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Bloodborne

Diciamoci la verità, oramai è palese come sia finito il tempo del betatesting a pagamento, caduto prematuramente sotto i colpi di connessioni a banda larga sempre più performanti, capaci di annullare la distanza tra programmatori ed utenti. Perché, difatti, spendere ingenti quantità di denaro per far provare il proprio lavoro a persone specializzate, settimane prima che questo sia reso disponibile nei negozi, quando è possibile sfruttare una manodopera bramosa e volenterosa? In fondo è questo che noi bravi videogiocatori siamo consapevolmente e felicemente diventati negli ultimi anni. Eppure, quando capita di testare un gioco in anteprima, magari facendo parte di una stretta cerchia di “privilegiati”, l’emozione è sempre forte, specie se si tratta di un titolo così atteso come Bloodborne.

di: Simone Cantini

Diciamoci la verità, oramai è palese come sia finito il tempo del betatesting a pagamento, caduto prematuramente sotto i colpi di connessioni a banda larga sempre più performanti, capaci di annullare la distanza tra programmatori ed utenti. Perché, difatti, spendere ingenti quantità di denaro per far provare il proprio lavoro a persone specializzate, settimane prima che questo sia reso disponibile nei negozi, quando è possibile sfruttare una manodopera bramosa e volenterosa? In fondo è questo che noi bravi videogiocatori siamo consapevolmente e felicemente diventati negli ultimi anni. Eppure, quando capita di testare un gioco in anteprima, magari facendo parte di una stretta cerchia di “privilegiati”, l’emozione è sempre forte, specie se si tratta di un titolo così atteso come Bloodborne.

Tutto cambia affinchè niente cambi

Sfruttando l’idea messa in campo con Dark Souls 2, i sadici ragazzi di From Software hanno deciso di testare l’infrastruttura online del loro nuovo titolo nel corso di tre differenti sezioni da tre ore ciascuna, in occasione delle quali faranno tesoro dei feedback ricevuti da un numero di utenti selezionati. C’è da dire che il team, fedele al suo bizzarro approccio ludico, non ha fatto niente per mettere a proprio agio queste cavie (tra cui il sottoscritto), scegliendo di gettare subito tutti nella mischia, senza fornire la benchè minima istruzione in merito a quello che è, o forse è meglio dire sarà, Bloodborne. Si inizia scegliendo una delle 4 classi disponibili, ognuna dotata di due armi distinte e differente per agilità e tipologia di attacco. La prova da me effettuata mi ha portato a scegliere la più agile presente in questo piccolo roster, armata di pistola e spada corta e abbigliata in maniera simile ai medici visti in Assassin’s Creed 2. Ecco, questo è stato l’unico momento in cui il gioco ha fornito una, seppur minima, indicazione di quello che stavamo facendo. Caricata la partita mi sono ritrovato in una citta in rovina, la stessa vista nei vari video distribuiti negli ultimi mesi, completamente ignaro del sistema di controllo: il semplice impratichirsi nell’uso dell’inventario, in questa fase preliminare ridotto all’osso rispetto a quello che sicuramente comparirà nella release finale, ha avuto come spiacevole risultato quello di veder scomparire prematuramente le poche scorte messe a disposizione. Ma in fondo questo fa così tanto From Software. Superato questo primo piccolo scoglio è iniziata la circospetta esplorazione dell’ambiente, seguita dal primo combattimento e dalla prima, scontata, sconfitta. Il sistema di controllo ricalca fedelmente quanto visto in Demon’s e Dark Souls, con due attacchi per l’arma bianca (normale e potente) a cui si aggiungono l’inedita possibilità di sparare e combinare in tempo reale lama e bocca da fuoco, in questo caso per dare vita ad una rapida accoppiata di daghe. Presente la classica schivata, mentre è completamente assente la possibilità di parare i colpi degli avversari. C’è da dire che i combattimenti si sono rivelati lievemente più veloci e meno cadenzati di quelli sperimentati negli altri titoli dello studio, fatto che rende più semplice rispetto al passato concatenare schivata e contrattacco. La sensazione che traspare è quella di trovarsi al cospetto di una versione più action dei predecessori di Bloodborne, fatto che comunque non ha restituito sensazione sgradevoli da tradimento imperdonabile, anzi. Quella che non è cambiata, state tranquilli, è la difficoltà generale di fondo, perfettamente incarnata dagli avversari disseminati per l’area di gioco: sottovalutare anche il villico apparentemente più inutile porta, inevitabilmente, al Game Over. Immutata e ispiratissima come sempre la direzione artistica che, abbandonato il dark fantasy del passato, sposa in questo frangente un cupo stile vittoriano, tra le cui architetture si aggirano cittadini affetti da una misteriosa malattia, licantropi, deformi umanoidi, cani mutanti e grotteschi corvi giganti incapaci di volare: è obbligatorio sottolineare come le poche ore passate in loro compagnia abbiano stuzzicato la voglia di saperne di più di questo mondo, della sua storia e del perché gli abitanti della città ci accusino di essere la causa di tutti i loro mali. Non è mancato l’incontro con un boss, reso impossibile a causa di alcuni problemi di connessione che hanno fatto divenire il mio personaggio invisibile ed immobile, ma perfettamente vulnerabile agli assalti avversari. La prova ha permesso anche di incontrare un silente NPC, che si è rivelato un formidabile alleato nello sconfiggere un piccolo gruppo di creature ostili.

