DLC

Destiny 2: Oltre la Luce

di: stefano.pet

Tre anni dopo il lancio di Destiny 2 i giocatori si sono ritrovati coinvolti in un gioco immenso, pieno di roba da fare, ma per buona parte inutile e tediosa. Il titolo, forte del successo del primo capitolo, era uscito in pompa magna suscitando però dei malumori fin da subito: qualitativamente un ottimo prodotto, sia a livello tecnico che di gameplay, peccava nei contenuti che, seppur maggiori rispetto al primo capitolo nella stessa fase di vita, lasciavano con l’amaro in bocca per la loro qualità ludica. Questi dubbi sono stati confermati al lancio del primo raid, dimostratosi nettamente inferiore a quelli del primo Destiny: ancora una volta ricco di contenuti, ma con pochissimo appeal sui giocatori. Con l’insuccesso dei successivi dlc il giudizio sul gioco è andato sempre scendendo, almeno fino a Shadowkeep, che si è dimostrato un ottimo punto di rilancio per il gioco che, però, a quel punto, era diventato un’accozzaglia di modalità, filoni di trama, imprese da seguire e via discorrendo tale da scoraggiare i nuovi utenti e annoiare i vecchi: un paradosso pensare che un gioco con così tanto da fare possa risultare noioso. Ed è così che Bungie si è trovata davanti a una scelta: ricominciare da zero con Destiny 3 o provare a far rinascere questo gioco, che malgrado tutto aveva comunque una base solida di giocatori. Se ne stiamo parlando di un dlc è perché è stata scelta la seconda strada, ovviamente: forse a livello economico la più prudente, ma la più rischiosa a livello di immagine. Con questa recensione il mio intento è di darvi gli strumenti per capire cosa è Destiny 2 oggi e farvi capire se per voi è il caso di riprendere a giocarci o iniziare a farlo con questo nuovo dlc.

 

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OLTRE LA LUCE, NEL TENTATIVO DI RITROVARLA

Tantissime novità aspettano i giocatori in questo nuovo Dlc a partire dalla trama, che finalmente coinvolge in pieno le Piramidi, mostrate sia nella trama principale che in Shadowkeep, e l’oscurità che portano con sé. Un nuovo nemico Caduto minaccia il Viaggiatore e lo fa attraverso la Stasi: potere ottenuto dalle Piramidi. Viaggeremo attraverso location nuove e vecchie (del primo Destiny) con lo scopo di sconfiggerlo imbrigliando quello stesso potere oscuro che ci minaccia. La solita situazione insomma: cambiano le facce e i poteri in ballo, ma la colonna vertebrale è sempre la medesima. Scorre bene ed è divertente da giocare, ma la sensazione di “già visto” ci segue per tutta la sua durata, che è in linea con quella di Shadowkeep. La verità però è che ai giocatori di Destiny 2 della trama importa relativamente, andiamo allora a vedere quali sono le novità introdotte con questo dlc.

NUOVE SOTTOCLASSI DA FAR RABBRIVIDIRE

La novità più evidente nel gameplay riguarda la presenza di nuove sottoclassi, una per tipologia di guardiano, tutte basate sul nuovo potere dell’oscurità, la stasi, che a schermo altro non è che un potere legato al ghiaccio. Innanzitutto è stata creata una differenziazione tra sottoclassi di luce e oscurità, il che potrebbe far pensare a un futuro incentrato su questa dualità dei guardiani. Per quanto riguarda l’immediato ciò porta a nuove possibilità di gameplay, sia tramite l’utilizzo dei nuovi poteri e la combinazione di essi, sia per i poteri dei nemici, che ora potranno anche ghiacciarci e bloccarci nel mezzo delle linee di fuoco fino a che non ci libereremo o non verremo aiutati da altri guardiani. Avremo la possibilità di utilizzare il Revenant per il Cacciatore, il Vincolatore dell’Ombra per lo Stregone e il Behemot per Titano: tutti con poteri peculiari per la Super, le granate e il corpo a corpo. Fortunatamente le nuove sottoclassi sono bilanciate rispetto alle vecchie e non vanno necessariamente a sostituirle, anche se, per le missioni legate al dlc, si dimostrano particolarmente vantaggiose. Vedremo nel futuro raid se si dimostreranno necessarie o una parte dell’equazione insieme a quelle già esistenti. Va sottolineato che sono andate a modificare sensibilmente le partite del crogiolo, che ora risultano molto più caotiche rispetto al passato: aspetto questo che può piacere o no, ma che comunque va segnalato.

