
Lies of P: Overture
di: Simone CantiniCi piacciono i lanci a sorpresa, soprattutto quando sono del calibro di Lies of P: Overture, che nemmeno a farlo apposta è stato annunciato e reso disponibile meno di una settimana fa, in occasione del Summer Game Fest 2025. Per dovere di cronaca, l’esistenza del DLC del gioco Round 8 Studio e NEOWIZ era un po’ il segreto di Pulcinella (apprezzate la citazione interna!), dato che era stato già spoilerato qualche ora prima dal web, ma nonostante tutto ha fatto davvero piacere sapere che avremmo potuto tornare a respirare le malate atmosfere di questa cupa versione di Pinocchio in salsa soulslike. Soprattutto se, come il sottoscritto, siete fan sfegatati del libro originale e del gioco in questione. Ah, sappiate però che ci sarà davvero da sudare per portare a termine questa nuova avventura.

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Alle origini della follia
Per quanto mi riguarda, già solo avviare Lies of P: Overture ha richiesto uno sforzo non certo da sottovalutare, visto il particolare modo in cui il team coreano ha deciso di rendere accessibile questa nuova porzione ludica. Per dare il via alle danze, sarà necessario avere portato a termine il capitolo 9 della campagna, prima di poter mettere le mani su di un peculiare oggetto che sbloccherà lo Stargazer da cui potremo lanciarci nella mischia. Peccato che il gioco non terrà conto di eventuali run completate, così che, come nel mio caso, se avrete iniziato una partita in NG+ dovrete giocoforza giungere al punto in questione per poter accedere al DLC.

Vabbè, tolto questo personalissimo sassolino dalla scarpa, è il caso di parlare più nello specifico di Overture: questa nuova sezione, che vi farà imprecare per almeno una ventina di ore, ci racconterà i fatti antecedenti alla follia delle marionette, trasportando indietro nel tempo il nostro burattino ed il fidato Gemini. La storyline in questione ruoterà attorno al passato degli alchimisti e al diffondersi del Morbo Pietrificante, mettendo sul piatto personaggi di cui avevamo sentito parlare nel corso della quest principale. Sempre ispirato e curato, sarà però il setting a rubare la scena, grazie ad alcune ambientazioni inedite che non potranno che fare breccia nel vostro cuore: la prossima volta che vi troverete a passeggiare in uno zoo, sono sicuro che guarderete con estremo sospetto gli animali…

Lontano dagli occhi…
Sul fronte del gameplay, come prevedibile, Lies of P: Overture non presenta chissà quali scossoni, pertanto il collaudato mix di meccaniche soulslike sarà pronto ad accogliervi a braccia aperte. Nonostante tutto, il team non ha risparmiato qualche piccola novità, con la più macroscopica e benvenuta (almeno per il sottoscritto) che è rappresentata dall’arco. Questa arma, dotata di proiettili infiniti, sarà una vera manna qualora ci fosse da liberarsi senza intoppi da minacce poste a debita distanza, grazie anche alla presenza di un moveset unico. Non mancano, ovviamente, anche delle lame nuove di zecca, compatibili con la main quest, che andranno ulteriormente ad ampliare l’arsenale a nostra disposizione.

Non tutto è rose fiori per il giocatore in Lies of P: Overture, dato che non mancheranno anche nuovi ostacoli capaci di rendere ancor più ostico di quanto non sia già il nostro cammino. Si parte subito con un nuovo e fastidiosissimo stato alterato, ovvero il congelamento, che oltre a farci perdere progressivamente punti vita, andrà anche a rallentare i movimenti. La parte del leone, letteralmente, la faranno però i nuovi nemici introdotti per l’occasione che, soprattutto nelle battute iniziali, potranno davvero spiazzare per brutalità ed aggressività. Come prevedibile, le difficoltà maggiori ce le presenteranno i vari boss che, per quanto presenti in quantità ridotta, rappresentano una delle sfide più impegnative che mi sia mai capitato di trovare in un soulslike, in virtù di una complessità e difficoltà generale davvero considerevoli.

Come è umano lei…
A tal proposito, difficile non ravvedere un certo sadismo da parte dei ragazzi coreani, al punto che non esito a definire Lies of P: Overture come l’esperienza più ostica che mi sia mai capitata di sperimentare in ambito soulslike. Ed il tutto nonostante sia arrivato ad affrontarlo a partire da un livello personaggio pari a 200. Oltre ad essere dannatamente aggressivi e letali, i nemici sono risultati anche delle vere e proprie spugne per fendenti, capaci di assorbire colpi come se non ci fosse un domani. Non può quindi che far piacere la decisione di introdurre 3 distinti livelli di difficoltà, grazie un update gratuito disponibile per tutti, che riesce a mitigare in parte questi squilibri (alcune porzioni sono difficilissime anche in modalità easy), al punto che il team ha comunque annunciato una revisione del bilanciamento generale.

Sul fronte puramente tecnico, il DLC si mantiene felicemente in linea con quanto visto ed apprezzato nell’installazione principale, garantendo un colpo d’occhio sempre efficace e d’effetto. Il plauso maggiore va tributato alle aree all’esterno, ricchissime di dettagli e ottimamente tratteggiate, mente un pelo più sacrificate e prevedibili sono risultate le porzioni sotterranee, invero alquanto prevedibili e prive di particolari guizzi. Convince anche il design delle nuove creature, sempre affascinanti nella loro macabra bestialità, così come la struttura dei livelli, sempre molto ben costruiti ed articolati al punto giusto, oltre che in grado di presentare qualche piacevole sorpresa.

Lies of P: Overture si conferma un’espansione consistente e impegnativa che saprà deliziare i fan del gioco base e gli amanti dei soulslike più intransigenti. Pur mantenendo le solide meccaniche che hanno reso celebre l’opera originale, il DLC introduce novità interessanti come l’arco e nemici ancora più brutali, che contribuiscono a rendere l’esperienza estremamente ostica ed appagante. Nonostante la sua difficoltà elevata, mitigata in parte dall’introduzione di livelli di difficoltà e da un futuro bilanciamento, Overture eccelle nel tratteggiare una un setting dannatamente ispirato, forte di ambientazioni inedite e un design delle creature sempre affascinante. In definitiva, parliamo di un DLC che, nonostante la sua natura punitiva, riesce a rubare la scena grazie alla sua coerenza stilistica e alla sua capacità di ampliare ulteriormente l’universo narrativo di questo Pinocchio in chiave dark.