Dragon Age: Inquisition
Ne abbiamo visti in passato esempi di videogiochi che, dopo un grandioso primo capitolo, si presentano profondamente cambiati con l’arrivo del secondo capitolo. Le motivazioni sono le solite: in un periodo in cui i costi di sviluppo dei videogiochi sono aumentati di tanto, le vendite devono essere altrettanto alte e per far avvenire tutto ciò capita spesso che il gameplay scende a compromessi per poter accontentare un pubblico quanto più vasto possibile. E’ proprio questo che è successo alla serie Dragon Age.
di: Luca SaatiNe abbiamo visti in passato esempi di videogiochi che, dopo un grandioso primo capitolo, si presentano profondamente cambiati con l’arrivo del secondo capitolo. Le motivazioni sono le solite: in un periodo in cui i costi di sviluppo dei videogiochi sono aumentati di tanto, le vendite devono essere altrettanto alte e per far avvenire tutto ciò capita spesso che il gameplay scende a compromessi per poter accontentare un pubblico quanto più vasto possibile. E’ proprio questo che è successo alla serie Dragon Age.
Origins era, ed è tutt’ora uno dei migliori esponenti del genere, era un videogioco profondo e complesso non solo nel gameplay, in cui la tattica e la gestione del proprio party erano fondamentali per poter avere la meglio sui nemici, ma anche nella trama che, pur sfruttando la solita lotta tra bene e male, presentava un mondo di gioco ricco di sfaccettature e di sotto-trame che stuzzicavano l’interesse e la curiosità di ogni giocatore.
Dragon Age II era stato invece un titolo affrettato e approssimativo in diversi aspetti con un gameplay estremamente semplificato che si è dimenticato di tutti quegli aspetti che hanno fatto la fortuna del suo predecessore. A salvarsi era forse solo il suo comparto narrativo, forte di un mondo di gioco che, come dicevamo poche righe sopra, non può non destare tanto interesse e tanta curiosità.
Adesso con Dragon Age: Inquisition il team di sviluppo di Bioware sa bene che non può fare un altro passo falso, e che ha bisogno di prendere una direzione diversa da quella intrapresa con il secondo capitolo. Ci riusciranno? A questa domanda potremo rispondere solo con l’uscita del gioco fissata il 13 Novembre per PS4, PS3, Xbox One e Xbox 360, ma per il momento possiamo dire che quanto mostrato fino ad’ora ha stuzzicato il nostro interesse e la nostra curiosità.
Maghi, Templari e Inquisitori
Della trama di Dragon Age: inquisition non sappiamo molto, ma le premesse sembrano particolarmente allettanti. Se avete finito Dragon Age II sapete bene come siete stati lasciati. Un mondo diviso in due parti: da una parte abbiamo i Maghi che lottano per la loro libertà, dall’altra i Templari che vogliono tenere la magia sotto controllo perché troppo pericolosa e capace di generare distruzione ovunque nelle mani sbagliate. A quest’eterna lotta si aggiunge un ulteriore guaio: nel cielo si è aperta una breccia che apre a un universo parallelo dalla quale fuoriescono mostri e nuovi nemici capaci di distruggere tutto ciò che toccano.
Il nostro personaggio è il capo dell’Inquisizione, avrà il compito di ricostruire l’ordine e di riportare la pace nel mondo. Bioware ha ascoltato attentamente i feedback dei fan e lo si nota nel fatto che in Inquisition tornerà il sistema di origini che aveva caratterizzato il primo capitolo. Il nostro personaggio avrà una storia personale che varierà a seconda della razza e della classe che sceglieremo. La componente narrativa è da sempre uno dei punti forti delle produzioni della software house canadese, speriamo di non venir delusi con l’uscita del prodotto completo.
L’evoluzione delle Origini
Come vi abbiamo detto poco sopra, all’inizio del gioco ci verrà chiesta la razza e la classe del nostro personaggio. A tal proposito segnaliamo una novità tra le razze selezionabili per il nostro personaggio che siamo sicuri farà felici tutti i fan della serie: stiamo parlando della razza dei Qunari che si aggiunge a quella degli umani, elfi e nani. Per quanto riguarda le classi non ci sono particolari novità: avremo a disposizione il Guerriero, il Ladro e il Mago, con al loro interno una serie di specializzazioni da sbloccare con il proseguire dell’avventura. Il Guerriero ad esempio potrà diventare un Campione, con una propensione alle abilità difensive, il Mago in un Cavaliere Incantatore, un mix di un mago e un guerriero, il Ladro in un Artificiere, capace costruire trappole per sorprendere i nemici. Questi sono solo degli esempi delle specializzazioni disponibili, Bioware ha promesso che ce ne saranno molte altre e un totale di 200 poteri sbloccabili tramite il classico albero delle abilità.