Il nuovo livello di potere di base è 1050 e tutto l’equipaggiamento vecchio è automaticamente settato su questo valore. Solo le vecchie armi e armature esotiche potranno essere aumentate fino al massimo livello di potere: le leggendarie infatti potranno salire solo fino a un certo punto, dopodiché dovremo per forza passare alle armi di nuova generazione. Il soft cap è settato a 1200 e si raggiunge abbastanza velocemente seguendo la trama, le imprese che ci vengono date strada facendo o completando attività sui pianeti. L’hard cap è a 1250 mentre il livello massimo è 1260. Quest’ultimo step di potenziamento vede avvantaggiati quei giocatori che giocano molto in pvp, che riescono ad ottenere molti più drop potenti rispetto a chi preferisce il pve. Problema vecchio di Destiny che inizio a pensare non voglia essere sistemato dagli sviluppatori e che va a spostare i giocatori lontano dalle modalità introdotte dal dlc in direzione del crogiolo e di azzardo. Un peccato perché si allontana dal gioco tutta quell’utenza che del pvp non gliene importa nulla. La struttura del gioco resta quindi la medesima di sempre nell’endgame e la differenza, come vedremo tra poco, sta solo nei contenuti e nella loro gestione. Le nuove sottoclassi saranno gestibili a nostro piacimento solo dopo aver completato la storia e si potranno evolvere tramite le imprese e le attività che ci verranno proposte nell’endgame, che si sono dimostrate al solito lunghe e ripetitive, se non per le missioni di Variks.

TRA VECCHIA E NUOVA GENERAZIONE 

Oltre la Luce porta Destiny 2 nella nuova generazione con una risoluzione in 4k e 60 fps su Series X e Playstation 5 e 1080p e 60 fps su Series S. Si può giocare con i giocatori che utilizzano le console precedenti, a patto che siano della stessa casa produttrice. Ricordo inoltre che il gioco è stato inserito nel gamepass. Tutte le versioni, comprese quelle oldgen godranno del meteo dinamico sulla nuova destinazione, Europa, che è risultato essere particolarmente interessante sia a livello puramente grafico sia per come influenza il gameplay. La speranza è di vederlo in futuro su tutte le destinazioni.

Importanti novità anche nella gestione dei server, che finalmente non sfruttano più i giocatori come host: ora tutte le istanze sono gestite dai server di Bungie, che è in grado di vedere in tempo reale le attività dei giocatori. Questo porta diversi vantaggi: meno lag, maggiore velocità nel matchmaking e nell’unione ad altri giocatori e maggiore controllo dei cheater.

Infine va detto che il gioco è stato riscritto da capo nella sua struttura e, per questo motivo, va reinstallato da zero. Oltre ai contenuti aggiunti e tolti il titolo risulta completamente riorganizzato. Questo lo ha reso da un lato meno pesante sui nostri hard disk e dall’altro più facile da gestire per Bungie stessa, che ha dichiarato di essere in grado di dimezzare i tempi di creazione delle patch grazie a questo riadattamento.

COSA ENTRA E COSA ESCE

Come detto all’inizio Destiny 2 era diventato un calderone di attività e modalità, per lo più ignorate dai giocatori sia per le scarse ricompense che per il poco appeal ludico che avevano. Ecco perché Bungie ha deciso che Oltre la Luce non si sarebbe semplicemente sommato ai contenuti precedenti, come è sempre stato fatto finora. Ecco quindi che assistiamo a dei tagli netti a livello di destinazioni e tutto ciò a loro collegate a livello di attività e trama. Spariscono dai radar Io, Titano, Marte e il Leviatano e, al loro posto, si aggiungono una vecchia conoscenza dei giocatori del primo Destiny, cioè il Cosmodromo, e una location tutta nuova: Europa. Quest’ultima è il nuovo fulcro centrale del gioco, con la maggior parte delle nuove attività concentrate su questa luna. Questa scelta rappresenta, a mio avviso, un forte discostamento rispetto a quello che è stato finora Destiny 2 e spero si traduca in una gestione diversa del gioco, soprattutto ora che non devono rispondere ad altri del loro operato. Però non si può non sottolineare quanto questo sia ingiusto nei confronti di chi supporta il gioco dal lancio che si ritrova contenuti pagati e non più disponibili. Inoltre va detto che la quantità di contenuti tagliati supera nettamente quelli aggiunti, il che non può non far storcere il naso alla luce anche del fatto che parte dei nuovi contenuti è in realtà un riciclo di vecchi assets, armi o destinazioni che siano.

