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Halo: Reach – Beta Multiplayer

Spendere parole su questa saga ci sembra quasi un'offesa nei confronti della cultura videoludica di chi ci segue; ormai il brand e' conosciuto in tutto il mondo e anche chi non e' avvezzo al genere e' stato tentato, almeno una volta nella vita, di prendere il pad in mano e provare quest'esperienza. I fan, quelli veri, hanno fatto di Halo piu' che un videogioco, a volte sembra quasi di trovarsi di fronte ad un vero e proprio culto, con tanto di fedeli e piccoli altari dove venerare il 'Maestro'. Il 3 Maggio 2010 sara' ricordato da questi stessi fan come l'inizio della beta di Halo: Reach. Console-Tribe e' riuscito a metterci le mani sopra poco prima del suo rilascio.

di: Mariano "TylerDurden" Adamo

Spendere parole su questa saga ci sembra quasi un’offesa nei confronti della cultura videoludica di chi ci segue; ormai il brand è conosciuto in tutto il mondo e anche chi non è avvezzo al genere è stato tentato, almeno una volta nella vita, di prendere il pad in mano e provare quest’esperienza. I fan, quelli veri, hanno fatto di Halo più che un videogioco, certe volte sembra quasi di trovarsi di fronte ad un vero e proprio culto, con tanto di fedeli e piccoli altari dove venerare il “Maestro”.
Il 3 Maggio 2010 sarà ricordato da questi stessi fan come l’inizio della beta di Reach. Noi di Console-Tribe siamo riusciti a metterci le mani sopra poco prima del suo rilascio.
Ecco cosa né è stato; siamo pronti a mostrarvi le nostre cicatrici di guerra ed i nostri trofei.

It’s a brave new world

Terminato il download diventiamo subito parte integrante di questo semplice assaggio di Halo: Reach.
In questo stesso momento immaginiamo che un discreto numero di fan siano seduti davanti al teleschermo provando le nostre stesse sensazioni: gioia, voglia di scoperta, curiosità e, perché no, anche un po’ di timore. Queste, empaticamente, sono le sensazioni che il gioco ci sta trasmettendo.
Milioni di scontri online hanno forgiato le nostre abilità, ormai siamo totalmente in simbiosi con il nostro alter-ego; quello che ci domandiamo è se l’allenamento con i precedenti capitoli ci abbia preparato adeguatamente per questa nuova incarnazione.
Questa domanda nonché la relativa risposta riescono da sole a focalizzare l’attenzione sui punti salienti del gioco che questa beta dovrebbe offrire: le novità.
Quando ci troviamo di fronte ad un prodotto così ampiamente conosciuto dai giocatori, infatti, è impensabile che i produttori non abbiano introdotto delle modifiche/migliorie tali da arricchire il gameplay senza però snaturarlo dalle sue meccaniche essenziali. Sotto quest’aspetto, già in questa fase di prova, possiamo decisamente ritenerci soddisfatti. Per questa ragione vi passiamo simbolicamente il pad, in modo da offrirvi una panoramica quanto più possibile completa.

Ci ritroviamo nella lobby, la nostra curiosità ci dilania: da un lato vogliamo controllare tutte le opzioni disponili e dall’altro, invece, il nostro cuore ci dice di lanciarci subito nel cuore della battaglia.

L’attesa nella lobby è piuttosto breve, l’impressione sul matchmaking è sicuramente positiva. Tuttavia bisogna sottolineare che, visto il numero esiguo di giocatori (almeno fino al 3 maggio), il netcode non sia ancora sottoposto ad un lavoro poi così pesante.
Terminata la ricerca ci viene data la possibilità di scegliere tra diversi accoppiamenti di mappa e modalità di gioco. Le partite filano via lisce tra tante soddisfazioni, risate ed anche un buon numero di imprecazioni quando un avversario ci elimina proprio nel momento più bello.
Dopo tanto sparare è il momento di fermarci, posare il fucile e lasciare libera la mente per qualche considerazione.
Ci torna subito alla mente la schermata di fine match, che ci illustra i risultati in battaglia come numero di kill e medaglie ottenute. Il riepilogo mostra in basso anche una barra di livello ed è quasi inutile dire che la prestazione in battaglia influenza direttamente i punti esperienza ottenuti. Questo sistema si avvicina molto a quanto già visto in molti multiplayer, ma in Halo: Reach i punti non serviranno per acquistare potenziamenti ma per apportare delle migliorie estetiche. Tramite una schermata apposita possiamo infatti cambiare colore, emblema e persino modificare i pezzi della nostra armatura. L’editor ci è sembrato piuttosto intuitivo e, crediti permettendo, già dotato di una buona quantità di accessori e modifiche.