Lo stile prima di tutto

Trattandosi di un’alpha è sicuramente prematuro esprimere un parere assoluto su Bloodborne, sia per quanto concerne i contenuti, sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico. Specie in merito a ciò, a dispetto della già citata cura artistica, ci troviamo al cospetto di uno spettacolo più estetico che di reale perizia programmatoria: ottimi alcuni particolari come la cappa sfilacciata che ricopriva il personaggio principale, i riflessi e la gestione delle luci, oltre l’incredibile ricchezza di dettagli presenti sulla scena. Però scordiamoci, almeno per ora, i virtuosismi di un Infamous, un Killzone o del promettente DriveClub: prendiamo un Dark Souls 2 imbottito di steroidi, condiamolo con un frame rate decisamente stabile (salvo alcuni piccolissimi rallentamenti che speriamo non siano presenti nella release finale) e spruzziamo il tutto con un incomprensibile aliasing. Certo, la resa finale è meglio di quanto possa apparire leggendo queste poche parole, però è certo che From Software avrebbe potuto osare un po’ di più. Ecco, diciamo che anche in questo caso sono rimasti in linea con la loro storia. Resta da capire come sarà strutturata l’immancabile componente online: nell’alpha era possibile unicamente vedere le ombre degli altri player, assistere ai replay della loro morte e, ovviamente, lasciare e leggere messaggi. Piccola chicca: adesso non sono più delle impalpabili strisce luminose, bensì delle pergamene sollevate, al nostro passaggio, da piccoli scheletri. Tanto futile quanto gustoso.

Questo primo incontro con Bloodborne colpisce pur senza stupire, lasciando presagire una struttura di gioco che affonda le sue radici nel gamplay oramai classico e rodato di From Software. Di certo non mancano gli aspetti inediti, primo tra tutti l’introduzione delle armi da fuoco, a cui si affianca un combat system che, pur lasciando trasparire una sottile contaminazione action, non rifugge dai tatticismi cari ai fan di Demon’s e Dark Souls. E poi state tranquilli, l’ho già detto: i From Software non sembrano affatto intenzionati a fare sconti a nessuno in termini di difficoltà. Vediamo come andranno i prossimi due giorni di test e state pur certi che, in caso dovessero essere rese disponibili nuovi aspetti di gioco, potrete trovare tutte le informazioni qua su Console Tribe.