DLC

Mortal Kombat 1: Kaos Sovrano

di: Simone Cantini

Poco più di un anno è passato dall’uscita dell’ultimo picchiaduro firmato NetherRealm Studios, un capitolo che aveva rappresentato una sorta di ideale reboot per la serie creata da Ed Boon. Un racconto che si era chiuso gettando le basi per il DLC che risponde al nome di Mortal Kombat 1: Kaos Sovrano, che promette tanto di chiudere le fila del nuovo arco narrativo della produzione, ma anche di andare a rimpolpare il già ricco roster del brutale rullacartoni. Tante belle e buone intenzioni, almeno sulla carta, che però hanno finito per scontrarsi con una realtà non proprio idilliaca come sarebbe stato lecito pensare. Anche in un contesto a base di sangue e budella come quello di Mortal Kombat.

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Anarchy reigns

Lo confesso, la storia dei multiversi mi sta davvero iniziando a stancare, visto che la trovo un espediente davvero cheap per riportare in bolla narrazioni oramai sfuggite al controllo degli autori. E per questo, pur apprezzandone l’ossatura, non avevo proprio digerito la prima parte della sceneggiatura portata alla sua conclusione da Mortal Kombat 1: Kaos Sovrano. La situazione, almeno a livello personale, non migliora certo in questo seguito a pagamento, visto che a tirare le fila del tutto troviamo, per l’appunto, un nuovo intreccio di dimensioni. Tutto riprende da dove lo avevamo lasciato, con un Havik Titano oramai consapevole dell’esistenza di più piani astrali, che mira a gettare nell’anarchia più totale (pardon, kaos).

Le danze si aprono, però, sul trittico composto da Cyrax, Sektor e Sub Zero, pronti a vendicarsi di Scorpion per aver tradito i dettami dei Lin Kuei. Un incipit assai esile, che darà il via al solito susseguirsi di scene spettacolari ed incontri all’ultimo sangue, a cui la debolissima sceneggiatura non riuscirà a fornire il giusto supporto. Vero è che parliamo di un picchiaduro, ma i ragazzi di NetherRealm ci avevano abituato e ben altro, e qual il tutto ha le basilari sembianze del timido compitino.

Non aiuta anche il fatto di dover focalizzare il tutto attorno alle prime 3 new entry del roster (Cyrax, Sektor e Noob Saibot), situazione che appiattisce un pelo il flow degli scontri, andando a far perdere quel senso di coralità che si respirava nella release iniziale. Per lo meno, nonostante le polemiche che sono seguite al cambio dell’identità dei due furono cyborg, la nuova caratterizzazione funziona e trova comunque una sua coerenza all’interno di questo stratificato multiverso. Le due ore scarse necessarie alla conclusione dello story mode, però, non riescono a fare del tutto giustizia a questo lavoro di cesello, anche a causa di cambi di fronte davvero troppo repentini.

Salto della fede

Mortal Kombat 1: Kaos Sovrano, però, non vive di sola narrazione, ma come già detto mira anche ad espandere il roster della produzione, ed in tal senso la prima tornata di nuovi kombattenti sembra funzionare a dovere. I due cyborg ed il letale ninja delle ombre, difatti, godono ciascuno di un moveset interessante e ben calibrato, che pur andando a variare un pizzico la loro indole combattiva non ha finito per snaturarne l’essenza. Resta da capire come si integreranno Ghostface, il T-1000 e Conan il Barbaro in tutto questo groviglio di lottatori non appena saranno resi disponibili, ma i ragazzi del team sono sempre riusciti ad uscire indenni da questi pericolosi crossover. Resta comunque lo scoglio di un prezzo di ingresso davvero sproporzionato rispetto al pacchetto complessivo, visto che 49,99 Euro per due ore di story mode e 6 personaggi mi sembrano davvero eccessivi. Considerando anche che (fortunatamente) il ritorno delle sottovalutate e brutali Animality è compreso nell’update gratuito disponibile per tutti i possessori del gioco base.

Difficile consigliare senza riserve Mortal Kombat 1: Kaos Sovrano anche ai fan più sfegatati del picchiaduro firmato NetherRealm Studios, visto la sproporzione esagerata che c’è tra prezzo di vendita e offerta effettiva. Ad una chiusura di storia non certo memorabile e longeva, si contrappongono dei nuovi lottatori che, per metà, rappresentano ad oggi un’incognita. Certo, Cyrax, Sektor e Noob Saibot sono divertenti da utilizzare, oltre che ben caratterizzati, ma pagare quanto richiesto da un titolo budget completo per due ore di single player (tra l’altro nemmeno memorabili) e 6 lottatori (di cui metà disponibili a rate tra un po’) merita ben più di una riflessione.