in battaglia. Entrambe le modalità si sono rivelate molto divertenti (Incursione in particolar modo) grazie all’ottimo level design delle mappe e un buon ritmo di gioco garantito anche dalla presenza dei minion. Siamo davvero curiosi di provare anche la terza modalità PvP una volta disponibile il gioco.

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In missione!

Nonostante in un MOBA il cuore pulsante è rappresentato dalla componente PvP, i ragazzi di Gearbox hanno inserito nella loro nuova IP una campagna giocabile sia in singleplayer (ma la connessione a internet è obbligatoria) o insieme ad altri quattro giocatori per un team composto da massimo cinque persone. In questa beta abbiamo potuto provare due missioni, Il Limite del Vuoto e L’Algoritmo.

battleborn_ss_03La struttura delle due missioni non si discosta di molto da quanto visto nei più recenti videogiochi multiplayer come Destiny e The Division chiedendo ai giocatori di collaborare per completare una serie di obiettivi come il proteggere un robot sentinella dagli attacchi dei nemici. Sparse per la mappa troviamo una serie di casse di rifornimento che ci offrono una serie di potenziamenti temporanei o più semplicemente ci permettono di recuperare i nostri punti vita. Inoltre troviamo anche delle postazioni in cui evocare torrette o droidi di supporto spendendo la moneta che otteniamo durante la partita. Le missioni presentano un discreto livello di sfida se non si collabora con i propri compagni. Alla morte è possibile essere resuscitati dai propri colleghi entro lo scadere del tempo, in alternativa bisogna spendere una delle vite extra del team. I respawn infatti non sono infiniti, a ogni missione la propria squadra ha un determinato numero di vite (ma nella mappa se ne trovano alcune extra) da utilizzare per poter tornare in partita. Nel complesso le missioni si sono rivelate divertenti e impegnative (il giusto) da giocare e permettono di impratichirsi con i vari personaggi prima di mettere piede nel PvP. Ammettiamo di avere una certa curiosità per tutte le missioni della campagna che troveremo nel gioco completo.

Conosciamo i Battleborn

Altra caratteristica presa di peso dai MOBA riguarda la presenza di un gran numero di personaggi, i Battleborn appunto. In totale troviamo nel gioco ben 25 personaggi, di questi solo una manciata sono disponibili con i restanti da sbloccare dopo aver raggiunto un determinato livello o dopo aver completato un’apposita sfida. A stupire è l’ottima varietà di personaggi, tra cecchini, spadaccini, soldati con armi da fuoco e così via. Padroneggiare ogni singolo personaggio richiede una buona dose di pratica dato che ognuno possiede un proprio stile di gioco e abilità uniche.

screens-20140917-002Inoltre ogni personaggio ha un proprio albero delle abilità da potenziare tramite il sistema Helix durante la partita. In ogni partita infatti si parte dal livello uno e giocando il personaggio aumenta di livello, a ogni level up si può accedere tramite il d-pad al sistema Helix e sbloccare un’abilità passiva. Ovviamente non mancano delle vere e proprie abilità, ogni personaggio ne ha in totale tre, di cui due disponibili sin dal primissimo livello e attivabili medianti i tasti dorsali e un’ultima più potente che si sblocca in automatico al livello 5 da attivare con il tasto triangolo (Y su Xbox One). Oltre al livello interno ad ogni partita, ciascun personaggio ha un proprio Grado che arrivo fino al 15. Per aumentare questo grado non bisogna far altro che utilizzare quel dato personaggio sbloccando così mutazioni extra con tanto di nuovo sistema Helix.

Infine troviamo anche una serie di equipaggiamenti che conferiscono dei bonus alle proprie statistiche. Questi si trovano all’interno di alcuni forzieri ottenibili alla fine di ogni partita o acquistabili con la moneta di gioco (e probabilmente anche con le microtransazioni visto che c’è una sezione dedicata a Playstation Store nella beta inaccessibile). Una volta ottenuti gli equipaggiamenti possiamo selezionarne tre da portarci in partita. Nel match questi vanno però attivabili spendendo l’apposita moneta di gioco che si raccoglie durante la partita.

A chiudere il tutto ci sono anche una serie di skin per ogni personaggio per personalizzare un minimo il loro aspetto. Tutto il sistema funziona egregiamente, il nostro unico dubbio riguarda il bilanciamento dei personaggi che merita di essere aggiustato entro la data di lancio.

Esplosione di colori

battleborn_ss_02Non vogliamo addentrarci troppo sul comparto tecnico di Battleborn dato che ci sarà la recensione per tra neanche un mese. Ci limitiamo a dire che già adesso il titolo si presenta in buona forma con un frame rate stabile a 30 fps e senza nessun bug che ha rovinato la nostra esperienza di gioco. Graficamente il gioco è molto colorato e il character design ci ha stupito piacevolmente.

Per quanto riguarda invece l’esperienza online soltanto il primo giorno ci sono stati dei problemi dovuti probabilmente al grande numero di giocatori che hanno invaso i server di gioco. Già il secondo giorno i problemi sono diventati un lontano ricordo e il gioco ha funzionato alla perfezione. Speriamo ovviamente di non avere problemi il 3 Maggio, una volta che Battleborn è disponibile nei negozi.

In conclusione…

Questa open beta di Battleborn ci ha fatto dimenticare tutte quelle perplessità che avevamo quando la nuova creazione di Gearbox Software è stata annunciata. Dopo questa prova non vediamo l’ora di mettere le mani sul gioco completo così da scoprire tutti gli assi nella manica che Battleborn possiede. Se Gearbox dovesse riuscire ad apportare qualche miglioria al bilanciamento, offrire un’esperienza di gioco senza intoppi con i server e garantire un buon supporto nel periodo post-lancio, Battleborn potrebbe rappresentare una delle sorprese di questo 2016.