La nostra mente quindi si sposta direttamente al momento in cui si deve votare per scegliere una mappa e modalità associata: il sistema ci è subito piaciuto e, volendo essere sinceri, spesso ci ha messo in difficoltà perché indecisi su quale sfida lanciarci. Le mappe che predominano sono Powerbase e Swordbase. La prima è costituita da più ambienti posti su diversi livelli d’altezza; in una sola mappa ritroviamo un piccolo avamposto militare, un ambiente roccioso, varie discese e salite. Swordbase, invece, ha una struttura più chiusa, con tanti tunnel e rampe. Nel complesso ci sono sembrate ben strutturate e utili per favorire sia un approccio tattico sia uno più “rambesco”. Alle due mappe succitate si aggiungono pure Overlook e Boneyard. Soprattutto quest’ultima regalerà entusiasmanti sfide a più riprese, in un ambiente a dir poco enorme.

Adesso spostiamo la nostra attenzione sulle modalità di gioco. Oltre al classico Slayer ci ha sorpreso positivamente Headhunter ed il nuovo Cattura la Bandiera. In quest’ultimo le squadre si alterneranno nel raccogliere una bandiera neutra e portarla alla base per poi resistere fino allo scadere di un apposito timer.
Vogliamo essere sinceri, Halo: Reach ci ha mostrato molte cose positive, ma quando abbiamo testato la modalità Headhunter, italianizzata in Cacciatore di Teschi, è stato amore a prima vista. Lo scopo appare essenzialmente quello di eliminare gli avversari e, di conseguenza, collezionarne lo scalpo. Raccolto un teschio, questo deve essere trasportato in determinati punti della mappa. Non c’è alcun limite relativo al numero di teste collezionabili, tuttavia più sarà ricco il nostro bottino e più saremo visibili agli occhi degli avversari. Tutto questo, in termini ludici, si traduce in sfide adrenaliniche, da cardiopalma, soprattutto quando ci sentiremo letteralmente braccati da tutti gli opponenti. In questo caso la tatticità del match prende forma quando ci si trova ad attendere nella zona di deposito dei teschi per colpire un avversario pronto a fare punti, rubandogli di fatto il tesoro ed accumulando scalpi senza troppi sforzi. Semplicemente coinvolgente.

Questa è stata la nostra prova, i nostri ricordi; ma ad inizio articolo abbiamo voluto sottolineare le novità di questo nuovo capitolo, per cui è il momento di parlare delle modifiche più importanti. Chiunque di voi abbia seguito (e sta seguendo) con attenzione lo sviluppo, sa che stiamo parlando delle abilità associate all’armatura. Sia ad inizio partita che durante il respawn è possibile esprimere la propria preferenza tra alcune differenti classi, ognuna delle quali diversa per equipaggiamento e soprattutto per le sopraccitate abilità. Tramite il tasto dorsale è ora possibile destreggiarsi con feature particolari: una barra circolare posta in alto dello schermo ci mostra l’energia di questa abilità, tra l’altro dotata di un delay di ricarica ottimamente strutturato. Tra queste caratteristiche vanno citate: maggiore velocità di corsa, una ricarica attiva, invisibilità, uno scudo d’energia e persino un jetpack. Le più interessanti sono sicuramente queste ultime due, capaci da sole di offrire soluzioni tattiche davvero sorprendenti. Immaginate di essere circondati mentre difendete una postazione, immaginate di spostarvi su una zona sopraelevata e colpire dall’alto l’avversario. Se ben sfruttate queste abilità possono cambiare le sorti del gioco con una semplicità tale da risultare immediatamente fruibile ed appagante.

Start the Fight

Concludendo, vi lasciamo con una piccola considerazione sul comparto grafico del titolo. Trattandosi di una beta non c’era da aspettarsi una perfezione grafica capace di gridare al miracolo: il comparto tecnico è sicuramente ottimo ma allo stesso tempo non offre ancora quei dettagli grafici che speriamo di vedere nella versione finale del titolo. Ottimo invece il netcode con matchmaking veloci e connessioni stabili, tuttavia quest’aspetto potrebbe cambiare radicalmente sia nella versione pubblica della beta sia quando il gioco finalmente arriverà nelle nostre console.
Pad alla mano, il gioco offre notevoli soddisfazioni ludiche: partite veloci, tattiche, match divertenti e agguerriti, insomma tutto quello di cui un multiplayer ha bisogno. A fare da contorno una serie di impostazioni che perfezionano e arricchiscono un multiplayer che da tanti anni è tra i più apprezzati da giocatori e critica.
Se vogliamo trovare un difetto ci viene da pensare che purtroppo è solo una beta, l’attesa è ancora lunga, spartani…

 

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