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Dead Space 3

A circa un mese dalla release date ufficiale, Visceral Games ha rilasciato una demo abbastanza esaustiva di Dead Space 3, terzo capitolo di un brand che ha avuto il merito, non certo da poco, di riesumare un genere quasi del tutto morto, quel survival horror che un tempo spadroneggiava in tutti i continenti. Noi ovviamente l'abbiamo provata ed eccovi le nostre impressioni.

di: Simone "PulpGuy88" Bravi

A circa un mese dalla release date ufficiale, Visceral Games ha rilasciato una demo abbastanza esaustiva di Dead Space 3, terzo capitolo di un brand che ha avuto il merito, non certo da poco, di riesumare un genere quasi del tutto morto, quel survival horror che un tempo spadroneggiava in tutti i continenti. Noi ovviamente l’abbiamo provata ed eccovi le nostre impressioni.

I necromorfi non hanno freddo

Ciò che colpisce subito in Dead Space 3 è il cambio di setting per le allegre scorribande dello sfortunato Isaak Clarke. Tau Volantis è un pianeta completamente ghiacciato e brandito da violente tormente di neve. Clarke ed il suo nuovo alleato, John Carver, si ritroveranno ancora una volta a combattere contro il virus, i necromorfi infatti ci sono tanto affezionati e non ci lascerebbero mai soli. La questione però è molto più complessa: dei seguaci armati di Unitology sono sul pianeta per darci la caccia, per ragioni ancora ignote. Mostri mutanti e soldati crociati: stavolta un plasma cutter non basterà!

Una volta ripresi i comandi di Isaak sembrerà che il tempo non sia passato: i movimenti sono ancora pesanti e limitati, se escludiamo l’introduzione della capriola, utilissima quando si tratterà di sfuggire velocemente ad attacchi proveniente da diverse direzioni. I nostri amici necromorfi dal canto loro sono tornati più agguerriti che mai, saltano fuori come sempre all’improvviso, anche da sotto la neve, provocandoci sempre quei sobbalzi che ci fanno adorare Dead Space sin dal primo capitolo.
Il ritmo si dimostra sin da subito più sostenuto anche grazie alla varietà dei nemici. Come dicevamo dovremo fronteggiare anche dei soldati armati in vere proprie sessioni da shooting puro. Ciò che rende uniche le sparatorie sarà comunque la presenza sul campo sia dei soldati che dei necromorfi, che ovviamente non faranno distinzioni ed attaccheranno tutto e tutti. Starà a noi decidere se abbattere prima i mostri e poi concentrarsi sui soldati o viceversa.
Le sorprese però non sono finite: la presenza di piccoli parassiti necromorfi renderà pericolosi anche i cadaveri che lasceremo sulla nostra strada, visto che rappresenteranno una valido corpo ospite per i mutanti che, dopo averli riportati in vita (siano essi interi o dilaniati) li trasformeranno in necromorfi “senzienti” che sparacchieranno colpi nella nostra direzione (se sono morti con un arma in mano) oppure ci attaccheranno con i classici tentacoli infetti, che spunteranno fuori dalle parti del corpo mancanti.
Un mix davvero letale che ci terrà col fiato sospeso ad ogni scontro, soprattutto perchè il numero dei nemici che affronteremo sarà notevolmente più elevato che nei capitoli precedenti, nonostante non manchino certo i medikit da raccogliere. Una difficoltà decisamente incrementata quindi che non farà altro che la felicità dei fan, soprattutto di quelli che temevano come la peste l’introduzione delle sessioni sparatutto. Su queste sequenze dobbiamo però fare un appunto: oltre al fatto di non poter godere di una IA nemica all’altezza della situazione, il sistema di movimento non si rivela del tutto adatto all’approccio shooting e nemmeno il nuovo (ed un pò spartano) sistema di coperture ci farà sentire del tutto a nostro agio in queste fasi, che fortunatamente non rappresenteranno il fulcro dell’avventura.
Torneranno anche delle divertenti boss fight ed i classici enigmi, mai troppo impegnativi ma utili a stimolare un minimo l’ingegno e a spezzare, di tanto in tanto, l’altissima tensione che da sempre permea la serie.

Altra notevole introduzione è la possibilità di costruire potenziamenti delle armi ed altri utensili o consumabile con gli oggetti che troveremo in giro per le location. Questo avviene tramite postazioni adibite alla creazione con cui potremo anche potenziare le armi che già possediamo. Tuttavia i potenziamenti delle armi andranno gestiti diversamente: di fatto potremo personalizzare totalmente ogni arma da fuoco, modificandone profondamente il comportamento e l’utilità, sempre attraverso upgrade che ci siamo costruiti da noi. I potenziamenti della tuta saranno invece pressochè gli stessi e riguarderanno i livelli di energia, la corazza, o l’efficienza del sistema di stasi.

Due schizzati sono meglio di uno

Parlavamo prima di un nuovo personaggio, John Carver che accompagnerà Isaak per quasi tutta l’avventura ma di cui non si sa ancora molto. Anche lui, sopravvissuto all’ecatombe e ricercato da Unitology, non è più mentalmente molto stabile ma dovrà per forza di cose unire le sue forza a quelle del protagonista, che già di suo non è che abbia questa grande lucidità. Una coppia destinata a scoppiare quindi? Non si sa, sta di fatto che tutto questo ha dato vita alla modalità cooperativa di Dead Space 3. Gestita tramite un pratico sistema di drop-in, la campagna potrà permetterci di ospitare o entrare in una partita con un altro giocatore. Il gioco reagirà dinamicamente alla presenza del secondo giocatore, aumentando il numero dei nemici e talvolta modificando i puzzle ambientali, adattandoli per essere risolti necessariamente cooperando. Il sistema funziona e diverte ed ha tutta l’aria di essere ciò che mancava alla saga, almeno per dare una smossa al concept originale dopo la deludentissima modalità multiplayer del secondo capitolo.

L’orrenda visione

In questa demo abbiamo potuto constatare un’ottima qualità nella realizzazione tecnica, seppur non molto distante da quanto ammirato in Dead Space 2, escludendo qualche nuovo effetto particellare e degli script ancora più spettacolari. Tuttavia i modelli poligonali dei nemici e del protagonista sono dettagliatissimi ed animati in maniera impeccabile. Unico neo, per ora, un sonoro piuttosto altalenante che si divide tra l’ottima resa degli effetti ambientali e delle armi ed il parlato che risulta leggermente ovattato e “distante” ma riteniamo che il tutto sia imputabile all’arretratezza di questa build.

Ancora una volta: l’orrore ritorna

Questo ultimo incontro con Dead Space 3, prima della sua uscita, ci ha lasciato piacevolmente sorpresi. Il sistema di gioco, pur con qualche logica aggiunta, non ha subito rivoluzioni ed il concept originale è rimasto invariato. Nonostante questo le introduzioni apportate vanno ad arricchire un gameplay che cominciava a sentire il peso degli anni. La novità principale però è rappresentata ovviamente dalla possibilità di affrontare la campagna in cooperativa, fattore determinante per la completa riuscita del gioco. Dead Space non è stato trasformato in un TPS, è più survival e più horror che mai, non abbiate paura…Bhè forse ne avrete lo stesso!