The Surge 2 – The Kraken
di: Simone CantiniThe Surge 2 mi piacque parecchio in occasione della sua uscita, giusto qualche mese fa, come testimonia anche la recensione realizzata per l’occasione. Proprio per questo motivo, come già era successo con il suo predecessore, ho accolto con gioia l’arrivo di The Kraken, DLC caratterizzato da una piccola digressione narrativa, che è stato in grado di farmi spolverare ancora una volta il titolo firmato Deck 13. Visto, però, l’altalenante risultato dell’ultimissima espansione del brand giocata, mi sono avvicinato a The Kraken con qualche riserva che, purtroppo, ha trovato conferma una volta terminata la mia avventura a bordo della portaerei VBS Krakow.
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Quindici uomini sulla cassa del morto
Come se non fosse sufficiente il caos che imperversa per le strade di Jericho City, pare proprio che nel mondo di The Surge 2 non si possa trovare un po’ di quiete neppure a largo della costa che lambisce il futuristico agglomerato urbano. Una volta superata la prima metà dell’avventura principale, difatti, riceveremo una trasmissione radio che ci invita a raggiungere al più presto la VBS Krakow, che sembra essere preda dell’ennesima rivolta robotica. Una volta raggiunta l’immensa fortezza galleggiante, difatti, verremo a sapere che CAIN, l’IA predisposta alla difesa del vascello, è impazzita, dando vita ad una rivolta delle macchine presenti a bordo che, per qualche strano motivo, hanno le fattezze di cibernetici pirati. Inutile dire come toccherà a noi cercare di riportare all’ordine la situazione, interagendo con una manciata risicata di NPC e magari non disdegnando il paio di missioni secondarie che compongono l’espansione. L’idea di base, per quanto già vista ed abusata anche all’interno dello stesso brand di riferimento, poggia su basi tutto sommato convincenti dato che, come già successo per A Walk in the Park, permette a The Surge 2 di concedersi una piccola digressione ambientale, a cui va ad aggiungersi un pizzico di ironia per quanto concerne la vera e propria narrativa. A colpire, comunque, subito gli occhi del giocatore sarà il setting, che abbandona le cupe e futuristiche architetture di Jericho City in favore di un’ambientazione cittadina in perfetto stile anni ’50, con tanto di villette con giardino e drive in. L’idea funziona, ma risulta anche dannatamente sotto sfruttata, vista l’esigua estensione della mappa di gioco che, nonostante le varie scorciatoie presenti, ci costringerà praticamente a girare attorno alla medesima location. Tutto ciò va anche ad impattare sulla longevità complessiva del DLC che, sebbene possa ovviamente variare in base al momento in cui decideremo di affrontarlo, con il mio personaggio fermo alla fine della campagna, mi ha portato via poco più di due ore prima di essere completato. E a poco, in questo senso, è servito il manipolo di nuovi nemici presenti, i già citati pirati cyborg, a cui si vanno ad aggiungere due boss dalla qualità discordante: il primo che incontreremo, difatti, non è altro che una versione potenziata di uno dei mob di base del DLC, con il solo nemico finale, quindi, a rappresentare una sfida sicuramente più interessante e stimolante, sia in quanto a design che a moveset. A chiudere il cerchio ci pensano, come era lecito aspettarsi, nuovi schemi per armi ed armature, assieme ad un modulo inedito per il drone. Insomma, il minimo indispensabile.
The Kraken non riesce a bissare il successo di A Walk in the Park, consegnando a The Surge 2 un DLC sinceramente un po’ troppo esile e striminzito, pur al netto di un prezzo non esorbitante per la media attuale (11,99 Euro). L’avventura a bordo della VBS Krakow, difatti, scorre via agilmente e senza troppi sussulti, con soltanto il setting anomalo (per il titolo) ed il boss finale a tenere in piedi la baracca. Non si tratta di un’espansione brutta in senso assoluto, sia chiaro, pertanto piacerà di sicuro a tutti quelli che hanno gironzolato con piacere per le vie di Jericho City, ma proprio a causa di questi suoi pochissimi guizzi creativi non posso fare altro che chiedermi, come sempre, se tutto ciò non potesse essere tranquillamente inserito all’interno del gioco finale.