E3 2015: la rinascita
Devo ammettere che le aspettative per questa fiera erano talmente basse che anche la fiera di paese avrebbe potuto sorprendermi, eppure qualcosa è successo davvero. Le conferenze si sono susseguite con un ritmo incalzante, offrendo alla nostra anima videogiocatrice quintalate di dolciumi con cui sollazzarsi.
Erano fin troppi anni che l'E3 viaggiava messamente sottotono. Che finalmente il messaggio sia arrivato agli organizzatori?
di: Andrea "Macchiaiolo" Barbara
Devo ammettere che le aspettative per questa fiera erano talmente basse che anche la fiera di paese avrebbe potuto sorprendermi, eppure qualcosa è successo davvero. Le conferenze si sono susseguite con un ritmo incalzante, offrendo alla nostra anima videogiocatrice quintalate di dolciumi con cui sollazzarsi.
Erano fin troppi anni che l’E3 viaggiava messamente sottotono. Che finalmente il messaggio sia arrivato agli organizzatori?
Ma cosa ha reso l’E3 di quest’anno così memorabile. Una sola cosa, la più importante: i giochi!
Sul palco abbiamo visto un susseguirsi di IP importanti, affiancate da nuovi brand, nessuno o pochissimo spazio ai dati finanziari o alle periferiche invasive che cercano in tutti i modi di cambiare il nostro modo di videogiocare, di rompere quel perfetto connubio divano-tv, e soprattutto a livello di immagini ci sono stati dei graditi ritorni dall’oltretomba. Il popolo videogiocante è un organismo strano, chiede a gran voce rivoluzioni, novità e poi scoppia di gioia quando proponi giochi con più anni di molti dei videogiocatori stessi. Abbiamo così tripudi di euforia all’annuncio del remake di Final Fantasy 7, uno dei capitoli più apprezzati della serie ruolistica di Square Enix (allora Squaresoft), abbiamo visto finalmente un video di The Last Guardian, produzione sempre stata a cavallo tra la reale esistenza e il vaporware, abbiamo visto un video di gioco (se vero o no, non lo sappiamo per ora) di Kingdom Hearts 3, dopo quasi un lustro di solo voci e 2 anni di assenza dalle scene, abbiamo Shenmue 3, che per la gioia degli inguaribili nostalgici sembra finalmente tornare, anche se con metodi piuttosto ambigui (tramite una campagna farlocca su kickstarter, ma magari a questo dedicheremo un altro speciale).
Se dovessi fare una lista di cosa segnare sul calendario per non perdermi nessun D1, dovrei comprare un paio di calendari, ma volendo essere più selettivo questi i titoli che mi hanno lasciato con un sorriso ebete davanti allo schermo (attenzione sono in ordine sparso, né di importanza, né cronologico):
- Sea of Thieves: pirati, mmo, grafica cartoon, Rare. Non penso ci sia da dire altro, no?! Quando la colonna sonora ha preso vigore ho per un attimo avuto la speranza/sogno di vedere comparire il mio compagno di avventure d’infanzia Guybrush Threepwood (ci manchi Monkey Island, sappilo).
- Kingdom Hearts 3: non ho mai apprezzato particolarmente la serie, troppo seriosa per i contenuti e i personaggi, ma questo terzo capitolo sembra fresco, veloce, coloratissimo, poi torna Pippo. Come si fa a perdersi Pippo?
- Just Cause 3: credo di non aver mai visto tante esplosioni così, nemmeno sommando tutti i film di Michael Bay. Semplicemente spettacolare e caciarone come piace a me.
- Deus Ex – Mankind Divided: il primo ritorno di Deus Ex fu una graditissima sorpresa, questo seguito sembra prendere quanto di buono aveva quel titolo e elevarlo al cubo. Da avere quanto prima.
- Forza Motorsport 6: avrei preferito vedere di più del gioco che la macchina in studio, e la mancanza del meteo dinamico è una pecca non da poco. Fortunatamente sembra che la base solida di Forza sia sempre lì, con l’aggiunta delle avversità atmosferiche. 24 online suona bene all’orecchio.
- Doom: Doom è tornato, ha mostrato al mondo cosa è Doom e ha ben chiarito cosa non è Doom. Punto.
- Star Wars Battlefront: nel primo video mostrato dal palco EA siamo tornati su Hoth ed è stato come rincontrare una vecchia fiamma con cui non avevamo proprio chiuso, ancora bella, ancora sexy. Da brividi lungo le gambe.
Chiudo la lista qui anche se ce ne sarebbero altre decine da citare, ma questi sono quelli che forse sono stati il punto più succolento dell’intera fiera per me. Certo sono solo trailer, di giocato abbiamo visto poco o niente e visti i precedenti anche recenti mi è molto difficile fidarmi dei trailer di queste fiere, vere e proprie vetrine di vendita dove mettere in atto il più accanito marketing a disposizione, però ho apprezzato tantissimo i concept, le ambientazioni e quello che sulla carta dovrebbe arrivare a noi giocatori.
Quindi è stato un successo incredibile? No, ovviamente abbiamo avuto dei punti bassi e dei punti bassissimi.
Ad esempio l’intero Digital Event Nintendo. Cosa era? No davvero chiedo anche a voi, cosa era? Aspettavo Starfox come le 18:00 quando sono a lavoro (l’orario di uscita ndr) e mi presenta un Lylat Wars ripulito (poco). In seguito, perché dirlo durante il digital era brutto forse, viene fuori che dietro ci sono i Platinum. I Platinum, quelli di Wonderful 101, Vanquish, Bayonetta. La domanda allora è “ma loro lo sanno?”.
Il resto del Digital è stato un susseguirsi di scene imbarazzanti con i pupazzi di Sesame Street, in cui per 50 minuti abbiamo ascoltato la parola Mario a ripetizione. Da dimenticare, oppure da segnarsi in caso si ripeta un obrobrio del genere, per mettere definitivamente una croce sopra sulla grande N (speriamo di no ovviamente).
Nintendo a parte, possiamo tranquillamente decretare la rinascita dell’E3. Vivo ovviamente nella speranza che non sia solo un fuoco di paglia.
E voi? Fateci sapere cosa vi è rimasto impresso.