Come da tradizione della serie, anche in Dragon Age: Inquisition controlleremo un party di quattro personaggi, selezionabili da quello che Bioware ha promesso sarà il roster di personaggi più vasto per la serie, tra new entry e qualche ritorno gradito. Bioware non ha buttato nel cestino tutto ciò che riguarda Dragon Age II, ma anzi ha ripreso il sistema di combattimento prettamente action e lo ha reso molto più dinamico. D’altra parte però vuole anche accontentare quei giocatori che hanno amato il primo capitolo. In qualsiasi momento del combattimento si può infatti passare alla pausa tattica con la telecamera dall’alto che ci permette di esplorare con estrema libertà il campo di battaglia. Vanno dunque ad aprirsi una serie di tattiche che ci permettono di avere la meglio sui nemici. Possiamo posizionare con precisione ciascun membro del party, fargli presidiare la zona in cui si trovano in quel momento, attaccare uno specifico nemico, utilizzare una specifica abilità e così via. Ad esempio è stato mostrato durante un combattimento come, grazie alla visuale tattica, un tank è stato posizionato in un punto strategico per impedire ai nemici di avanzare, intanto il mago e gli arcieri sfruttavano le loro abilità dalla lunga distanza per colpire con devastanti attacchi gli avversari. Sembra dunque che la visuale tattica non è stata inserita come un semplice contentino per i fan nostalgici del primo capitolo, ma è parte integrante del sistema di combattimento insieme all’azione in tempo reale.
Maggiore profondità è stata inserita anche nei combattimenti con i boss grazie all’inserimento di un sistema di danneggiamento dinamico. Ad esempio per affrontare e mettere KO l’Alto Drago vanno colpiti prima i suoi arti costringendolo a dimenarsi impotente a terra per poi sferrare potenti attacchi per finirlo. Ovviamente anche in questo caso sarà obbligatorio gestire al meglio il proprio party per battere sull’impotente boss. Ad aiutarci in imprese di questo tipo ci sono anche i poteri Focus, delle sorti di magie di squadra, che permettono di avere un enorme vantaggio sui nemici.
Maggiore cura sembra ci sarà anche nelle fasi esplorative, infatti il team di sviluppo ha allargato di molto gli ambienti mettendo a disposizione intere regioni esplorabili. La grandezza di questi ambienti ha permesso di inserire per la prima volta nella serie le cavalcature richiamabili con un fischio, non solo cavalli ma anche creature più esotiche come dei lucertoloni giganti. Inoltre sono stati inseriti elementi tipici dei giochi gestionali che vi chiederanno, una volta conquistati i vari avamposti, di migliorare le loro difese, mandare delle truppe in avanscoperta o sbloccare missioni a seconda delle scelte fatte in precedenza. Scelte che vanno a ripercuotersi anche nell’ecosistema di gioco, ad esempio eliminare la fauna nei boschi adiacenti agli avamposti si svilupperà più facilmente il commercio, ma allo stesso tempo saranno presenti più ladri e banditi. L’esplorazione inoltre vi aiuterà a trovare nuovi oggetti da sfruttare per il nuovo sistema di crafting di cui al momento sappiamo poco, a parte il fatto che dovrebbe essere migliore di quanto visto in passato secondo le dichiarazioni degli sviluppatori.
Bioware ha inoltre annunciato recentemente la presenza di una modalità multiplayer cooperativa sullo stile di quanto visto in Mass Effect 3. Non abbiamo molte informazioni a disposizione su questa modalità, sappiamo al momento che ci saranno tre differenti campagne ognuna con un’ambientazione generata casualmente con 10 zone da giocare tutte d’un fiato con al loro interno una serie di obiettivi secondari da svolgere per poter sbloccare nuovi pezzi d’equipaggiamento. In questa modalità non ci sarà la pausa tattica, ma sarà fondamentale la collaborazione tra i giocatori aggiungendo quindi un altro tipo di tatticismo. L’idea di Bioware è di tenere i giocatori attaccati al loro giochi per tante ore, tra la modalità singleplayer e quella multiplayer.
Dai cambi di battaglia all’età dei draghi
Anche Dragon Age: Inquisition sfrutterà il Frostbite 3, il motore grafico che DICE ha creato per la serie Battlefield e che Electronic Arts sta distribuendo a tutti i suoi sviluppatori interni. Il motore ha permesso alla serie di fare degli enormi passi in avanti. Preferiamo non pronunciarci troppo in merito visto che il team di sviluppo sta ancora in piena fase d’ottimizzazione, ma tutto sembra molto curato, dal sistema d’illuminazione all’effettistica generale. Inoltre il mondo di gioco sembra brillare di vita propria. Ancora non è chiara la risoluzione a cui girerà il gioco proprio perché Bioware sta ancora cercando di ripulire tutto il codice e preferisce non fare promesse che poi dopo potrebbe non riuscire a promettere. Da parte nostra c’è un po’ di preoccupazione sulla natura cross-gen del progetto che di conseguenza potrebbe risultare un po’ castrato sulle nuove console di Sony e Microsoft. Inoltre ammettiamo una leggera preoccupazione proprio sul Frostbite 3 che sappiamo essere un motore molto potente, ma i mille problemi che hanno caratterizzato Battlefield 4 li conosciamo. Il nostro augurio è che quello del titolo DICE sia stato solo un caso che non si ripeterà più.
In conclusione…
Bioware sta facendo di tutto per accontentare ogni fascia di pubblico, da quello amante dell’action a quello amante della tattica del primo capitolo, e questa è sicuramente una notizia che farà piacere a tutti. Ogni singolo elemento di Dragon Age: Inquisition promette molto bene, ma essendo un RPG il tutto va approfondito a dovere per scoprire come si amalgameranno tra loro. Da parte nostra non vediamo l’ora di avere il gioco nelle nostre mani il 13 Novembre e tornare in quell’incredibile universo che è Dragon Age.