Un lavoro di pulizia e riduzione è stato fatto anche per le playlist di assalto, crogiolo e azzardo, che ora sono più snelle e sono state private delle modalità che i giocatori tendevano a non usare.

Per chi entra per la prima in questo mondo e per chi non ha avuto modo di giocare costantemente tutte le stagioni è stato introdotto sulla Torre, affianco al Deposito, un chiosco che permette di recuperare tutte le armi esotiche presenti nel gioco dal lancio, senza dover fare le relative imprese, che sarebbero comunque infattibili a causa dei tagli per molte di loro. Se state pensando a microtransazioni niente paura: saranno acquistabili tramite materiali ottenuti giocando, seppur rari da ottenere.

Gli spettri ora possono essere modificati nei perk a propria scelta tramite modifiche, esattamente come ogni altro pezzo di armatura. Non servirà più dover tenere uno spettro per ogni destinazione, ma potremo potenziare i nostri preferiti e assegnargli i vantaggi che più ci aggradano, che siano segnalatori di scrigni o materiali oppure moltiplicatori di esperienza, per fare degli esempi.

Importanti novità ci sono anche nella gestione delle modifiche, che ora possono assegnare più facilmente potenziamenti alle caratteristiche del personaggio. Le modifiche anticampione sono state spostate negli slot armatura, il che permette di utilizzarle anche con armi esotiche, a differenza del passato. Ogni modifica che aveva una versione potenziata ora esiste in un’unica forma, però con parametri aumentati rispetto alla sua controparte precedente. Le armature droppate nei raid avranno uno slot extra dedicato a quei perk che portano vantaggi esclusivi per il raid stesso. Infine alcune modifiche saranno specifiche per i pezzi del set leggendario degli Adepti e saranno, di conseguenza, utilizzabili solo con essi.

Per finire è possibile adattare ogni pezzo di armatura alla propria sottoclasse preferita modificandone l’affinità.

Tutte novità dedite al velocizzare e facilitare la creazione della propria build preferita o di più build da intercambiare all’occorrenza.

CAMBIAMENTI… PER RESTARE UGUALI

Oltre la Luce porta Destiny 2 ad essere quello che probabilmente Bungie voleva fin dall’inizio. Va considerato come se fosse un gioco appena uscito, anche se, e questo purtroppo non si può non sottolineare, la fanbase che ha speso soldi fin dal dayone non sarà contenta di questa cosa. Sempre meglio di veder morire il gioco, comunque. Se questo cambio di rotta funzionerà o no dipenderà da Bungie stessa e da come gestirà il gioco da ora in poi, ma almeno si percepisce la volontà di voler sostenere al meglio il titolo e non portarlo a morire come recentemente successo per Marvel Avengers, ad esempio. Un dlc che rimodula il gioco e non manca di arricchirlo con la solita formula di missioni storia, assalto, raid, nuove mappe da esplorare con relativi eventi e quest leggendarie ed esotiche. Si strizza l’occhio principalmente a quei giocatori che, chi prima chi dopo, hanno abbandonato il titolo dandogli ragione di tornare a giocarci e ai nuovi giocatori grazie alla natura free to play del gioco base e alla sua presenza sul gamepass. I giocatori costanti, che hanno supportato il gioco dal day one come me potrebbero essere quelli meno contenti di tutti, visto l’esborso economico fatto durante questi tre anni e quello a cui ha portato, ma se abbiamo continuato a giocare e supportare il gioco anche dopo lo sciagurato dlc su Osiride sappiamo accontentarci di giocare un nuovo contenuto che non esalta, ma almeno pone le basi per un futuro che fa pensare più a quanto visto col primo titolo che a quanto avuto in questi tre anni di alti (pochi) e bassi (tanti). Peccato solo che ci si ostini a riproporre sempre contenuti molto simili tra loro, che sia una storia dal canovaccio trito e ritrito o contenuti passati. Un dlc da valutare nel suo insieme anche con l’attivazione del raid, che tratteremo a parte a tempo debito, ma che, pur essendo molto più che buono, non risponde a mio avviso alle promesse di vedere un gioco rinnovato: a conti fatti la sensazione che ci lascia è che Destiny 2 è cambiato, ma alla fine è rimasto sempre uguale.