Wolfenstein II: The New Colossus – Le Avventure del Pistolero Joe
di: Simone CantiniCome se il corposo single player su cui si regge solidamente Wolfenstein II: The New Colossus non fosse stato sufficiente, ecco che i talentuosi ragazzi di MachineGames hanno visto bene di prolungare ulteriormente il soggiorno del codice del loro sparatutto all’interno delle console grazie ad un trittico di DLC. E, naturalmente, per non tradire il loro amore verso tutto ciò che non è necessariamente connesso ad internet, ecco che i tre add-on avranno la premura di ampliare il substrato narrativo della produzione, presentandoci altrettante new entry le cui gesta si andranno a collocare parallelamente a quel del buon Terror Billy. A fare da apripista ci hanno pensato Le Avventure del Pistolero Joe, che avevamo già conosciuto (assieme ai suoi ulteriori due compagni) grazie a quell’antipasto chiamato Episodio Zero.
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Il fisico non basta
Proprio grazie al DLC distribuito in esclusiva assieme al preorder di Wolfenstein II, era stato possibile capire sin da subito la struttura del pacchetto conosciuto come Cronache della Libertà: caratterizzato, come detto, da tre storie inedite viste attraverso gli occhi di altrettanti protagonisti mai impersonati prima, queste triplici espansioni saranno ciascuna modellata attorno ad ognuno dei tre distinti potenziamenti che il nostro Blazko può ottenere all’interno del titolo principale. Anche se in questo caso scemati da ogni qualsiasi forma di giustificazione tecnologica, ma resi stavolta plausibili a livello narrativo soltanto per mere caratteristiche genetiche proprie dei vari personaggi. Ecco quindi che il nostro Joseph Stallion, ex quarterback imprigionato dai nazisti in seguito ad un match truccato tra le forze tedesche ed una scalcinata compagine statunitense, grazie al proprio fisico poderoso potrà sfondare pareti e travolgere selvaggiamente i propri nemici. Tale scelta di design ha consentito al team di modellare i vari livelli attorno ad una simile peculiarità, così da garantire il pieno sfruttamento delle caratteristiche del nostro Pistolero Joe, anche se bisogna riconoscere come il tutto non porti a beneficiare di un’esperienza in grado di rinfrescare, o anche solo rivaleggiare, con il gameplay principale del titolo a cui funge da corollario. Vista la bontà del codice originario, comunque, non è che il tutto debba essere per forza di cose bollato in maniera negativa, dato che il divertimento garantito dal solito ed apprezzato gunplay sarà presente in maniera massiccia. Rimane comunque evidente il rammarico al cospetto di una sorta di versione estremamente ridotta delle avventure di Blazkovicz.
Riciclo sbrigativo
Certo, si spara e ci si diverte assai con Le Avventure del Pistolero Joe, ma complice una storyline intrigante ma anche alquanto sbrigativa, viene davvero difficile affezionarsi al nostro Joseph. Tutto, difatti, scorre via senza sussulti particolari in poco più di due ore, e non basta uno scontro (pre) finale sufficientemente ostico ed adrenalinico a farci accogliere senza riserve il primo DLC diretto a Wolfenstein II. Anche perché, oltre alla scontata ombra proiettata dal classico gameplay, ci pensa il riciclo massiccio di locazioni ed asset a mitigare gli entusiasmi. Senza contare l’assenza di una qualsiasi delle pregevoli cinematiche che tanto hanno saputo dare al titolo principale, qua sostituite da delle traballanti (stilisticamente parlando) sequenze a fumetti. Per fortuna non è rimasta nel cassetto l’eccellente cura riposta nella localizzazione nostrana che, al solito, può vantare una solida e convincente recitazione.
Le Avventure del Pistolero Joe fanno partire con il freno a mano tirato il trittico delle Cronache della Libertà, non tanto per ciò che concerne la forma del prodotto, quanto per dei meri limiti sostanziali. Il gameplay è il solido e collaudato di sempre, ma l’esigua durata di questa campagna, unita ad un riciclo evidente di luoghi e situazioni, finiscono per rendere il tutto un piccolo riassunto dell’avventura principale, incapace di catalizzare in maniera efficace la partecipazione ed il coinvolgimento del giocatore. E questi limiti, dati anche il costo del singolo DLC (ma anche dell’intero Season Pass), devono scontrarsi prepotentemente con una produzione che risponde al nome di Old Blood che, solo qualche anno e ad un costo decisamente più contenuto, è riuscita ad espandere in modo consistente e convincente il reboot dello storico franchise di casa id.