DLC

Fallout 4: Far Harbor

di: Simone Cantini

E alla fine, dopo due antipasti non certo memorabili, anche Fallout 4 si appresta a mettere in tavola la sua portata principale, un succulento filetto di prelibato Far Harbor. Si è fatto attendere l’ultimo DLC contenuto nel Season Pass del titolo Bethesda, accompagnato dalle promesse della software house che lo hanno dipinto come l’espansione più corposa di sempre. Saranno state dichiarazioni sincere? Al netto di alcuni problemi di cui vi parlerò poco più avanti non posso che confermare la loro bontà, seppur con qualche riserva.

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Libertà di scelta

C’è sempre qualche problema nel Commonwealth postatomico. Non passa giorno in cui qualcosa vada storto e ci sia bisogno di qualcuno in grado di rimettere tutto in carreggiata. E quando ciò accade, chi chiamerai? No, non gli Acchiappafantasmi, bensì il nostro vecchio Nick Valentine, il sintetico più umano che si sia mai visto per le strade fatiscenti di Diamond City. È proprio dalla sua agenzia che prende il via la quest che fa da cornice a Far Harbor, il giorno in cui il signor Nakano, un vecchio amico del nostro detective meccanico, chiede di far luce sulla scomparsa di sua figlia Kasumi. Toccherà quindi al nostro aler ego, magari in coppia proprio con Nick (portatelo con voi se volete sviscerare tutte le sottotrame di cui è ricca l’espansione), seguire le tracce della giovane e fare rotta verso la remota isola di Far Harbor. Qua verremo subito in contatto con i suoi diffidenti abitanti, fiaccati da una misteriosa nebbia radioattiva che ricopre l’intero territorio e al cui interno si celano creature mostruose pronte a squartare i poveri coloni. Come vuole la tradizione, ad un problema se ne andranno presto ad aggiungere molti altri: la ricerca di Kasumi, difatti, sarò solo il primo tassello di un mosaico decisamente complesso, che ci vedrà interagire, oltre che con gli autoctoni di Far Harbor, anche con un gruppo di sintetici capeggiati dal misterioso DiMA e con la setta dei Figli dell’Atomo, i bizzarri adoratori delle radiazioni che abbiamo già imparato a conoscere e che qua saranno ulteriormente caratterizzati. Il nucleo della narrativa del DLC verterà proprio sulle critiche relazioni tra questi tre distinti gruppi, rapporti che vedranno gioco forza coinvolto anche il nostro eroe, lasciando il campo ad alcune ben ritrovate scelte morali, la cui assenza aveva costituito uno dei difetti più macroscopici del Fallout 4 originale. A queste si va ad aggiungere un corposo numero di quest e subquest, disseminate lungo un territorio giocabile dalla ragguardevole estensione. Far Harbor, difatti, è ricca di punti di interesse esplorabili tali da garantire, anche una volta esaurita la main quest, ore di divertimento. Purtroppo in merito all’effettiva durata dell’espansione non posso essere più preciso, dato che giunto quasi alla fine della storyline principale, il gioco ha visto bene di cancellarmi tutti i salvataggi, facendomi maledire ogni divinità per aver visto andare in fumo oltre 80 ore di giocato. E data la difficoltà non troppo permissiva dell’espansione, tentare di fare una speed run per poter raggiungere nuovamente Far Harbor ripartendo da zero è una possibilità che ho escluso con estrema rapidità. Dall’alto delle mie circa 10 ore trascorse assieme al DLC, comunque, non posso che essere ulteriormente rammaricato per la perdita, visto che il lavoro svolto in fase di realizzazione è davvero interessante e ricco di aspetti che avrei voluto ulteriormente approfondire. Insomma, Far Harbor pare avere tutte le carte per chiudere degnamente il trittico di espansioni previste per Fallout 4.

Fallout4_FarHarbor_Arrival

Persi nella nebbia

Trattandosi di un mero add-on che va ad incastonarsi in un quadro già delineato, sarebbe sciocco aspettarsi marcati stravolgimenti ludici e tecnici. In merito al primo aspetto, al di là delle già citata maggiore complessità morale presente nelle quest, non si sono presentati ulteriori modifiche del gameplay sperimentato nel gioco base. L’unica eccezione è rappresentata da una serie di missioni che, mescolando le meccaniche di crafting di Fallout 4 con elementi presi da Minecraft e dai tower defense, rappresentano l’unica e non troppo felice deviazione concessa. Fortunatamente si tratta solo di una piccola parentesi che non va ad inficiare in alcun modo sulla bontà del pacchetto. Anche la presenza di un nuovo compagno reclutabile e di un’arma inedita di certo non sono sufficienti a far ricredere coloro che sono rimasti delusi sin dal principio dal titolo Bethesda. Anche sul fronte tecnico non si rilevano cambiamenti significativi. A mutare è in vece il look complessivo di Far Harbor che, complici le sue peculiari condizioni climatiche, abbandona le tonalità calde tipiche del Commonwealth in favore di un’atmosfera decisamente più cupa e crepuscolare che, complice anche la nebbia che la ricopre, sotto certi aspetti riporta alla mente le atmosfere che furono di Silent Hill.

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Al di là delle sfighe che hanno funestato i miei salvataggi, appare dunque evidente come Far Harbor sia davvero un DLC concettualmente interessante che, pur non stravolgendo l’ossatura di gioco, costituisce un motivo più che valido per riprendere in mano il bluray di Fallout 4. Ciò che convince meno, e ne approfitto per estendere il discorso al Season Pass nella sua interezza, è il prezzo complessivo dell’intera operazione imbastita da Bethesda. Purtroppo non si può chiudere un occhio su quanto di buono fatto dai ragazzi di CD Projekt con le espansioni del loro The Witcher 3, soprattutto per quanto concerne il prezzo di commercializzazione, che vede lo studio polacco uscirne vincitore in maniera assoluta. Al team americano, inoltre, non ha giovato la discutibile scelta di aumentare in corsa il costo del suo pacchetto di add-on, che è finito per costare quasi come un comune titolo retail ed in cui non trovo, alla luce dei vari giocati, una effettiva congruenza con l’offerta presentata. Se ero stato dunque estremamente critico in occasione della recensione di Fallout 4, a maggior ragione non posso che esserlo nel giudicare il Season Pass dello stesso nella sua interezza, che vede il solo Far Harbor meritare senza remore un esborso aggiuntivo. A patto però di acquistarlo slegato dalle altre due costose zavorre che rispondono al nome di Automatron e Wasteland Workshop.